Il completamento del centro parrocchiale di Pila ai Piani può rappresentare un’occasione importante per l’intera collettività e non solo per la comunità dei fedeli. Sarà in grado di esprimere potenzialità e diventare occasione per un più generale governo del territorio
Rapporto con l’ambiente urbano
Il Comune di Giardini Naxos è caratterizzato da una edificazione disordinata in cui la Chiesa dedicata a Sant’Annibale di Francia si pone come nuova centralità, rivestendo un ruolo di catalizzatore per la comunità locale in crescita, soprattutto nei mesi estivi.
Il contesto urbano eterogeneo e l’incremento demografico stagionale, evidenziano la necessità di nuovi luoghi per l’incontro e la socializzazione della comunità. Pertanto il complesso parrocchiale è pensato come un polo di aggregazione sociale e culturale sia per il quartiere Recanati sia per l’intera cittadina: un luogo che si basa su tre elementi fondativi, Parola, Eucaristia, Carità.
Il progetto definisce vari ambiti di relazione con il contesto, declinando in modi differenti gli spazi per la comunità: a nord l’ampio sagrato si configura come uno spazio che esalta l’ingresso all’aula liturgica; il percorso pubblico pedonale che si amplia per generare la ‘piazza’ intesa come luogo di incontro e dialogo, in cui il campanile si manifesta quale elemento isolato, invitando a vivere gli spazi della piazza e dei locali di ministero pastorale; a est del lotto l’area ludico-sportiva.
Riconoscibilità dell’edificio sacro
La progettazione del nuovo complesso parrocchiale ha avuto come obiettivo principale quello di coniugare l’impianto liturgico, inteso come passo progettuale fondante, con gli aspetti funzionali, estetici ed artistici caratterizzati da semplicità e sobrietà, nonché con il paesaggio circostante costruito, il tutto nel rispetto delle vigenti norme urbanistiche e regolamenti.
Ciò affinché il risultato dell’attività di progettazione non fosse quello di creare un’architettura intesa come un semplice contenitore di funzioni, bensì quello di realizzare un’opera contemporanea che rimanga strettamente legata alla tradizione della Chiesa, uno spazio sacro che possa essere immediatamente riconoscibile e vivibile come tale.
Volumi e pause architettoniche, percorsi e silenzi caratterizzano il sagrato, mentre la grande facciata curva accoglie il fedele e lo assorbe in prossimità dell’ingresso. La grande porta si impone per dimensioni come pausa solenne, necessaria prima dell’ingresso in uno spazio sacro. Le sue dimensioni permettono agevolmente il passaggio delle processioni e garantiscono la solennità delle celebrazioni. Una porta laterale, in prossimità della sagrestia, provvede al percorso per il rito di ingresso. Una seconda porta, posta in prossimità della ‘piazza’, consente nel periodo estivo di celebrare la messa all’aperto garantendo un idoneo percorso per raggiungere il tabernacolo.
Il complesso parrocchiale si configura mediante il rapporto esistente tra il volume dell’aula, l’edificio a due livelli contenente le funzioni parrocchiali, e il campanile svettante che, grazie alle loro geometrie morbide e alla presenza materica, vibrano sotto la luce, generando un ambito accogliente tangente al camminamento pedonale esistente.
Profilo estetico e formale
L’aula nel complesso contiene circa 470 posti a sedere e punta a definire uno spazio avvolgente dall’impianto centrico ma al contempo sempre orientato verso l’area presbiterale, centro dell’azione liturgica. Le pareti dell’aula, all’interno come all’esterno, sono caratterizzate da una trama stratificata, realizzata mediante vari getti di cls e l’uso di particolari casseformi, che rimanda al tema della sedimentazione, intesa come esperienza di Dio vissuta dal fedele.
