Il progetto vincitore del concorso per il nuovo complesso parrocchiale a Benevento si articola intorno alla piazza – sagrato quale luogo di transizione e raccoglimento dove si sviluppa il percorso devozionale della Via Crucis
Un luogo specifico
Il progetto vuole creare un “luogo” all’interno di un ambito che non ha specifici riferimenti data la collocazione isolata all’esterno della città. L’approccio insediativo del nuovo complesso nasce dalla successione temporale dei tre lotti previsti dal concorso, che si dispongono a formare una piazza interna a definizione il sagrato quale luogo di transizione e raccoglimento nel quale si sviluppa il percorso devozionale della Via Crucis.
I volumi arretrano rispetto alla strada utilizzando i parcheggi e l’area esterna attrezzata con campetto sportivo come filtro tra la strada e lo spazio sacro.
Il sagrato, racchiuso dai tre edifici e dal muro di contenimento che regima la pendenza del terreno, si apre verso sud mettendo in relazione diretta lo spazio sacro con la vista sulla città di Benevento.
Riconoscibilità dell’edificio sacro
La dislocazione dei volumi contribuisce ad una sequenza controllata di visuali che nel percorso di avvicinamento al complesso rivelano gradualmente i rapporti visivi e funzionali tra gli edifici e l’ambiente circostante. La collocazione del campanile isolato a lato della Chiesa indica a distanza, provenendo dalla strada, la presenza del complesso.
All’ingresso dalla via si scende leggermente per entrare nel parcheggio e si percepisce la Chiesa sul fondo della composizione, incorniciata dalla quinta formata dai due edifici dei locali di ministero pastorale e della canonica.
Una croce posta a lato dell’ingresso e la facciata impreziosita da un motivo ottagonale, l’ogdoade che richiama le otto cappelle delle contrade ora utilizzate che vengono qui idealmente riunificate, sono elementi distintivi dell’edificio sacro.
Profilo estetico, formale
Ulteriori e fondamentali segni caratterizzanti sono l’utilizzo di forme morbide e tondeggianti che disegnano l’area dall’ingresso al complesso in modo da concepire una linea curva continua che avvolge e riunifica gli edifici e l’organizzazione delle aree esterne.
In questo modo la linea della composizione, a partire dalla rotatoria ipotizzata sulla strada, scorre come un nastro ininterrotto che avvolge i volumi ellittici e circolari delle costruzioni, in modo da eliminare qualsiasi allineamento e contrapposizione tra la disposizione degli elementi.
L’impronta mediterranea della Chiesa è esaltata dall’utilizzo della pietra locale il tufo e l’intonaco sabbia chiaro di rivestimento, cui si con trappongono elementi di contemporaneità come la croce e le finestrate in metallo.
Impianto liturgico (a cura del liturgista)
Il progetto presenta la chiesa parrocchiale come tempio dello Spirito Santo. Il mosaico degli apostoli riuniti in preghiera con Maria, la Madre di Gesù (Atti 1,12-14; 2,1-3) è il simbolo ispiratore e rappresenta la comunità riunita alla domenica.
Il grande Crocifisso, come culmine della via della croce, ricorda oggi che lo Spirito è dono di Cristo morente sulla Chiesa dal grande lucernario che occupa il posto della tradizionale volta, la luce (Atti 2,3-4) piove – sull’altare dove, per l’invocazione dello Spirito, vengono consacrati i doni del pane e del vino, – e sull’ambone e sulla sede presidenziale da cui prende vita l’annuncio e la preghiera come voce di Cristo oggi.
L’utilizzo continuo del vetro soffiato testimonia come la luce (lo Spirito) pervade ogni cosa.
L’ambone, luogo dell’annuncio, ricorda la Maddalena, l’apostola che per prima vede il Risorto e riceve il mandato di annunciarlo ai discepoli.
Il battistero è previsto a fianco di un ingresso in quanto il battesimo è il rito di entrata nella Chiesa (Gv19,26-279; la vasca è ottogonale (ogdoade: 7+1) e simbolicamente preannuncia che il battezzato entra nell’ottavo giorno, nella domenica senza tramonto.
Il tabernacolo è collocato a fianco del presbiterio in un luogo da permettere l’adorazione.
Il ricordo della Madonna del Rosario di Pompei a cui era dedicata la parrocchia è collocata in modo da favorire la devozione, ben sapendo che la presenza di Maria è testimoniata dal mosaico centrale degli apostoli riuniti con Maria la Madre di Gesù.
Opere d’arte
Per gli arredi della chiesa dedicata al Santo Spirito sono stati pensati degli arredi che potessero essere identificati come i fuochi della liturgia mediante elementi dalla forte contemporaneità e innovazione.
L’altare, a pianta rettangolare, posto al centro dell’area presbiteriale sarà realizzato in marmo tipo botticino e lamina di ottone patinato bianco. La lamina di ottone avrà una lavorazione superficiale che consentirà di intravedere i bagliori dorati del metallo, mentre la patina bianca darà un senso di uniformità all’arredo.
L’ambone rievoca l’episodio dell’annuncio dell’avvenuta risurrezione di Maria Maddalena agli Apostoli con le parole “Ho visto il Signore” parole che verranno incise sul marmo bianco.
L’ottone patinato sarà decorato con 4 inserti vitrei di colore giallo che richiamano sia i lunghi capelli della Maddalena nella iconografia tradizionale e parallelamente anche i 4 evangelisti.
