Il progetto ha avuto inizio proprio dall’interpretazione delle indicazioni espresse dalla giovane e attiva comunità, che ha posto al centro del processo “costruttivo” una attività in grado di unire valori religiosi ed esigenze sociali attraverso metodi di condivisione delle scelte strategiche
Sviluppatasi negli anni Ottanta del secolo scorso, Simeri Mare, località del Comune di Simeri Crichi (CZ) nell’Arci diocesi di Catanzaro-Squillace, ha una popolazione giovane, di oltre 6000 persone tra le quali la pratica religiosa è diffusa.
Attraverso l’esperienza del CONCORSO DI PROGETTAZIONE sono state esplicitate specifiche richieste architettoniche tali che il Complesso Parrocchiale potesse avere una piazza, un porticato e un giardino come parte integrante dello spazio da vivere per tutta la comunità.
Il cammino di ascolto, conoscenza, confronto e condivisione con la comunità locale gestito dai gruppi CLI-Lab selezionati dalla CEI, ha prodotto documenti, statistiche, dibattiti, filmati e disegni dei bambini, allo scopo di facilitare, all’interno direttive imposte dalla CEI, l’azione progettuale del nuovo complesso parrocchiale, basata sui desideri collettivi espressi in modo chiaro e completo.
Le attività di dialogo e di partecipazione promosse dai Laboratori, si sono dimostrate particolarmente fruttuose ed efficaci, avendo rappresentato un momento di crescita e di confronto in relazione anche ad un tessuto sociale sempre più multireligioso e multietnico, che richiede ancora più spesso una condivisione comunitaria delle scelte progettuali.
Il progetto, infatti, ha preso le mosse proprio dall’interpretazione delle indicazioni espresse dalla giovane e attiva comunità, manifestazione concreta dei luoghi e della vita della realtà locale, avendo posto la comunità parrocchiale al centro di un processo “costruttivo” in grado di unire valori religiosi ed esigenze sociali attraverso metodi di condivisione delle scelte strategiche.
L’idea progettuale ha dovuto tener conto, per l’area di intervento, della presenza di un bellissimo e delicato contesto ambientale, costituito da un rado uliveto a poca distanza dal mare, del marginale tessuto urbano di recente costituzione, da esso separata ad Est da strada pubblica e dell’assetto planimetrico fortemente condizionato nella geometria di base, al confine Ovest, dalla presenza di tre corpi di fabbrica.
Tutti questi elementi, unitamente alla necessità di programmare sin da subito l’esecuzione dei lavori secondo lotti funzionali, in grado di garantire la continuità delle celebrazioni religiose anche all’aperto, hanno influenzato in modo importante il progetto orientandolo sin da subito verso una semplicità compositiva, in grado di generare una stretta relazione tra l’edifico chiesa e il complesso parrocchiale e al contempo evidenziarne la riconoscibilità attraverso una gerarchia di volumi e di simboli.
Il tessuto connettivo, in grado di collegare l’insieme dei corpi di fabbrica e lungo il quale si attestano una serie di spazi funzionali, piazze, è il lungo porticato, che come spina dorsale segna e orienta l’intera area, assumendo così il ruolo di porta, filtro, cerniera e premessa agli spazi sacri.
L’edificio sacro è stato ideato come luogo in grado di ospitare tutte le funzioni collegate al culto e alla liturgia, che, come Chiesa in cammino, dovrà essere in grado di portare l’Annuncio “all’esterno”, in mezzo agli uomini, espressione di una identità della comunità viva che nel rito sacro si riconosce, presenza attiva e vera, radicata nel territorio, segno tangibile di Cristo in mezzo a noi.
L’auspicio è che la proposta progettuale possa contribuire all’aggregazione e all’inclusione sociale, riqualificando non solo il tessuto urbano, ma anche e soprattutto la stessa comunità che vi risiede, divenendo così immagine di una comunità viva e operante, esempio di condivisione ed altruismo.
Il complesso parrocchiale infatti è stato pensato come strumento da mettere al servizio di tutti, in grado di accogliere, proteggere, promuovere e integrare la figura “dell’altro”.
Diventa così segno tangibile dell’istanza divina, che abbatte i muri del pregiudizio e dell’indifferenza dilagante, luogo del dialogo tra la comunità e le diverse culture.
Esso, nel territorio, dovrà assumere il ruolo di efficace catalizzatore che grazie all’azione attiva e responsabile dei fedeli, sarà capace di “trasformare” il complesso in un presidio permanente dell’accoglienza e della legalità, luogo per la promozione di una coscienza civile per le giovani generazioni, che nel segno di una fede solida e vitale, siano baluardo insormontabile nella difesa dei valori fondamentali della società.
Le Opere d’Arte
Gli artisti, in stretto rapporto con i progettisti, seguendo le indicazioni del liturgista, hanno ideato un programma iconografico costituito da interventi scultorei e da opere pittoriche.
