di Don Giuseppe Pontillo*
Le chiese del paese non hanno quel «sovraccarico di anime» … Nel giro di pochi anni sono state chiuse quattro chiese di cui una, la più bella ed antica, va miseramente in rovina… Attive restano le quattro parrocchie in cui il paese è diviso, e la chiesa della Matrice.
Così Leonardo Sciascia ne Le parrocchie di Regalpetra pubblicato nel 1956, presenta le Chiese di Racalmuto e svilupperà nelle pagine del libro la presentazione dell’ambiente, della gente, della storia di Racalmuto.
Nel contesto storico e letterario dell’ambiente di Sciascia si inserisce la nuova Chiesa dedicata a Gesù Maestro, “costruita” a Racalmuto dopo la 5a edizione del Concorso per i Progetti pilota della Conferenza Episcopale Italiana avviata nel 2008.
La proclamazione dei vincitori del Concorso fu fatta un anno dopo. L’istruttoria e la verifica del progetto, alla luce delle richieste del Comitato CEI e della Commissione Diocesana, è andata avanti fino al 2013, anno il cui è stato emesso il Decreto di assegnazione del contributo per la realizzazione del complesso.
Il processo, interrotto per i sopraggiunti problemi legati alla stabilità della Cattedrale di Agrigento a causa del dissesto idrogeologico, è stato ripreso nel 2016 con l’inizio dei lavori di costruzione del complesso Gesù Maestro.
Ma che senso ha una nuova Chiesa nella città di Leonardo Sciascia dove oggi ci sono ancora 12 chiese aperte al culto? La risposta è da ricercare nella nuova situazione sociale e pastorale che la comunità ecclesiale sta vivendo.
Oggi la città di Racalmuto, pur mantenendo la titolarità delle 4 Parrocchie, costituisce un’unica realtà pastorale. Le Chiese della città rispondono alle esigenze cultuali ma non sempre a quelle pastorali con locali e spazi idonei alla vita comunitaria e alle nuove istanze che nascono dalle famiglie e dai ragazzi di nuovi spazi accessibili, idonei per i diversamente abili e per una comunità che ha una elevata età media.
L’architettura della nuova Chiesa e di tutto il complesso dialoga con la storia di Regalpetra, che con le sue forme non si impone nè nel contesto urbano nè sulla coscienza di chi arriva in città.
L’opera, progettata dai professioni dello studio Negozio Blu architetti associati, è arricchita dalle opere di Luisa Valentini che, modellando la dura materia ha consegnato segni e simboli che appartengono alla tradizione liturgica e anche a quella devozionale (via Crucis), mantenendo, seppur nella innovazione materica e tecnica il dialogo con la tradizione locale.
Il legame con la storia di fede e arte di Racalmuto è stato messo in risalto dalla collocazione, nella Cappella feriale, di un Crocifisso appartenente ad una Chiesa chiusa al culto e che richiama quindi la continuità tra l’antico e il nuovo, tra il centro della città e la periferia.
La Chiesa dedicata a Gesù Maestro esprime il cammino di conversione pastorale che la comunità sta facendo per una riforma di se stessa e delle sue strutture.
Questa nuova Chiesa non è solo segno della casa di Dio in mezzo alle case degli uomini, ma anche il segno di un chiesa che abita le periferie dell’umanità, le periferie delle donne e degli uomini di Racalmuto.
Una nuova Chiesa che con i suoi spazi permette di ripensare creativamente obiettivi, stile e metodi attinenti l’evangelizzazione. La nova Chiesa si pone all’ingresso della città come struttura profetica.
Un edificio non solo per una assemblea che celebra il mistero, ma Chiesa “grembo aperto” di Dio (EG 46-49). Come Dio Padre e Madre ha un “grembo aperto” all’accoglienza di tutti per rigenerare alla vita, così la Chiesa che è Madre: essa è il “grembo aperto di Dio” su questa terra (il fonte battesimale a forma di “grembo”), è il segno vivente della misericordia di Dio che accoglie tutti e a tutti propone un cammino di fede e di rinascita in Cristo.
I poli liturgici aperti, parte dell’aula, non solo spazi integrati, aiutano la comunità celebrante a rafforzare la consapevolezza di essere comunità in uscita, chiesa della strada.
Il volto di Gesù Maestro che campeggia nell’aula liturgica, che si apre alla strada ed incrocia il passante, è un invito costante ad essere comunità che mostra il volto misericordioso di Gesù e invita ad uscire fuori per cercare questo volto nelle donne e negli uomini della città della “ragione”.
*Presbitero dell’Arcidiocesi di Agrigento. Direttore dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto; Parroco della Parrocchia S. Gerlando Cattedrale; Direttore del Museo Diocesano; Docente di Beni Culturali.
Ha conseguito il Baccellierato in teologia, laurea in Scienze della comunicazione e la Laurea in lettere specialistica in studi storico-religiosi.