A completare il luogo liturgico il porta cero pasquale che potrà essere spostato in base alle necessità della liturgia.
La sede del celebrante sarà realizzata in marmo bianco con schienale in ottone patinato bianco e inserto vitreo di colore verde.
Il tabernacolo sarà realizzato in ottone internamente dorato con formella frontale sempre in ottone lavorato artisticamente a raffigurare una croce che prosegue in forma di inserto vitreo sul basamento sottostante.
Il Crocifisso absidale è pensato in bronzo patinato bianco.
Il fonte battesimale, anch’esso realizzato in marmo bianco e lastra di ottone patinato bianco con tre inserti vitrei di colore azzurro come l’acqua, è ottagonale, richiamando l’ottavo giorno e potrà essere utilizzato per immersione utilizzando la vasca antistante realizzata contestualmente alla pavimentazione, oppure per infusione utilizzando il catino del fonte.
Integra il fonte battesimale il porta cero pasquale, fondamentale nella liturgia del battesimo.
Il fonte battesimale sarà corredato da una teca in vetro per gli oli sacri.
La scultura mariana sarà realizzata con un basamento in marmo che prosegue alle spalle della scultura come una piccola nicchia e sarà realizzata in bronzo patinato bianco che tiene in braccio il Bambin Gesù e con una mano porge il rosario ai fedeli.
Infine la Via Crucis è pensata in bronzo con patinatura classica sovrapposto ai rettangoli marmorei predisposti nella muratura.
Aspetti funzionali
Il progetto rispetta tutti gli aspetti funzionali e dimensionali previsti dal programma del bando e la divisione in lotti distinti consente ad ogni edificio di avere la propria autonomia funzionale e di utilizzo in maniera indipendente dagli altri.
Questo aspetto rimane soddisfatto nelle tre fasi temporali previste per la costruzione del nuovo complesso, in modo che la logistica dei cantieri non interferisca con l’uso autonomo dei lotti già realizzati.
Il sagrato principale diventa luogo di incontro protetto e verrà utilizzato per le cerimonie all’aperto, mentre l’area attrezzata rimane all’ingresso del lotto in modo da avere un accesso indipendente seppur collegata al complesso.
La Chiesa è uno spazio ellittico che accoglie l’aula ed il presbiterio con i poli liturgici.
Il fonte battesimale, posto all’ingresso della chiesa, e la cappella del Santissimo, a lato del presbiterio, sono collocati in spazi intimi e raccolti che si affacciano verso l’aula al di sotto di un volume più basso che include la sacrestia e gli uffici parrocchiali.
Il salone parrocchiale con gli uffici della Caritas sono al piano terra dell’edificio dei locali del ministero pastorale mentre il piano superiore accoglie le aule di catechesi con i servizi igienici.
La canonica organizza i suoi locali su due piani con la zona giorno al piano terra e la zona notte al primo piano.
Aspetti tecnologici
Si utilizzano materiali eco-sostenibili, rinnovabili o riciclabili e soluzioni costruttive per lo più tradizionali, ottimizzando tempi di realizzazione, manutenzione e gestione dell’edificio.
Si adottano impianti mirati a criteri di auto-sufficienza energetica con sistemi tecnologici innovativi a basso consumo come la ventilazione meccanica controllata per il riscaldamento e raffreddamento degli ambienti e per il ricambio di aria.
Dal punto di vista strutturale, anche per soddisfare i requisiti antisismici, si adotta una tecnica costruttiva tradizionale: cordoli di fondazione su palificate; strutture verticali di contorno in cemento armato tamponate con biomattoni e cappotto esterno con isolanti naturali; solai in travetti precompressi alleggeriti mediante elementi modulari di plastica riciclata.
Marco Castelletti arch, concentra il suo interesse, nei primi anni di attività, sul tema della riqualificazione urbana con la partecipazione ed affermazione in diversi concorsi di architettura. Oltre ai numerosi riconoscimenti ottenuti al premio Maestri Comacini, ha ricevuto nel 2004 due premi all’Award AR+D Emerging Architecture presso il RIBA di Londra, nel 2006 la menzione d’onore alla Medaglia d’oro all’Architettura Italiana alla Triennale Milano e nel 2009 il premio internazionale Ischia di Architettura. Assieme all’arch. Boris Podrecca di Vienna ha progettato la chiesa di Milano nel quartiere di Quarto Oggiaro ultimata nel 2016.
Monica Mazzolani e Antonio Troisi, nel 1988 iniziano a collaborare con Giancarlo De Carlo presso il suo studio di Milano e dal 1994 diventano soci di progetto. Nel dicembre 2005 fondano MTA Associati, con lo stesso intento di ricerca ed elaborazione nel campo dell’architettura e dell’urbanistica. Basandosi sull’esperienza precedente lo studio continua la sua esplorazione sociale attraverso progetti che riflettono sul contesto fisico e sociale e sull’uso della tecnologia e di soluzioni spaziali innovative, con particolare attenzione alla sostenibilità.
Gruppo di lavoro:
capogruppo: architetto Marco Castelletti
progettista: architetto Monica Mazzolani
progettista: architetto Antonio Troisi
Liturgista: Gianfranco Venturi
Artista: Albano Poli
Collaboratori: Giuseppe Piovaccari, Jennifer
Simona Porro, Ermanno Yasser Cairo
Rendering: Carla Andreja Ricchioni