All’interno, l’aula si compone di una fascia basamentale, definita dalle cappelle, alta dai tre ai cinque metri, e di un volume più alto dal profilo curvilineo avvolgente. L’aula è unica e la leggibilità dello spazio immediata. Varcata la soglia, sulla sinistra si trovano la cappella mariana con le immagini della Mater Peccatorum e l’area dedicata alla penitenzeria; a seguire, più prossima all’area presbiteriale, si trova la custodia eucaristica, ben visibile dall’intera aula: il tabernacolo è posto in un ambito proprio, distinto dal resto dell’aula in modo da preservare l’adorazione personale e silenziosa ma al contempo aperta all’aula e al presbiterio.
Sulla destra del portale invece si trova il fonte battesimale e, vicino al presbiterio, l’immagine dedicata a Sant’Annibale di Francia.
Dalla cappella dedicata a Sant’Annibale si accede alla sacrestia, punto di contatto tra la chiesa e gli edifici del complesso parrocchiale.
All’interno, il soffitto bianco e luminoso dona un’illuminazione diffusa all’aula. L’abside si articola attraverso una grande parete curva la cui trama superficiale vibra con la luce proveniente dall’alto.
Impianto liturgico
Nella progettazione dello spazio liturgico si è partiti dall’idea di fondo, sviluppata poi in ogni singolo elemento, della sedimentazione intesa come esperienza di Dio vissuta dal fedele, in forza della grazia offerta in ogni singola celebrazione.
L’accadimento dell’azione simbolica determina, infatti, lo spazio liturgico in una interconnessione imprescindibile. Tutto il progetto ha avuto inizio dall’altare, come unico fulcro centripeto, dove tutti i sacramenti accadono, per poi propagarsi, con una forza centrifuga, verso tutta l’aula, dando significato, espandendo l’evento celebrato. Tutti i poli liturgici, pertanto, rimandano all’idea della sedimentazione, usando la stessa materia costitutiva e lo stesso genere artistico. La sfida, infatti, sta nella potenza del simbolo di essere epifanico ed evocativo, trasmettendo il processo vivo ivi vissuto.
Celebrazione dopo celebrazione, sacramento dopo sacramento, l’ascolto della Parola proclamata in una assemblea radunata, segno della presenza reale del Risorto (cfr. SC 7), la preghiera, la carità, il perdono ricevuto, l’amore celebrato, l’anno liturgico vissuto, come una immersione nella persona di Gesù, tutto questo è sedimentazione, è esperienza di Lui che crea “l’uomo nuovo” che ci “riveste di Cristo”, senso ultimo di tutto l‘agire cristiano e del celebrare, dentro uno spazio sacro.
L’aula liturgica è progettata, come detto, a partire dall’altare, punto focale di una comunità che celebra, che abita lo spazio, trasfigurata dalla vicinanza di Dio intesa come “sorgente che fa sgorgare le fonti dello spirito” (Giovanni Crisostomo, catechesi, 3,24-27). Altare allora diventa una “espansione delle forme in cui il corpo del mistero si manifesta e si rende incontrabile” (R. Gabriel, Arte e sacro. Creare un altare: l’infinito concreto: in “Avvenire”, (31.07.2019).
Il Fonte battesimale, in forma ottagonale, è ubicato all’ingresso della chiesa e posizionato in piena comunicazione con l’aula, perciò visibile, unico e fisso. Esso accorda la celebrazione del sacramento sia per immersione che per infusione. I gradini di discesa e risalita, usati per entrambe le modalità, ricordano gli antichi battisteri ed evocano quella “immersione” insita nel sacramento stesso.
L’Ambone, luogo della proclamazione della Parola di Dio, tomba del Risorto dalla quale egli stesso annuncia la Pasqua (cfr. SC 7), anch’esso permanente insieme con l’altare e il battistero, ben visibile da tutti, prospicente l’assemblea.
La Sede, seduta di chi presiede la celebrazione liturgica in qualità di Capo (Cristo) del Corpo (comunità ecclesiale), e stata ubicata in diretta connessione visiva con tutta l’aula liturgica, favorendone così la familiarità e la guida delle celebrazioni liturgiche.
