Cercando la Città Altrove – Foto d’Architettura riflessa. Ovvero come si riflettono le Architetture nelle acque di Città
Da anni Giancarlo Leone – Architetto – porta avanti una ricerca sulla qualità della vita nei contesti urbani: “La Città non è più polis o civitas ma è diventata sinoichia, coabitazione, un insieme di persone indiFerenti le une alle altre che abitano nello stesso luogo, regolate da rapporti basati sul danaro. La gente vive pertanto in un finto ordine urbano, privo di Condivisione, che mal si coniuga con la Poesia dei loro Cuori”.
Cercando, è approdato nella “Città Altrove”, lungo le acque urbane, dove tutto scorre alla giusta velocittà. Un luogo in cui le architetture si riflettono attraverso il silente movimento delle acque, restituendo pause di qualità urbana alla Collettività. Riflessi che, a volte, ricordano “un acquarello, un olio”, “un quadro puntinista”, o “un riferimento a Sironi”.
Riportando l’Anima Urbis all’Arte. Del Vivere.
E così come l’Arte, anche la Città Altrove, è illimitata per immagini, legami e rimandi. The City On The Water è dunque una ricerca incompleta e mai finita, che porta “Altrove”, oltre l’Orizzonte del costruito. Quell’orizzonte che non c’è, perché eFimero come quei riflessi veri, privati del tempo. Un eFimero che si manifesta in nuovi contesti urbani ed in nuovi fogli d’acqua. Un ossimoro, lucida pazzia di un architetto.
Più di 200 scatti fotografici – con il telefonino e senza fotoritocco – ritraggono l’eFimero dei riflessi veri. Nel caso di Milano la città restituisce le sue Architetture sull’acqua della Darsena, del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese, in momenti sempre diversi per il passaggio di una papera, di una canoa o di un pesce che mangia in superficie. O perché il vento è entrato in Città. E così a Venezia le Architetture bizantine baciano l’acqua tra un moto ed un altro; a Firenze l’Arno fa da tela a un dipinto urbano; ad Acitrezza i Malavoglia tornano a navigare sulle acque salate; a Villa Adriana, Tivoli, la Storia risale a galla. O a Chioggia dove le Architetture sono orgogliose di sé stesse lungo i piccoli canali; ma mai quanto le “acque del Vanvitelli” alla Reggia di Caserta. O a Madrid dove l’Eleganza permea ogni cosa, e a Genova i cui colori generano vita.
Le foto sono stampate su carta cotone ed incorniciate in legno di tiglio, sono tutte alte 30 cm, di varie larghezze. Sono scattate con iPhone e sono senza fotoritocco.
Mostre concluse
• Bag Bocconi Art Gallery – Milano | settembre 2022 / giugno 2023
• Museo Civico Castello Ursino – Catania | settembre 2023 / ottobre 2023
• Malpensa Airport Terminal – Milano | 15 aprile 2024 / 31 agosto 2024
• Acquario Civico – Milano | 9 ottobre 2024 / 17 novembre 2024
• Biennale dello Stretto – Campo Calabro | 18 settembre 2024 / 14 dicembre 2024
Sull’acqua ovvero Il teorema di Leone, rabdomante dei riflessi
Stefano Casciani 17 giugno 2022, Milano, 32 gradi Celsius
“Tecnicamente, l’autore di queste immagini non è un artista. Giancarlo Leone è architetto e urbanista – “nel senso di studioso della città” come egli stesso sostiene, ma in realtà il suo modo di progettare sottende l’idea che disegnare una nuova realtà costruita – un edificio, un quartiere, un parco, forse anche un interno domestico – significa comunque confrontarsi con l’idea di città. O perlomeno quell’idea di città come luogo di incontro e interazione sociale, di possibile sperimentazione di modi abitativi, di utopie realizzabili o almeno di tentativi di realizzare utopie, come da progettisti abbiamo pensato alla città per molto, forse troppo tempo.
