Linee guida per il recupero e la valorizzazione di tre edifici religiosi di proprietà comunale.
Le chiese di Sant’Anna, San Francesco di Paola, Madonna del Carmelo
Il 4 Aprile scorso si è svolto il convegno a San Cipriano Picentino, organizzato dal Comune di San Cipriano Picentino e dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, patrocinato dall’Arcidiocesi di Salerno – Acerno – Campagna, da Chiesa Oggi, dall’Urban Center di Salerno, dall’Ordine degli Architetti delle Province di Salerno e di Benevento, dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno.
Il tema – è stato trattato dai relatori che hanno illustrato la delicata questione del “riuso” degli edifici religiosi, non più adibiti al culto o rispondenti alle funzioni originarie, in vista della loro eventuale “riduzione allo stato profano non indecoroso”.
Le tre architetture studiate, S. Anna, San Francesco di Paola, Madonna del Carmelo, sono l’espressione, cronologicamente trasversale, di tre culti legati a storiche committenze.
I lavori sono stati aperti dall’arch. Patrizio De Rosa (Dottore di ricerca in Architettura– Tecnologie Sostenibili) e dalla Prof.ssa Serena Viola (Professore Associato di Tecnologia dell’Architettura presso lo stesso Dipartimento) che hanno sottolineato la duplice valenza del lavoro di ricerca messo in campo: da un lato opportunità per investigare nello specifico i problemi degenerativi dall’altro inquadramento metodologico nel dibattito per il recupero e la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico.
Gennaro Aievoli – Sindaco di San Cipriano Picentino – ha ricostruito l’iter procedurale che ha consentito all’Amministrazione comunale di giungere alla convenzione con il prestigioso Dipartimento dell’Università di Napoli e, successivamente, alla realizzazione delle indagini e delle analisi sui manufatti: “con orgoglio e soddisfazione – ha detto – presentiamo oggi i risultati scientifici di un lavoro lungo,che fa riflettere noi tutti sul di ‘riposizionamento’ di antiche strutture, sulla loro promozione culturale, anche in prospettiva di sviluppo turistico, rispettando il contesto sociale ed ambientale che le ospita”.
Successivamente, Don Sergio Capone – Parroco di San Cipriano, portando i saluti di Sua Eccellenza Mons. Luigi Moretti-Arcivescovo Metropolita di Salerno – ha sottolineato: “Appropriarsi della storia e delle proprie radici significa vivere e respirare quei luoghi che oggi, pur cambiando proprietà, rimangono punto imprescindibile di confronto e di ri-utilizzo in chiave moderna di spazi pensati per la fede e il culto di una comunità”.
L’Arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini ha invece evidenziato il ruolo dell’editoria specialistica nel promuovere best practice.
Ulteriormente, l’Arch. Pasquale Caprio – Presidente dell’Ordine degli Architetti di Salerno – ha puntato l’attenzione sul ruolo che ciascuno operatore ha, Architetti e addetti ai lavori soprattutto, per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio storico.
Il contributo dell’Arch. Patrizio De Rosa – Dottore di ricerca in tecnologie sostenibili – è stato finalizzato ad illustrare il contributo della ricerca per S. Cipriano Picentino che ha presentato i risultati delle analisi condotte sulle tre strutture, evidenziando la caratterizzazione dei processi di perdita delle funzionalità nel sistema edilizio, sottolineando l’importanza del concetto di rete tra i singoli edifici e rispetto al contesto urbano di cui fanno parte.
Ad intervenire sul ruolo dell’identità territoriale e sull’importanza delle testimonianze architettoniche, anche ‘minori’, è stata la volta di Maurizio Mele – Delegato alla Cultura del Comune di San Cipriano Picentino che, soffermandosi sul legame tra “Storia e Monumenti” ha evidenziato: “Il nostro compito, non è quello di conservare oggetti inerti, ma fa sì che ciò che rappresentano contribuisca a far crescere la conoscenza e la coscienza storica dei cittadini. La memoria collettiva di una Comunità si può leggere anche attraverso quello che ci tramandano le “pietre”: valori di libertà, di resistenza,di riscatto,di coesione sociale e di accoglienza“.
Successivamente il Dott.Gennaro Saviello – Responsabile del Servizi Culturali e Archivio Storico del Comune di San Cipriano Picentino – ha sottolineato il ruolo delle committenze artistiche anche in ambito rurale e della storia “locale” nei processi di recupero e di sviluppo: “La storia dei luoghi, la microstoria – ha detto – nel grande discorso del Tempo”.
L’Arch. Lucido Di Gregorio – Responsabile dello Sportello Unico delle Attività Edilizie e della Pianificazione del Comune di San Cipriano Picentino – che ha chiarito: “La memoria collettiva dovranno costituire una vera e propria base per la costruzione di un sistema economico in ambito locale“.
Il tema della “riduzione dello stato profano non indecoroso” è stato affrontato dall’Arch. Renè Bozzella– Dottore di ricerca in Metodi e valutazione per la conservazione integrata e Consulente dell’ufficio Patrimonio della Diocesi di Benevento” – puntualizzando: “Gli edifici di culto posseggono una funzione polarizzante in termini urbanistici, la riduzione allo stato profano non sordido, deve costituire un’eccezione al principio e l’alienazione l’extrema ratio”.
Successivamente è stato l’Arch. Caterina Parrello – Direttore di Chiesa Oggi – ad illustrare le “buone pratiche” del riuso del patrimonio religioso che non sfugge al problema dell’abbandono, del dismesso, del sottoutilizzato, dello sfitto. Incombe il processo di devastazione che trasforma Chiese e Conventi prima in edifici fantasma e poi in ruderi. Il rischio è la perdita di valore e di occasioni di lavoro, speranza, futuro, ma anche di senso, memoria, cultura: scompaiono frammenti di vita di comunità, fede, relazioni tra persone.
Senza dover necessariamente “privatizzare”, è interessante innescare sperimentazioni che, garantendo una fruizione pubblica, producano un impatto sociale, culturale ed occupazionale, soprattutto a favore delle giovani generazioni. In coerenza e rendendo contemporanei i valori della Chiesa.”
La Professoressa Serena Viola ha illustrato l’approccio metodologico in grado di tutelare l’identità preesistente – costruttiva, morfologica, percettiva e culturale – e salvaguardare la sacralità e la vocazione comunitaria lei luoghi. Nei tre casi di S. Anna, San Francesco di Paola, Madonna del Carmelo, il ruolo degli edifici rispetto allo sviluppo insediativo può diventare catalizzatrice di rigenerazione urbana.
a cura dott. Gennaro Saviello