La proposta progettuale per l’area espositiva del Museo d’Arte Sacra di Certaldo parte da una nuova e più razionale gestione degli spazi per migliorare la fruizione dei suoi ambiti espositivi e un migliore utilizzo delle sue aree accessorie.
Il Museo d’Arte Sacra di Certaldo si trova all’interno degli spazi dell’ex Convento degli Agostiniani, situato nell’antico borgo medievale nella parte alta della città. L’impianto del complesso conventuale e dell’adiacente Chiesa dei SS. Jacopo e Filippo risale alla fine del XII secolo. Mentre il chiostro di forma trapezoidale è riconducibile al XIV secolo.
Attualmente, il Museo si presenta articolato in sette sale che occupano quasi interamente il livello alla quota della piazza, mentre il livello interrato, è attualmente destinato a spazio polivalente. Il primo livello invece, al quale si accede da una scala interna che parte dal chiostro, è utilizzato come spazio di deposito e attività varie della parrocchia.
La proposta progettuale parte da una nuova e più razionale gestione degli spazi che prevede una migliore fruizione dei suoi ambiti espositivi e un migliore utilizzo delle aree accessorie.
Viene ripensato il tema di ingresso dell’intero sistema museale, prevedendo di utilizzare l’attuale Compagnia che presenta caratteri di maggiore rappresentatività rispetto al piccolo e defilato ingresso usato attualmente. Viene ipotizzato al centro di questo spazio un desk circolare, lasciando del tutto visibile l’altare esistente disposto contro la parete di fondo.
Il percorso ritorna poi nella sala di ingresso passando tra l’altare e il bureau e prosegue nella visita. Le sette sale esistenti non cambiano sostanzialmente la collocazione delle opere esposte, le quali vengono raggruppate per aree tematiche, ravvisando in esse
lo spazio dove si espongono gli arredi sacri, i paramenti sacri, l’oreficeria e la pinacoteca destinata ai dipinti.
Attualmente le sale presentano pavimentazioni in cotto disposte a quote differenti e per ovviare ai dislivelli e per dare la possibilità di rendere fruibile il percorso di visita anche a persone con impedita o ridotta capacità motoria, viene previsto un nuovo pavimento flottante disposto ad un’unica quota che si stacca dalle preesistenze.
Il tema espositivo nelle sale dedicate agli arredi sacri, ai paramenti e alla gioielleria, viene risolto tramite un’armadiatura continua con struttura in acciaio satinato e tamponature in vetro. I diversi settori nei quali vengono suddivise le armadiature, possono diventare alternativamente delle bacheche espositive, dei riquadri informativi, degli schermi video, delle gigantografie che riproducono particolari dei pezzi esposti e finanche dei semplici schermi vetrati posti di fronte alle aperture esistenti.
Anche l’attuale pinacoteca risente di una generale immagine rustica. La proposta di nuovo allestimento non condivide assolutamente tale punto di vista, in quanto cerca di smorzare il più possibile la generale dimensione vernacolare propria della canonica di campagna che attualmente il Museo presenta.
Le opere pittoriche vengono disposte su una fascia continua dipinta di grigio antracite, la quale si stacca dalla retrostante parete esistente, finita ad intonaco bianco. Linee continue di luce artificiale vanno a segnare la giustapposizione tra il nuovo tema di sfondo e l’esistente. La fascia continua grigia che funziona da sfondo alle opere, si appoggia a sua volta su un’ulteriore fascia continua realizzata in pietra serena, la quale viene annegata a filo intonaco nelle pareti esistenti per dare una continuità di fondo alle diverse sale.
La pinacoteca è attualmente illuminata naturalmente da una grande vetrata ottenuta dal tamponamento di una loggia aperta verso la valle. Con la proposta, si immagina di sostituire la protezione di tale apertura, oggi schermata con una struttura di vetri satinati piombati di gusto neo-medievale, con una nuova struttura in metallo, vetro e legno, in modo da aumentare la radiazione luminosa naturale in ingresso nella sala e da rendere fruibile il rapporto visivo con il paesaggio circostante.
Si ipotizza inoltre, l’intera tinteggiatura in bianco dei soffitti lignei attualmente smaltati in marrone, ad eccezione degli innesti successivi metallici, i quali vengono dipinti nello stesso grigio antracite della pannellatura di sfondo.
