La maggior parte delle antiche chiese italiane è soggetta all’umidità di risalita che ne danneggia le strutture e i decori al loro interno. Per bloccare definitivamente questo problema l’azienda Biodry (sito web) ha sviluppato un’ innovativa tecnologia. Si tratta di un dispositivo leggero e di piccole dimensioni che funziona come un’antenna in grado di annullare l’onda elettrica presente nella muratura dovuta alla presenza di acqua.
È un sistema passivo, non necessita di collegamenti elettrici né lavori in muratura. È totalmente reversibile, non invasivo, ideale negli edifici storici tutelati.
Il caso della chiesa di Valle San Floriano
La chiesa di Valle San Floriano a Marostica in provincia di Vicenza è esempio di come grazie a Biodry (Instagram) l’umidità di risalita è stata risolta in modo definitivo.
Lo testimonia l’architetto Duccio Dinale, incaricato negli anni scorsi di seguire diversi lavori di manutenzione straordinaria all’edificio, tra cui la risoluzione dell’umidità di risalita.
La testimonianza
L’architetto Dinale racconta come la prima documentazione dell’edificio sacro risale al 1124 come chiesa di un monastero benedettino. La chiesa, originariamente di piccole dimensioni, è stata rimaneggiata e notevolmente ampliata fino ad arrivare alla configurazione attuale che deriva da un’impostazione settecentesca.
L’edificio si trova ai piedi di una zona collinare, in particolar modo in una zona di displuvio della collina soprastante. Per la realizzazione del monastero l’area fu spianata dunque l’acqua di displuvio arriva al livello dell’immobile senza riuscire a defluire a valle. Per tale motivo era presente umidità di risalita nell’intera aula della Chiesa e nella sacrestia. Un tentativo di risoluzione venne fatto circa quarant’anni fa realizzando una canaletta di scolo delle acque. Ma questa soluzione non fu sufficiente.
L’umidità di risalita provocava esfoliazioni delle tinteggiature e dell’intonaco sottostante con fioritura di sali, la percezione di umidità in sospensione nell’aria e murature umide al tatto.
La risoluzione dell’umidità di risalita
Inizialmente l’architetto aveva intenzione di risolvere il problema facendo delle iniezioni di resina epossidica a bassa pressione, come aveva già fatto in altre situazioni. Casualmente una ditta di intonaci con cui lavorava gli menzionò Biodry (Facebook).
Il tecnico Biodry che l’architetto Dinale contattò andò a fare delle misurazioni nella chiesa per rilevare il livello di concentrazione di umidità e la sua altezza rispetto al pavimento, che si attestava tra i 90 e i 140 cm. Per risolvere la presenza dell’umidità era sufficiente installare un solo dispositivo Biodry. La proposta venne accettata sia dalla parrocchia che dalla Soprintendenza.
L’installazione del dispositivo avvenne nel 2018 nel punto dove l’applicazione risultava più efficiente. Fu rapida poiché il dispositivo è grande come un mattone e bastano due viti per applicarlo.
I restauri su intonaci e tinteggiature vennero eseguiti dopo che le murature si furono un po’ asciugate, ovvero il tempo necessario affinché la fioritura dei sali, causata dal prosciugamento delle strutture, terminò in modo definitivo.
Ad un anno dall’installazione del dispositivo l’umidità era già sparita oltre del 50%. Dopo due anni l’umidità era sparita completamente sia nella Chiesa che nella Sacrestia.
L’ambiente ora è più salubre e quella percezione di umidità nell’aria non c’è più.
Arch. Paola Bettoni