Arch. Caterina Parrello
Direttore Editoriale CHIESA OGGI
L’Italia possiede il più grande patrimonio culturale a livello mondiale. Un valore storico, artistico e architettonico, di cui l’edilizia di culto è protagonista. Le nostre chiese, gli oratori, i luoghi di incontro sono punti di riferimento per la comunità e accolgono ogni giorno quantità significative di persone.
Oltre il 70% degli edifici costruiti ha però più di 50 anni e sono diversi i segnali che mostrano il naturale degrado dovuto alla vetustà degli immobili. Degradi che purtroppo a volte diventano problemi di sicurezza per le comunità che vivono questi edifici.
I beni culturali, per sopravvivere attraverso i secoli, hanno bisogno di essere controllati e manutenzionati attraverso determinati interventi specifici, da ripetere costantemente a intervalli più o meno frequenti.
Benché gli enti ecclesiastici facciano sforzi economici consistenti al fine di garantire un minimo di manutenzione ordinaria, è sempre più difficile far fronte a tale esigenze per le risorse economiche sempre più ristrette soprattutto per il peggioramento delle condizioni ambientali al contorno: temporali di intensità sempre più forte, inquinamento sempre più persistente ed aggressivo, eventi sismici più frequenti, o per la mancata capacità di prevenire – attraverso una programmata attività e una approfondita conoscenza sul tema della messa in sicurezza dei nostri edifici – eventuali problematiche che se non “curate” nei tempi e nei modi giusti poi possono diventare troppo onerose per la loro gestione.
Quindi, la manutenzione del nostro patrimonio è da considerarsi una SPESA o un INVESTIMENTO?
E quali strategie attuare e come gestire la programmazione degli interventi di manutenzione del nostro patrimonio, anche in funzione della disponibilità dei finanziamenti o dei contributi disponibili?
Si deve sempre ricordare la “pubblica utilità del patrimonio culturale – da publica utilitas, un concetto proveniente dal Diritto Romano – in base al quale non solo la proprietà pubblica ma anche la privata risponde alle esigenze del bene comune”.
Intervenire in modo preventivo, con una programmazione misurata e puntuale sugli interventi necessari, offre sicuramente la possibilità di ridurre la spesa e poter usufruire in modo corretto del bene stesso.
Perché se consideriamo questi interventi come azioni necessarie per la salvaguardia del nostro patrimonio, agiamo sicuramente nella direzione di tutelare e conservare i nostri monumenti e le nostre opere d’arte attraverso un processo di presa di coscienza del valore intrinseco che questi beni hanno.
Essi possono rappresentare una straordinaria opportunità di evangelizzazione perché, attraverso le varie opere realizzate nei secoli, offrono ancora oggi una testimonianza eloquente dell’intreccio continuo che esiste tra il divino e l’umano nella vita e nella storia dei popoli.
Oltre alla programmazione diretta di interventi di manutenzione del bene, la “cura” del nostro patrimonio si può attuare anche attraverso strategie che si rivolgono indirettamente al bene e che si configurano principalmente con questi obbiettivi:
• cambiare l’immagine che le persone hanno del bene,
• rivalutare il valore, culturale, sociale, economico che si attribuisce al bene,
• incrementare l’insieme delle informazioni e notizie storiche finora acquisite sul bene.
Questi interventi indiretti non sono secondari come sembrano, perché si possono porre a sostegno, nonché a completamento, degli interventi diretti.
Inoltre hanno la forza di far vivere i beni culturali nella maniera più completa, perché tendono a stabilire quel fondamentale – e ad oggi quanto mai auspicabile – rapporto diretto e partecipe tra il mondo dei beni culturali e tutti i cittadini.
CHIESA OGGI organizza un incontro in collaborazione all’edizione DEVOTIO 2024 dal tema “Manutenzione del patrimonio culturale ecclesiastico: Cura e prevenzione”, in programma a Bologna martedì 13 febbraio 2024 dalle 14.00 alle 16.30, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza su specifici problemi di rischio e degrado che affliggono i nostri beni, stimolare l’interesse della ricerca e dell’innovazione di soluzioni concrete per la risoluzione delle problematiche trattate, e coinvolgere, in un confronto attivo, i Committenti e i progettisti, coerentemente ai temi e agli approfondimenti editi dalle nostre edizioni Chiesa Oggi.