La custodia eucaristica e la Cappella del Santissimo sono adiacenti all’altare, per favorire quel legame inscindibile tra adorazione delle sacre specie e la celebrazione Eucaristica: “perché appaia con chiarezza il rapporto con la Messa” (Rito della Comunione e del Culto Eucaristico 90). Collocati in uno spazio “nobile” (Rito della Comunione e del Culto Eucaristico 10), accessibili dall’aula e dal presbiterio, immediatamente visibili accedendo all’aula stessa. Il tabernacolo sarà inamovibile, non trasparente ed inviolabile.
La Penitenzieria è progettata per la celebrazione del sacramento della riconciliazione in modo riservato e accogliente, nella duplice forma: classica (il confessionale con grata e spazio senza grata) ed uno spazio aperto, per consentire l’ascolto auricolare delle confessioni di coloro che non gradiscono la modalità “spazio chiuso”. Collegata con l’aula liturgica, ubicata specularmente al fonte battesimale, offre, così la visuale verso quest’ultimo come ringraziamento per il primo perdono ricevuto, unitamente al dono rinnovato della partecipazione alla comunione eucaristica.
Il Portale di accesso ha una bussola interna, per facilitare la liminalità richiesta per entrare dentro lo spazio liturgico: “Entriamo in un interno, separato dal mercato, calmo e sacro” (R. Guardini, Lo spirito della liturgia e i santi segni, Brescia, Morcelliana, 2005, p. 147). Per accedere si deve varcare una enorme Croce, che sovrasta l’entrata: “In hoc signo vinces”. Chiaro rimando alla sedimentazione spirituale che viene trasformata dall’offerta di Cristo: “Per aspera ad Astra” (Virgilio Eneide IX, 641).
Programma iconografico
Il progetto iconografico sviluppato per la chiesa dedicata a Sant’Annibale di Francia si propone di declinare in termini artistici, in stretta relazione con gli aspetti architettonici, il tema della sedimentazione come la stratificazione naturale della pietra messa in luce dal gesto scultoreo. Ciò ha ispirato fortemente la progettazione degli spazi liturgici, caratterizzati dall’inserimento di elementi scultorei che si articolano in un percorso che guida il fedele verso la mistica mensa.
Tutti gli elementi scultorei sono pensati in pietra locale naturale, chiara e lineare, senza decori né simboli.
L’altare, concepito come centro dell’intero tempio, è a base quadrata, forma geometrica i cui quattro lati hanno il compito di rimandare ai quattro punti cardinali, gli angoli del mondo. È un unico blocco di pietra che non presenta nessun bassorilievo o rappresentazione sulle quattro facce. L’altare ha dimensioni ml. 1,50×1,50×0,90 ed è collocato su un elemento circolare alto 30 cm rivestito in pietra.
La Croce, realizzata in legno di rovere, è sospesa dietro l’altare in asse col portale ed è collocata sul fondo dell’abside. L’immagine del Cristo glorioso e risorto, dipinto ad olio su legno, trae ispirazione dal Crocifisso di San Damiano della tradizione francescana.
L’Ambone, nella scelta del materiale e delle forme, intende correlarsi all’altare. La sua ubicazione è pensata liminalmente al presbiterio, prospiciente verso l’assemblea. Esso, di pianta quadrata, si configura come un volume di pietra scavato che ricorda il sepolcro. È una presenza eloquente capace di far riecheggiare la Parola anche quando non c’è nessuno che la sta proclamando; è il sepolcro aperto che annuncia che Cristo è risorto.
Il battistero è pensato come un vano collegato e visibile dall’aula liturgica, posto in prossimità del portale, contenente la vasca battesimale nella quale è possibile celebrare il battesimo sia per infusione che per immersione. Il fonte battesimale è posto al centro della vasca cosicché i catecumeni possano scendere presso la fonte purificatrice e risalire per rinascere a vita nuova. Il fonte ha una forma ottagonale, simbolo dell’octava dies, giorno della risurrezione di Cristo.
