Il 26 luglio 1968 il Vescovo di Chiavari, mons. Luigi Maverna, istituisce una nuova parrocchia intitolata a Sant’Anna, già venerata in una antica chiesetta risalente al 1629, nella città di Rapallo che, a partire dal dopoguerra, si era ampliata a macchia d’olio tanto che il disordine urbanistico diede origine al neologismo di “rapallizzazione”.
L’alta concentrazione di edifici rende sin da subito difficile reperire un luogo dove insediare il nuovo complesso parrocchiale, attraverso il quale garantire ai cittadini un servizio permanente dal duplice significato: sociale ed ecclesiale.
Inizia così il travagliato iter burocratico e urbanistico di ricerca del sito:
Il sito della attuale chiesa ha richiesto una serie di complesse lavorazioni preliminari, indispensabili per potervi erigere la struttura: demolizione dei capannoni industriali e della ciminiera della precedente fornace, con la delicata bonifica dell’area dall’inquinamento da amianto e metalli pesanti, derivanti dalle strutture e dalle attività svolte nella fabbrica; cessione della proprietà del sottosuolo a privati, per spirito di collaborazione con l’amministrazione che auspicava la costruzione di box interrati, destinati ai tanti residenti della zona; fattivo affiancamento di Regione, Provincia e Comune nella realizzazione delle opere per la messa in sicurezza del Rio Boate: sistemazione del greto del torrente, realizzazione di nuova arginatura e di un ponte con possibilità di sopraelevazione in caso di rischio esondazione.
Tutto questo perché il sito concordato con l’Amministrazione comunale avesse anche i requisiti di sicurezza ambientale, necessari all’edificabilità e all’ottenimento dei permessi ai vari livelli.
Questa complessa situazione ha portato la parrocchia a gestire, per quasi cinquant’anni, un coacervo di professionisti di varia estrazione e competenza, districandosi tra pastoie burocratiche e difficoltà di ogni genere.
La conclusione di quest’opera, al di sopra di ogni umana fragilità, è segno della Onnipotenza di Dio, perché oggi essa dona alla cittadinanza intera luoghi profondamente riqualificati: un parco verde nel cuore più congestionato della città che ha ridotto i volumi preesistenti, un luogo di culto degna abitazione di Dio e di aggregazione della comunità, spazi
per una accoglienza aperta nelle opere parrocchiali, dai bambini agli anziani, privilegiando i più poveri.