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Nuovo complesso parrocchiale di Tribiano (MI)

Progetto vincitore del Concorso di Progettazione bandito dalla Diocesi di Lodi 

Rapporto con l’ambiente urbano 

Il nuovo complesso parrocchiale si pone come cerniera di mediazione tra nuclei edificati di periodi diversi, e di raccordo tra la piazza comunale e i volumi storici della cascina esistente e della chiesa seicentesca. Inserito nel paesaggio con chiarezza e semplicità, l’impianto riprende gli orientamenti principali della trama urbana, memoria delle antiche centuriazioni romane. 

L’organizzazione volumetrica trae origine dal mantenimento del volume storico del fienile, di cui si recuperano la lunghezza del fronte nord verso il municipio e la copertura a doppia falda, reinterpretata come portico in grado di connettere il nuovo sagrato con la casa canonica esistente.

Un secondo portico, parallelo e speculare al primo, collega invece il sagrato alla cascina storica, recuperata nel suo volume al fine di ospitare al piano terreno il salone parrocchiale e al piano primo le aule per il catechismo. In asse ai due porticati, declinata sulla trama ortogonale delle coperture, definita dai pieni e dai vuoti del cotto, si staglia l’aula liturgica, conclusa superiormente dal naturale prolungamento delle falde di copertura.

I fronti della nuova chiesa, con impianto circolare, fuoriescono dalle superfici laterizie con la purezza della forma e della materia come volumi assoluti, che si innalzano e ascendono verso il richiamo della sacralità del cielo. Tutti gli spazi, nuovi ed esistenti, risultano collegati tra loro, sempre al coperto, tutti convergenti nella nuova aula, baricentrica rispetto al complesso.

Sul nuovo sagrato, posto in continuità con la piazza esistente e chiaramente riconoscibile dai materiali e dal disegno della pavimentazione, i due porticati si incontrano alleggerendosi in un esile triportico monofalda, uno spazio protetto tale da favorire l’adunarsi della comunità e la continuità dell’azione liturgica tra interno ed esterno.

I volumi coperti disegnano un sistema di corti interne e nuovi chiostri che si raccordano fino alla chiesa seicentesca inglobandone il cortile laterale.

La chiesa storica diviene così parte integrante dell’intero complesso. In corrispondenza del primo cortile interno, il porticato di collegamento accoglie uno spazio esterno protetto per le attività parrocchiali estive, direttamente accessibile, al coperto, dai locali di ministero pastorale posti all’interno del volume recuperato del cascinale storico. 

La nuova chiesa accoglie così le forme e i materiali tradizionali dell’ambiente urbano e del paesaggio circostante, allo stesso tempo evidenziando l’unicità degli spazi sacri, caratterizzati da una precisa riconoscibilità formale. 

Riconoscibilità dell’edificio sacro 

La composizione, fatta pieni e sottrazioni, è improntata attorno all’idea dell’ascensione, ma anche ad un forte senso di radicamento alla terra. L’architettura proposta è tutta giocata tra questi continui rimandi, anche nella scelta della materia che la costruisce, che la lega al suolo con la matericità terrosa del laterizio, e allo stesso tempo la libera verso il cielo, alleggerendosi grazie a superfici lapidee chiare e lisce, che restituiscono e riverberano la luce del sole.

Su una serie di volumi traforati e rivestiti in laterizio, richiamo al paesaggio agricolo cascinale, si inserisce un volume circolare puro, emergente sui fronti in corrispondenza della sommità delle coperture, che annuncia la presenza di un qualcosa di eccezionale – l’aula liturgica – e che culmina in una croce metallica protesa verso il cielo.

Il posizionamento del fronte è studiato geometricamente per essere visibile già dal centro della piazza del municipio, svettante tra i volumi delle cisterne recuperate e il piccolo nucleo alberato nei pressi del sagrato.

Avvicinandosi, dalla strada o dalla piazza, si ha subito la percezione della spazialità ascendente: ben visibile dietro al triportico di ingresso, tra i colmi inclinati di copertura, una luminosa facciata conduce gli sguardi verso il fulcro più alto, la grande croce, ed allo stesso tempo, più in basso, verso il grande fornice di accesso spazio della fede professata della ecclesia, qui ulteriormente mediato e protetto dal porticato antistante.

