Assistiamo ancora a rovinose alluvioni come quelle che hanno colpito l’Emilia-Romagna a maggio 2023 e le Marche nel settembre 2022 , che catalizzano l’attenzione dei social e dei media con articoli e programmi giornalieri. Passata la tempesta il rischio che corriamo è sempre quello che le ricostruzioni e i rammendi dei luoghi disastrati diventino percorsi di ordinaria amministrazione che si allungano e si concludono in tempi quasi geologici. Occorre assolutamente fare qualcosa prima per prevenire, per attenuare e mitigare gli effetti di questi eventi idrologici estremi.
Intervenire in anticipo
Non possiamo e non dobbiamo più aspettare gli accadimenti drammatici di questi giorni per poi dichiarare lo stato di emergenza e stanziare così enormi quantità di fondi per riparare i danni provocati dalle alluvioni e dalle siccità – abbiamo l’obbligo di intervenire prima per mettere in sicurezza i cittadini sia attraverso una maggiore attenzione alla problematica del dissesto idrogeologico e delle crisi idriche per siccità che mediante una programmazione nazionale pluriennale di spesa dedicata, per attenuare e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e per rendere più resiliente il nostro territorio che ha raggiunto livelli di occupazione del suolo impressionanti.
AIUTA GLI APICOLTORI ALLUVIONATI
Il bacino del Mediterraneo
I rischi associati al cambiamento climatico sono particolarmente elevati per le persone e gli ecosistemi nel bacino del Mediterraneo a causa di una combinazione di vari fattori, tra cui: una popolazione urbana numerosa e in crescita esposta alle ondate di calore; un numero elevato e crescente di persone che vivono in insediamenti minacciati dall’innalzamento del livello del mare; crescenti carenze idriche e inondazioni improvvise; crescente domanda di acqua per l’irrigazione agricola; perdita di ecosistemi.
Impatto sul 30% degli europei
L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) nel mettere a fuoco la gestione della disponibilità idrica a rischio a causa degli impatti dei cambiamenti climatici stima che circa il 30% della popolazione europea soffra di stress idrico in un anno medio e si aspetta che la situazione peggiori man mano che i cambiamenti climatici aumentano la frequenza, l’entità e l’impatto della siccità e delle alluvioni.
Due facce della stessa medaglia
Siccità & Alluvioni rappresentano dunque due facce della stessa medaglia che necessitano di urgenti scenari di intervento, da costruire attraverso strumenti partecipativi con metodologie strutturate di confronto con le comunità locali, da realizzarsi in tempi certi , quali i Contratti di Fiume e il Dibattito Pubblico, per anticipare possibili conflitti che spesso accompagnano la realizzazione degli interventi sia strutturali che non strutturali. Diverse sono le possibili alternative: scienza e natura ci indicano cosa dobbiamo fare, ma la politica non sembra dedicare alla prevenzione la necessaria attenzione, sembra prevalere oggi la spinta a gestire l’emergenza.
Casse di espansione per invasare la troppa acqua nei periodi di piena e restituirla dove utile e possibile nei periodi di siccità; invasi e dighe nelle parti alte dei bacini idrografici; rinforzi arginali al fine di minimizzare il rischio; un sistema di protezione civile e una pianificazione di emergenza che allerti direttamente i cittadini; interventi di compensazione e di miglioramento ambientale ed anche di delocalizzazione per ridare spazio ai fiumi favorendo in certi casi anche l’alluvionamento dei terreni ed infine una manutenzione e cura permanete del territorio.
Conclusioni
È necessario un cambiamento radicale nel rapporto tra uomo e natura ( rileggiamoci l’enciclica Laudate si ) attraverso modelli socio economici e socio ecologici di gestione e di sviluppo considerato che “ La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” come recita la nostra Costituzione.
Testo a cura di Endro MARTINI, Geologo Ambientale.
Già dirigente di strutture complesse in Regione Umbria. Si occupa di territorio e ambiente, di acqua, di contratti di fiume, di ecosistemi, biodiversità e di sviluppo sostenibile in progetti italiani e transnazionali. Membro del Comitato di Pilotaggio del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume. Coordinatore dell’ Area Tematica Nazionale Contratti di Fiume di SIGEA APS (Società Italiana di Geologia Ambientale) e membro della Commissione nazionale risorse idriche del Consiglio Nazionale dei geologi. Ama la Musica ed è tifoso della Fiorentina.