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Protocollo d’intesa tra CEI e CIP: Il Card. Zuppi: “Nello sport più sport”

S. Em. Cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI e Arcivescovo della Diocesi di Bologna.

Martedì 11 marzo 2025 è stato firmato dal cardinal Matteo Zuppi e da Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), un Protocollo di intesa riguardante la diffusione dello sport e della cultura paralimpica all’interno dei luoghi destinati alle attività ludico-ricreative e motorie, come le parrocchie, gli oratori e i centri di aggregazione ecclesiale. Nella nota della Conferenza Episcopale Italiana si legge a riguardo: «L’intesa mira, infatti, alla realizzazione di un programma di promozione dell’attività sportiva per le persone con disabilità, ispirato al principio del diritto allo sport per tutti e al contrasto a ogni forma di discriminazione legata a qualsiasi condizioni di disabilità. Attraverso l’attività motoria e sportiva, e apposite campagne di sensibilizzazione, si lavorerà per migliorare le condizioni di pari opportunità delle persone con disabilità, utilizzando lo sport come strumento di inclusione sociale e, allo stesso tempo, utile all’accrescimento personale, alla valorizzazione delle capacità e al rafforzamento dell’autostima».

Il Presidente della CEI ha confermato per CHIESA OGGI: «Se è irrinunciabile che lo sport sia per tutti, a tutti si deve dare l’opportunità di praticarlo, anche a chi rischia di venirne escluso per diverse ragioni». Gli ambienti cattolici sono, invece, sempre stati attenti ad accogliere e a tutelare: l’attenzione verso ogni singola persona – precisa Zuppi – «è motivo di collaborazione profonda ed è una preoccupazione costante della Chiesa». Il Protocollo d’intesa consente anche di riflettere sul senso più profondo di come svolgere le attività sportive: «In particolare – prosegue il Cardinale – è far risaltare nello sport più sport, che nelle paralimpiadi è presente in modo precipuo, perché la competizione non è deformata da interessi particolari, ma esprime in modo pieno il valore degli sportivi e del gareggiare, senza cioè nessuna commistione economica o di altri fattori estranei alle manifestazioni sportive».

Intervista a cura di Don Samuele Pinna

Don Samuele Pinna, sacerdote ambrosiano, è docente invitato e collaboratore presso la Cattedra di Alti Studi Medievali Marco Arosio dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma e Cultore della materia teologica nell’Università Cattolica di Milano. Collabora con numerose riviste e testate giornalistiche ed è membro del comitato scientifico di Chiesa Oggi. È autore di diversi volumi di teologia (in particolare su Charles Journet, Giacomo Biffi e Benedetto XVI), di spiritualità e di letteratura: ha editato saggi su La Divina Commedia (IF Press, 2020), sul Don Camillo di Guareschi (Cantagalli, 2022) e su altri autori nel volume Il viaggio. Inizio e fine dell’avventura cristiana (Cantagalli, 2021). Si è interessato a personaggi dalla «vita buona» del mondo del cinema e della cultura, dando alle stampe volumi su Bud Spencer, Terence Hill, Alberto Sordi, Giorgio Torelli, Piero Viotto e Jacques Maritain. Ha riconsegnato in una biografia spirituale l’opera del Venerabile Macello Candia, imprenditore per conto di Dio (Àncora, 2023). Insieme a Francesco Pinna, a Teresa Gornati e a Federica Favero, con la Presentazione del cardinal Sarah, ha editato Essere Chiesa nello Spirito (IF Press, 2022).

Approfondimento:

L’11 marzo 2025 ha segnato una data importante per l’inclusione sociale e il diritto allo sport per tutti, con la firma di un Protocollo d’intesa tra il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), e Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP). L’accordo si propone di promuovere e diffondere la cultura paralimpica e l’attività sportiva tra le persone con disabilità, all’interno dei luoghi che da sempre sono punti di riferimento per la comunità: parrocchie, oratori e centri di aggregazione ecclesiale.