Il percorso di visita prosegue attraversando il nuovo bookshop per arrivare nello spazio del chiostro, oppure proseguendo attraverso una nuova area cuscinetto, ottenuta semplicemente schermando a vetri l’apertura del chiostro sulla piazza insieme alla sua prima campata. Questo permette la creazione di una zona di disimpegno che senza uscire all’aperto come invece avviene adesso, consente di raggiungere direttamente il piano interrato, destinato nella proposta a mostre temporanee, oppure al primo piano, interamente dedicato anch’esso nella nuova proposta, ad area comunitaria, dotata di una sala polifunzionale per incontri, conferenze e seminari. I tre livelli possono essere raggiunti anche con il nuovo ascensore disposto in una zona di servizio che non va ad interferire con le aree espositive.
Una volta raggiunto il chiostro, il percorso espositivo prosegue nei suoi 4 lati, caratterizzati da una nuova seduta lineare in pietra che corre lungo le murature perimetrali, sopra la quale corre a sua volta un’ulteriore fascia metallica annegata a filo dell’intonaco e retroilluminata, la quale riporta il nuovo logo del Museo e le altre indicazioni per la visita.
L’itinerario espositivo prosegue poi nella limitrofa Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, raggiungibile tramite una nuova rampa metallica collocata direttamente nel chiostro e con la quale è possibile superare il dislivello presente tra il suo piano di calpestio e il pavimento della chiesa. Si è voluto dare la possibilità di visitare la chiesa direttamente dal Museo perché attualmente, il pezzo clou dell’intera collezione esposta nello stesso Museo è stato collocato sopra l’altare principale. Si tratta di uno splendido Crocifisso ligneo, di autore ignoto ma accostato tradizionalmente ai prodotti di scultura federiciana prossimi a Nicola Pisano e solo da pochi anni a questa parte alla produzione giovanile di Arnolfo di Cambio.
Relazione Illustrativa e Scheda Progetto
Tipologia di intervento: “Ridefinizione allestitiva del Museo di Arte Sacra del Comune di Certaldo”
Protocollo di intesa tra DIDA – Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze e Arcidiocesi di Firenze (anno 2023-2024)
Committente: Arcidiocesi di Firenze
Responsabile scientifico del Progetto: Prof. Arch. Fabio Fabbrizzi
Progetto: Prof. Arch. Fabio Fabbrizzi, Arch. Francesco Bruni
Fabio Fabbrizzi, (Firenze, 1963) è Professore Associato di Progettazione Architettonica e Urbana presso il DIDA-Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Oltre a questa disciplina insegna anche Progetto di Allestimento all’Accademia di Belle Arti di Firenze e Allestimento e Museografia alla Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio dell’Università degli Studi di Firenze e Progetto di Allestimento nella Scuola di Architettura dell’Università “Nostra Signora del Buonconsiglio” di Tirana. La sua ricerca teorica e progettuale si sviluppa all’interno dei molti aspetti definiti dal rapporto tra memoria e contemporaneità, affrontati attraverso la sensibile interpretazione delle diverse peculiarità dei caratteri dei luoghi. È autore di numerosi progetti e ricerche, nonché monografie, saggi e articoli scientifici all’interno del vasto orizzonte della disciplina progettuale, esprimendo un proprio itinerario compositivo nei diversi campi dell’architettura e in particolare della museografia e dell’allestimento.
Francesco Bruni, (Firenze, 1987) si forma presso l’Università degli studi di Firenze, frequentando il corso di laurea Magistrale in Architettura, laureandosi nel 2015. La tesi “La nuova Fortezza: progetto di riqualificazione dell’area espositiva della Fortezza da Basso a Firenze”, oggetto di pubblicazione – con correlatore il Prof. Fabio Fabbrizzi – in linea con gli interessi maturati nel corso della sua formazione, ha permesso di focalizzare i suoi studi nell’ambito della progettazione architettonica di spazi museali ed espositivi. Nel 2022 è vincitore della selezione per un incarico di lavoro autonomo inerente al progetto di ricerca: “Studio progettuale per proposte di nuovo allestimento espositivo relativo al Museo di Arte Sacra e religiosità popolare Beato Angelico di Vicchio” tra DIDA – Università degli Studi di Firenze e il Comune di Vicchio, con responsabile scientifico del progetto il Prof. Fabio Fabbrizzi. Collabora allo svolgimento dei corsi di Progettazione Architettonica ed Urbana come Cultore della Materia presso il DIDA – Università degli studi di Firenze.