Le opere scultoree sono state adottate per le grandi presenze simboliche permanenti, la scelta dei materiali è ricaduta su una pietra bianca locale e sull’utilizzo della fusione in bronzo a cera persa, lavorato con varie tecniche ed effetti (dorato, brunito, patinato, acidato, lucidato).
Il ciclo scultoreo ha riguardato i seguenti elementi liturgici ed iconografici: l’altare, l’ambone, il fonte battesimale, la custodia eucaristica, la sede presidenziale, il portale, il Crocifisso, l’Immagine Mariana e del Santo titolare, la Via Crucis, la croce astile, il portacero pasquale, le croci di consacrazione, l’acquasantiera, la custodia degli olii sacri.
Le opere pittoriche proposte costituiscono l’arredo artistico della cappella feriale e vogliono rispondere al bisogno più intimo dei fedeli, di preghiera e di devozione legato anche alle immagini del santo titolare S. Bartolomeo da Simeri, esse si suddividono in una pala di altare con formelle e in un ciclo di affreschi.
La pala di altare rappresenta le figure più significative del contesto storico e religioso del territorio quali: Santa Maria Odigitria e San Bartolomeo da Simeri, raffigurato a mezzo busto nell’atto di offrire alla Madonna, il monastero a Lei dedicato.
La composizione della pala è suddivisa in una scena centrale e da sei formelle laterali con funzione narrante della vita di Cristo.
Il ciclo pittorico ad affresco, situato lungo tutta la parete sud, accompagna il fedele in un percorso pedagogico devozionale, descrive in sei scene alcuni momenti rappresentativi della vita di S. Bartolomeo da Simeri:
Il monaco Cirillo inizia il Santo alla vita monastica; un momento di vita contemplativa; l’apparizione della Madonna; la progettazione e realizzazione del monastero; la produzione in biblioteca di nuovi testi e nuovi codici; il prodigio della colonna di fuoco durante la sacra liturgia.
Il fonte battesimale, è costituito da un blocco in pietra bianca, sul quale è posizionato un catino in bronzo. La parte concava del fonte è dorata, mentre la parte convessa assume il colore verde dell’ossidazione.
Nel bordo esterno sono istoriate scene del Battesimo di Cristo, dal punto di appoggio tra semisfera e basamento sgorga un ruscello dorato, come in Gv 7,38: “Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”, ed è questo un ex voto alla Madonna di Acquaviva. L’opera è una rilettura plastica della “Conca del Patirion”.
La scultura della Madonna è realizzata a tutto tondo in bronzo fuso a cera persa con patina in verde/azzurro e dorature e appoggia su un piedistallo in pietra bianca. Il linguaggio figurativo scelto, mostra Santa Maria di Acquaviva, Madonna del Soccorso, in un tenero momento di amore materno verso il bambino Gesù.
L’atteggiamento assunto nei confronti dei fedeli è protettivo e ricco di consolazione, e li invita, amorevolmente al raccoglimento e alla preghiera individuale, i fedeli si sentono protetti ai piedi del suo mantello e si manifestano adoranti, insieme alle madri con i loro bambini.
La scultura di San Bartolomeo da Simeri, posta sopra il basamento in pietra bianca, è realizzata a tutto tondo in bronzo fuso a cera persa patinato. Il santo eremita, sorregge da un lato il bastone crucifero dorato, dall’altro, invece, nel gesto di porgerla ai fedeli, sostiene la Sacra Scrittura con i caratteri dell’Alfa e dell’Omega.
In lui l’elemento della passione e del soccorso di Maria si incontrano. Il suo carisma è ripreso nel mantello, ai cui piedi si dispongono i cristiani devoti nell’atteggiamento di chiedere soccorso.
INTEC STUDIO ASSOCIATO
Ing Conte Massimo, nato a L’Aquila nel 1959. Laurea in Ingegneria Civile sezione Edile conseguita presso l’Università degli studi di L’Aquila nel 1988. Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della provincia di L’Aquila al n° 1015, Sezione A dal 1989.
Ing. Zaccagno Vincenzino, nato a L’Aquila nel 1962. Laurea in Ingegneria Civile sezione Edile conseguita presso l’Università degli studi di L’Aquila nel 1989. Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della provincia di L’Aquila al n° 1159, Sezione A dal 1991.
Nuovo Complesso Parrocchiale “S. Maria di Acquaviva” Simeri Mare (CZ) Arcidiocesi di Catanzaro – Squillace
Progettazione Generale e Architettonica: INTEC Studio Associato Viale Aldo Moro n.20 – 67100 L’AQUILA Ing. Massimo Conte, Ing. Vincenzino Zaccagno
Consulenze Specialistiche: Arch. Valerio Zaccagno, Ing. Carmine Mascolo, Ing. Antonello Bottone
Visualizzazione Fotorealistica: CanvasCGA Teramo (TE)
Liturgista: Don Oreste Stincone
Artisti: Prof. Paolo Soro (scultore), Annamaria Trevisan (pittrice)