Un diritto per tutti: lo sport come strumento di inclusione

Il Protocollo sottolinea con forza che ogni persona ha il diritto di praticare sport, indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche. Non si tratta soltanto di una questione di accesso, ma di una vera e propria battaglia contro ogni forma di discriminazione legata alla disabilità. In un mondo in cui spesso le persone con disabilità sono marginalizzate, l’accordo tra la CEI e il CIP si pone l’obiettivo di abbattere quelle barriere che, purtroppo, ancora esistono.

Lo sport, in questo contesto, diventa uno strumento fondamentale per l’inclusione sociale, un veicolo di crescita personale, di accrescimento dell’autostima e di valorizzazione delle capacità individuali. Il Cardinale Zuppi, nella sua dichiarazione, ha ribadito che se è fondamentale che lo sport sia per tutti, è altrettanto essenziale che si faccia in modo che ogni persona abbia la possibilità concreta di praticarlo. Questo Protocollo nasce proprio da un principio cristiano di accoglienza, solidarietà e rispetto della dignità di ogni individuo, aspetti che da sempre caratterizzano l’impegno della Chiesa nei confronti delle persone più vulnerabili.

Sport come valore umano e sociale

Il Cardinale Zuppi, nell’intervista rilasciata a Chiesa Oggi, ha sottolineato che l’ambiente ecclesiale è da sempre un luogo di accoglienza e protezione per tutti. Il concetto di “accompagnamento” delle persone con disabilità nelle attività sportive trova radici profonde nella tradizione della Chiesa, che ha sempre cercato di rendere la comunità un luogo dove ogni persona possa sentirsi valorizzata, senza discriminazioni o esclusioni.

Inoltre, il Protocollo si spinge oltre la semplice pratica sportiva, invitando a riflettere sul valore intrinseco dello sport stesso. Zuppi ha richiamato l’importanza di “far risaltare nello sport più sport”, un concetto che trova una piena realizzazione nelle paralimpiadi. Qui, infatti, la competizione non è contaminata da interessi economici o da fattori esterni, ma diventa una celebrazione autentica del valore umano degli atleti e della loro capacità di sfidare i propri limiti. In questo senso, lo sport paralimpico si presenta come un modello ideale, in cui il valore della partecipazione e della competizione non è offuscato da fattori estranei al merito e alla passione sportiva.

La sensibilizzazione come chiave di volta

Oltre a promuovere l’attività sportiva, il Protocollo d’intesa prevede l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione per contrastare stereotipi e pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità. Si tratta di un impegno concreto, volto a cambiare la percezione sociale della disabilità, facendo emergere come lo sport possa essere un potente strumento di unione, solidarietà e rispetto reciproco.

Le parrocchie, gli oratori e i centri di aggregazione ecclesiale diventeranno così luoghi non solo di educazione e preghiera, ma anche di incontro e inclusione attraverso lo sport.

Un passo importante per la società

L’accordo firmato tra la CEI e il CIP non è solo un’iniziativa isolata, ma rappresenta un passo significativo per costruire una società più inclusiva e attenta alle esigenze di tutti. Il messaggio che arriva da questa intesa è chiaro: nessuno deve essere escluso dallo sport, e ciascuno ha il diritto di praticarlo liberamente, senza barriere fisiche, sociali o culturali. L’obiettivo è quello di contribuire a una trasformazione culturale che, attraverso lo sport, sappia valorizzare ogni singola persona e i suoi talenti, in una dimensione di comunità che unisce anziché separare.

In conclusione, questo Protocollo d’intesa si inserisce perfettamente in una tradizione di cura e attenzione verso i più fragili, tipica della Chiesa, e rappresenta un’opportunità unica per la società italiana di crescere insieme, facendo dello sport uno strumento di inclusione e di promozione dei diritti umani.

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