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Santa Gilla e la cripta dei Martiri

La Cripta dei Martiri di Cagliari: Un Tesoro Sotterraneo

La Cripta dei Martiri di Cagliari è uno dei tesori nascosti della città, situata sotto il presbiterio della Cattedrale di Cagliari. Costruita tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, questa cripta scavata nella roccia ospita 179 nicchie contenenti le reliquie dei martiri di Cagliari, vittime delle persecuzioni sotto l’imperatore Diocleziano all’inizio del IV secolo.

Le reliquie furono scoperte durante scavi archeologici vicino alle chiese paleocristiane di San Saturnino e San Lucifero, testimoniando la profonda radice cristiana della città. L’accesso alla cripta avviene attraverso il presbiterio, che conduce a un vestibolo dove è sepolto l’arcivescovo che promosse la sua costruzione nel 1634. Le pareti della cripta sono rivestite di marmo e le nicchie, coperte da piastrelle policrome, aggiungono un tocco di colore a questo luogo sacro. La cappella principale, inaugurata il 27 novembre 1618, è dedicata a Santa Maria dei Martiri e presenta un soffitto a volta a botte riccamente decorato con motivi floreali e a rombi.

Accanto alla cappella principale si trovano due cappelle laterali a crociera, ciascuna con una dedica speciale. La cappella di sinistra, costruita nel 1624, è dedicata a San Saturnino, il patrono di Cagliari.

Questa cappella ospita un altare con la statua del santo e il monumento funerario del principe Carlo Emanuele di Savoia, scolpito da Antonio Cano dopo il 1802, che morì di vaiolo all’età di soli tre anni. La cappella di destra, costruita nel 1626, è dedicata a San Lucifero, vescovo della città. Al suo interno si trova l’altare con la statua del santo e il monumento funerario di Giuseppa Maria Luigia di Savoia, Regina di Francia, che morì a Londra nel 1810. Su richiesta dei suoi fratelli, Vittorio Emanuele I e Carlo Felice, il monumento fu scolpito da Andrea Galassi nel 1830. Questo luogo non è solo un sito archeologico di straordinario valore storico, ma anche un importante luogo di devozione religiosa, dove i fedeli possono venerare le reliquie dei martiri e riflettere sulla loro fede.

Santa Gilla di Cagliari: Vita e Martirio

Santa Gilla di Cagliari, nota anche come Santa Igia o Santa Ilia, è una figura venerata nella tradizione cristiana sarda, sebbene le informazioni storiche su di lei siano limitate e spesso avvolte nella leggenda. Si ritiene che sia vissuta durante il periodo delle prime persecuzioni cristiane, tra il III e il IV secolo.

La tradizione popolare narra che Santa Gilla sia stata martirizzata per la sua fede cristiana, rifiutandosi di rinnegare la propria religione nonostante le minacce e le torture. La sua devozione e il suo sacrificio sono le ragioni principali per cui è stata canonizzata e venerata come santa. La festa di Santa Gilla si celebra il 21 ottobre, un momento importante per i fedeli che partecipano a messe speciali e processioni per onorarne la memoria. Nonostante la mancanza di documenti storici dettagliati, la figura di Santa Gilla continua a rappresentare un simbolo di fede e resistenza spirituale per molti credenti.

Il Culto e l’Iconografia di Santa Gilla

Santa Gilla è venerata principalmente nella regione di Cagliari, dove diverse chiese e località portano il suo nome, anche se molte di queste strutture originali non esistono più.

La sua iconografia, come quella di molti martiri cristiani, è caratterizzata da elementi distintivi che simboleggiano la sua vita e il suo martirio. Santa Gilla è spesso raffigurata con un palmo in mano, simbolo universale del martirio e della vittoria della fede sulla morte. Indossa vesti semplici e tradizionali dell’epoca romana, riflettendo la sua origine storica e il contesto culturale in cui visse. Un’aureola intorno alla testa rappresenta la sua santità e purezza spirituale. Inoltre, può essere raffigurata con simboli del martirio, come una croce o strumenti di tortura, che richiamano la sua sofferenza e il suo sacrificio per la fede cristiana. In alcune rappresentazioni, Santa Gilla è mostrata in posizione orante, segno della sua devozione e del suo legame spirituale con Dio.

La venerazione di Santa Gilla è un esempio di come la fede e il martirio di individui dei primi secoli del cristianesimo continuino a influenzare la devozione religiosa contemporanea.

Le celebrazioni in suo onore, 21 ottobre con la festa della laguna, sono particolarmente sentite in Sardegna, riflettono una tradizione che ha resistito alla prova del tempo, mantenendo vivo il ricordo del suo sacrificio e della sua fede incrollabile. La sua figura, sebbene avvolta nella leggenda, rappresenta un potente simbolo di resistenza e dedizione spirituale, offrendo ai fedeli un modello di virtù cristiana da ammirare e seguire.

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