La particolarità di queste immagini, il loro indiscutibile fascino nel raccontare un universo liquido di cui Leone sembra aver scoperto la segreta porta di accesso sta forse proprio nella loro origine da una variazione su questo pensiero progettuale. Ovvero si direbbe che Leone – invece di pensare alla città unicamente nella sua dimensione progettabile concreta, quella fatta di malta e mattoni, cemento e vetro, leggi cervellotiche e pratiche kafkiane, che trattiene normalmente l’architetto al tavolo da lavoro, sul cantiere o nell’uFicio dell’amico avvocato – abbia un bel giorno deciso di lasciare questi luoghi deputati per uscire a guardare la città e i suoi spazi: prendendo atto semplicemente della loro esistenza.
Per vedere oltre lo sguardo del progettista ben allenato – e forse anche troppo abituato – a riconoscere nel già costruito le lacune adatte a possibili interventi, errori e possibili loro correzioni o semplicemente immaginare altri possibili universi costruiti dall’illusione ottica, si è dotato dello strumento più immediato, il mezzo fotografico e le sue capacità di lettura di luce e forme, lasciato sostanzialmente quasi libero di riprodurre l’interno e l’intorno delle acque Milanesi, in primis quelle dei Navigli.
È naturalmente lo stesso Leone a decidere cosa e quando inquadrare e scattare, ma è pronto al rischio che sotto i suoi occhi, una volta individuata una certa composizione di notevole interesse estetico o emozionale (i due aspetti dovrebbero coincidere) improvvisamente la stessa immagine con l’identica casualità con cui si è generata si trasformi completamente: e che quelli che prima sembravano i riflessi di un pensiero novecentista, razionalista o eclettico assumano i contorni rasserenanti dell’Impressionismo, o quelli meno rasserenanti dell’Espressionismo Astratto e quelli ancora meno rassicuranti dell’Ars Electronica, magari solo per il passaggio di un anatra e dei suoi anatroccoli, o solo un réfolo di vento o il passare di una nube più luminosa o tetra delle altre…
Del resto è noto che la Natura contiene già ogni possibile forma di immagine e arte antichissima o contemporaneissima e che i nostri tentativi di riprodurne la gigantesca grandezza sono solo speranza di lasciare tracce di un genere insignificante in confronto all’eternità della Natura stessa: vexatissima quaestio che pochi hanno avuto il coraggio di anacronisticamente aFrontare – Paolo Portoghesi, uno per tutti (gli architetti) – e che forse la già iniziata catastrofe climatica indurrà a ripensare, specialmente rispetto all’elemento liquido per eccellenza che Leone ha scelto come tavolozza per le sue immagini.
E qui si arriva alla dimostrazione del teorema di Leone, del tutto empirica è chiaro: ovvero se tutto quello qui scritto è anche solo minimamente in parte vero, se senza trucco e inganno questo creatore di immagini è riuscito ad avventarsi nel terreno dell’immagine pura – afunzionale o dotata solo di funzione estetica – per produrre una sua Enciclopedia dell’Acqua, se perfino una città illusoria e autoillusoria come Milano acquista qui una dimensione felicemente onirica, allora Giancarlo Leone va iscritto honoris causa all’Ordine degli Artisti, anche per meriti speciali come rabdomante di riflessi.”
Giancarlo Leone è nato a Catania nel 1964. Architetto, titolare, con Luta Bettonica, dello studio Bettonica Leone, si occupa di Architettura e Industrial Design, a Milano e Catania. Laureato al Politecnico, nel 1992, inizia a lavorare in collaborazione con lo studio di famiglia “studio Architetti Leone” redigendo i Piani Regolatori Generali di alcuni Comuni Etnei – Misterbianco, Sant’Agata li Battiati, Mineo, Gravina di Catania. Nella sua città natale progetta e realizza il primo intervento architettonico relativo alla progettazione di una villa residenziale.
Contemporaneamente a Milano si occupa di ristrutturazioni ed arredamenti, restauro architettonico ed allestimenti. Guarda all’Architettura in ogni dove, cercando di intervenire quando i processi evolutivi lo consentono. Vive e lavora tra Milano e il Capoluogo Etneo studiando le Città: Come vivono i cittadini nelle Città? Quali restrizioni e quali benefici ne hanno? Queste sono le domande alla base dei pensieri, degli scritti e delle riflessioni anche fotografiche.