Realizzata con le stesse finiture degli altri elementi del presbiterio, la Sede è posta alla destra dell’altare, in posizione non frontale all’assemblea, e favorisce la guida della preghiera e del dialogo da parte del ministro.
La custodia eucaristica è pensata all’interno di un ambito dedicato. Essa è un parallelepipedo in pietra con un inserto cubico in ottone che corrisponde al vano apribile. A circa 1,50 ml da terra si trova lo sportello che contiene la custodia eucaristica, di forma quadrata. Accanto al tabernacolo è presente la fiamma perenne.
All’ingresso, sulla sinistra un ambito raccolto ospita la penitenzeria e l’immagine mariana raffigurata come Mater Peccatorum. L’immagine, di 2,50 m di altezza, ha lo sguardo rivolto alla croce ad indicare il cammino del cristiano che si appresta a celebrare l’eucaristia.
La Via Crucis è collocata lungo le pareti dell’aula ed è costituita da delle sottrazioni a forma di croce: come un fossile che lascia la sua impronta, le croci sono gettate in opera insieme alla struttura dell’aula.
Il portale è costituito da due parti principali: la parte inferiore è determinata da tre ante, complessivamente larga 3m e alta 4 m; la parte superiore presenta lo stesso decoro della parte inferiore, ovvero un disegno modulare che trae ispirazione dall’immagine del sacro cuore, costituito da una gelosia in ferro e da una vetrata retrostante.
Funzionalità distributiva
Il nucleo del complesso parrocchiale è costituito da un ampio sagrato dal quale ha accesso l’aula liturgica. Il lotto è caratterizzato dalla presenza di un percorso pedonale pubblico che lo attraversa, e che dà accesso al centro parrocchiale, e agli uffici del parroco. L’ambito accogliente che si genera tra l’aula liturgica, il centro parrocchiale e il campanile è aperto a molteplici usi da parte della comunità, come ad esempio la possibilità di svolgere funzioni all’aperto.
Le funzioni parrocchiali sono concentrate in un unico plesso distribuito su tre livelli. L’atrio di ingresso ospita i collegamenti verticali (scala e ascensore) e distribuisce al piano terra n.8 aule di dimensioni variabili e accorpabili tra loro garantendo flessibilità per le molteplici attività che ospiteranno. Dall’atrio di ingresso si può raggiungere il giardino e l’area gioco esterna, fungendo da filtro di controllo. Al primo piano, si trova un’altra aula (divisibile per ottenere due aule più piccole) e la casa canonica, costituita da un soggiorno/cucina comune, e tre camere con area studio e bagno privato. L’abitazione dispone anche di un accesso indipendente tramite un corpo scala autonomo.
Al piano -1, si trova il salone parrocchiale che si configura come un ambiente a tutta altezza assicurando una spazialità ampia e gradevole; esso dispone di un’area per il palco, depositi e servizi igienici. Dal salone parrocchiale si raggiunge una corte esterna che consente tramite un collegamento verticale di raggiungere la quota del giardino. La scelta di collocare il salone parrocchiale al piano cantinato, ha un duplice vantaggio: liberare spazi per le attività ricreative all’aperto, e risolvere le problematiche tecniche legate alla presenza del grande scavo limitrofo all’area.
Aspetti tecnici e manutentivi: impianti tecnologici e strutture.
Il complesso è costituito da tre corpi di fabbrica che sono stati pensati dal punto di vista strutturale in modo analogo. Le strutture saranno gettate in opera in calcestruzzo isolante pigmentato, con particolare attenzione al tema delle casseforme, in modo da evidenziare la matericità della sedimentazione e della stratificazione della roccia. La geometria pensata per la copertura della chiesa dà la possibilità di sfruttare una rigidezza intrinseca della forma utilizzando uno spessore ridotto degli elementi membrana, vincolato principalmente dalle indicazioni normative. Per la copertura dell’aula, verranno utilizzate travi tralicciate ancorate alle pareti in c.a., sulle quali sarà realizzato un pacchetto di copertura adeguatamente coibentato e finito con lastre metalliche aggraffate senza forature.
