A cura di Marco Angelosanti
Quando si affronta un progetto di restauro o di intervento su un edificio esistente, avere dati non accurati è un po’ come farsi confezionare un abito per un’occasione importante senza prendere correttamente le misure: il risultato potrebbe non adattarsi alle specifiche necessità.
Ecco perché in Lombardini22 il rilievo digitale è uno strumento imprescindibile, permettendoci di ottenere un quadro globale e dettagliato dell’organismo edilizio su cui interveniamo. Queste metodologie avanzate combinano tecnologie come le scansioni laser e la fotogrammetria da drone e camere ad alta risoluzione – che producono delle nuvole di punti 3D – assieme ai sistemi di posizionamento satellitare GNSS (Global Navigation Satellite System), fornendo una rappresentazione altamente accurata della realtà.
Nello specifico, questo dettaglio è essenziale nel caso di edifici come le chiese che nel tempo hanno subito innumerevoli trasformazioni, restauri e talvolta anche danni strutturali (Angelosanti et al 2022, 2023).
Grazie ai rilievi digitali è possibile confrontare la geometria reale con quella teorica, verificare eventuali fuori piombo e disallineamenti nelle piante e nelle facciate: è infatti possibile un monitoraggio globale, sia della parte strutturale che del degrado materico, per individuare segni di cedimento strutturale prima che diventino problematici (Fig. 1).

In tal senso, queste tecnologie acquistano ancora più valore nell’ambito della gestione del rischio, dimostrandosi strumenti fondamentali non solo per il monitoraggio e la prevenzione, ma anche per la ricostruzione e la conservazione del patrimonio architettonico colpito da eventi calamitosi.
I terremoti minacciano da sempre il patrimonio ecclesiastico, causando crolli devastanti, come in Centro Italia nel 2016-2017 e in Umbria e Marche nel 1997, con gravi danni a chiese simboliche come la Basilica di San Francesco ad Assisi e quella di San Benedetto a Norcia, e in Irpinia nel 1980. Ma si pensi anche agli incendi distruttivi che hanno colpito le copertura di Notre Dame de Paris il cui restauro ha beneficiato della presenza di un rilievo effettuato con queste tecnologie, la Cappella della Sindone a Torino o alle alluvioni che possono causare danni strutturali, infiltrazioni d’acqua e il deterioramento degli apparati decorativi, come nel caso della Basilica di San Marco a Venezia.
Di fronte a tali eventi, le tecnologie digitali offrono oggi strumenti senza precedenti che consentono di facilitare interventi tempestivi più consapevoli. O ancora, per preservare una memoria accurata delle architetture, svolgendo una funzione divulgativa, si riporta l’esempio della restituzione di San Paolo Converso (fig. 2-4). In questo progetto, tramite un tour virtuale nel modello, è stato possibile descrivere, simulare e pensare a futuri scenari.


Ma la tecnologia non si ferma alla sola raccolta dei dati (Citelli et al, 2020, 2025). La vera innovazione avviene quando queste informazioni vengono utilizzate per la creazione di un modello BIM (Building Information Modeling), trasformando la nuvola di punti in una rappresentazione strutturata dal punto di vista geometrico ed informativo dell’edificio.
Il modello BIM non è un semplice modello tridimensionale, ma un database intelligente che associa ad ogni elemento informazioni specifiche: materiali, stato di conservazione, proprietà fisico-meccaniche (Currà et al, 2022). Questo consente non solo di documentare lo stato dei luoghi con precisione, ma anche di simulare interventi futuri con maggiore consapevolezza.
Un modello BIM costruito a partire da un rilievo digitale diventa così uno strumento dinamico, utile per il restauro, la manutenzione e la gestione dell’edificio nel lungo termine. Nel caso delle architetture ecclesiastiche, questa possibilità permette di coniugare conservazione e innovazione con maggiore consapevolezza.
Grazie a queste tecnologie, in Lombardini22 possiamo leggere le architetture del passato con occhi nuovi, cogliendone la complessità e preservandole nel miglior modo possibile. È come cucire un abito su misura, ma con strumenti che ci permettono di vedere oltre il tessuto, fino all’ordito stesso della costruzione. Se solo i maestri costruttori di un tempo potessero vedere ciò che siamo in grado di fare oggi, forse ne rimarrebbero affascinati tanto quanto noi lo siamo davanti alle loro opere.




Marco Angelosanti. Ingegnere e ricercatore, con PhD in ingegneria dell’architettura e dell’urbanistica. Da sempre cerco di trasformare le mie passioni in attività di ricerca e professione, recependo e integrando tra loro le varie innovazioni digitali. Lavoro tra BIM, GIS e Digital Survey per alzare il livello qualitativo del nostro lavoro di progettisti, semplificandoci la vita.
Per approfondire leggi l’articolo su Lombardini22:
Lombardini22: Eccellenza italiana nell’architettura e nell’ingegneria
Reference:
Angelosanti et al, BIM-Based Workflow for Managing Multi-risk Factors of Open Spaces in Historical Built Environment, January 2023, Smart Innovation, DOI: 10.1007/978-981-19-8769-4_33
Citelli, Drudi,BIM: galassie di processi digitalizzati da: https://www.ingenio-web.it/articoli/bim-galassie-di-processi-digitalizzati/
Citelli, Mercuri, Architettura e AI generativa: una nuova frontiera per la creatività e la progettazione da: https://www.ingenio-web.it/articoli/architettura-e-ai-generativa-una-nuova-frontiera-per-la-creativita-e-la-progettazione/
Angelosanti et al, BIM oriented applications of structural health monitoring based on magnified digital image correlation point-clouds,January 2023, Automation in Construction 148(104754), DOI: 10.1016/j.autcon.2023.104754
Angelosanti et al, Representation and knowledge of historic construction: HBIM for structural use in the case of Villa Palma-Guazzaroni in Terni, February 2021 Rivista Tema 7(1):2021, DOI: 10.30682/tema0701b
Currà et al, HBIM between Antiquity and Industrial Archaeology: Former Segrè Papermill and Sanctuary of Hercules in Tivoli, January 2022, Sustainability 14(3):1329, DOI: 10.3390/su14031329