Per le altre strutture del complesso parrocchiale si è pensato ad una tipologia costruttiva che combini l’utilizzo dell’XLAM e del c.a. Per la copertura del salone parrocchiale si utilizzeranno travi tralicciate in acciaio.
Per gli aspetti funzionali e di gestione economica del complesso parrocchiale, particolare importanza rivestono l’impianto elettrico di potenza, di illuminazione e l’impianto termico. L’impianto elettrico sarà dimensionato per essere il più efficace possibile, ponendo particolare attenzione allo sfasamento dei carichi; per tutti i corpi illuminanti interni si utilizzeranno lampade a LED mentre per quelli esterni, lampade con tecnologia ad induzione. L’impianto termico è stato pensato per rispondere ai criteri di efficacia ed efficienza per volumi che tipicamente si sviluppano in altezza come l’aula liturgica, utilizzando un sistema di distribuzione radiante a pavimento per il caldo e per il raffrescamento unità interna di distribuzione dell’aria con tecnologia a dislocamento. Per compensare il fabbisogno elettrico, è stato pensato un impianto fotovoltaico che, data la ridotta disponibilità di superfici su cui realizzarlo, sarà del tipo a concentrazione, e dall’energia solare sarà prodotta l’ACS.
Grande importanza assumerà la regolazione della ventilazione naturale, in particolare per l’aula liturgica, in modo da garantire un sistema free-cooling nelle mezze stagioni con un significativo risparmio energetico: a tal fine, saranno utilizzati camini di ventilazione realizzati all’interno della muratura lungo il perimetro dell’aula e lungo la parete posta tra l’aula e le due cappelle del Santissimo e di Sant’Annibale Maria di Francia.
Per l’ottimizzazione della manutenzione e il risparmio energetico, il progetto prevede l’utilizzo di un sistema domotico di controllo e gestione di tutti gli impianti tecnologici. Anche la termoventilazione sarà gestita tramite domotica, e strutturata a zone per adattarsi ai diversi tempi e usi del complesso. Infine per la gestione della luce artificiale dell’aula si prevede la programmazione di diversi scenari, finalizzati ad un utilizzo semplice ed immediato. Tutti i sistemi di controllo e gestione saranno accessibili anche da remoto.
AM3 Architetti Associati è fondato nel 2011 dagli architetti da Sinistra Marco Alesi, Alberto Cusumano e Cristina Calì.
La ricerca dello studio si focalizza sul rapporto tra la volontà di trasformazione insita nel progetto di architettura e le specificità del contesto per cui è immaginata. AM3 AA ha ricevuto vari riconoscimenti tra i quali la Menzione d’onore per il Premio Giovane Talento dell’Architettura Italiana 2015 promosso dal CNA. Nel 2016 è stato selezionato alla 15° Biennale di Architettura di Venezia – Padiglione Italia Taking Care con il progetto per la riqualificazione del Lungomare di Balestrate. Nel 2018 è tra i sei studi invitati da Mario Cucinella, curatore del Padiglione Italia “Arcipelago Italia” alla 16° Biennale di Architettura di Venezia, ad elaborare un progetto sperimentale su Gibellina e la Valle del Belìce. Nel 2022 è tra i 10 studi invitati a presentare una proposta di curatela per il Padiglione Italia per la 18° Biennale di Architettura di Venezia.
Realizzazione della Chiesa di Sant’Annibale Maria Di Francia, della casa canonica e dei locali di ministero pastorale a Giardini
Committente: Parrocchia San Pancrazio Vescovo – Arcidiocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela
Studio di architettura: AM3 architetti associati, www.am3studio.it
Opere d’arte: Igor Scalisi Palminteri
Consulente liturgico: Frate Andrea Dall’Amico
Consulente Strutture: ABGroup Ingegneria srl
Consulente Impianti: Cartia e Chifari Ingegneri srls
Geologo: Studio geologico Graziano e Masi Associati