Questo percorso di avvicinamento alla soglia dello spazio sacro è accompagnato dal linguaggio dell’architettura, che si esprime attraverso piccoli scarti, nel gioco dei volumi che disegnano piccoli chiostri e patii aperti, mediante l’uso della luce che investe i vuoti della all’aula.

Un segno importante, il portale, che sottolinea la soglia, la porta, carico di significati, momento di passaggio tra spazio della vita ordinaria e quotidiana e pelle laterizia, attraverso il disegno della pavimentazione e la gerarchizzazione degli spazi. 

Dalle aree esterne del cortile e del sagrato, osservando con attenzione, si possono intuire, attraverso la trama laterizia smaterializzata a treillage, gli spazi interni: il fonte battesimale, la Vergine, il Santissimo.

Varcata la soglia, preparati dal percorso di avvicinamento attraverso il triportico, si ha la sensazione immersiva e coinvolgente di ritrovarsi all’interno di uno spazio sacro unitario, familiare, pensato e progettato per dare il senso dell’appartenenza e della comunione, per l’assemblea dei fedeli. 

Profilo estetico, formale 

Il progetto nasce con la precisa volontà di disegnare una chiesa semplice, senza artifici, capace di raccontare la comunità per la quale viene edificata. Si vuole una chiesa capace di garantire un senso di appartenenza e di centralità, capace di attrarre e di farsi abitare, senza la necessità di mostrarsi e di “esibirsi” semplicemente nella sua oggettualità.

Il tentativo è davvero quello di avvicinare forma e funzione con l’equilibrio e la purezza dei segni e del linguaggio. Per queste ragioni abbiamo progettato una chiesa fortemente radicata alla terra dalla quale sorge, impiegando materiali tradizionali e consolidati. 

Quasi ad inscrivere la pianta centrale all’interno di un quadrato perfetto, i volumi traforati delle cappelle e degli spazi accessori emergono con trama rarefatta dal corpo puro dell’aula. Le cortine in laterizio a treillage, trasparenti e leggere, con il disegno tradizionale delle forature declinato e massimizzato su più ampie metrature, forniscono ai volumi una ricercata vibrazione sotto la luce radente, che al mutare delle ore e delle stagioni disegna effetti modulati e variabili. Di notte e nelle sere d’inverno l’effetto si rovescia, e gli ambienti interni restituiscono una luce controllata, filtrata dalle schermature esterne. 

Il sagrato ed il triportico fungono da elementi di raccordo tra le sistemazioni urbane esterne ordinarie e le funzioni insediate nel nuovo complesso parrocchiale. Se sul lato nord e verso piazza il fronte esterno appare unitario e traforato, con pochissime aperture, una volta varcata la soglia del triportico il sistema si apre verso il cortile interno, e i leggeri fogli di laterizio traforato vengono sostituiti da una teoria di pilastri aperta sul verde. Anche qui il rivestimento è smaterializzato in una trama di mattoni che gioca sulla sovrapposizione dei vuoti e dei pieni e che denuncia, dietro alla pelle tradizionale del cotto, leggere strutture in acciaio. 

Proseguendo sul lato sud dell’aula, lungo il percorso semipubblico di attraversamento del lotto, lo spazio coperto si connette, prima, con il volume esistente della casa canonica, e poi con l’ingresso del vano scala e ascensore dei locali di ministero pastorale per proseguire sul fronte del salone, che quindi risulta collegato anche esternamente, al coperto, all’intero complesso. Il percorso si conclude quindi direttamente su piazza Sesone, all’ingresso della chiesa storica. 

Il fronte della cascina storica verso la piazza Sesone e via Molino d’Arese è lasciato formalmente inalterato. Verso il cortile interno la facciata è invece posta in continuità materica e formale con il sistema dei grandi porticati, e si ritrovano dunque le pareti in cotto, in parte traforate, e i porticati coperti con struttura in acciaio rivestita in laterizio. Il volume storico è recuperato destinandolo a salone parrocchiale, con accesso indipendente anche da piazza Sesone.

Il salone è compatibile con un sistema di pareti mobili in grado di riprodurre il layout presente al piano superiore, dove cinque grandi aule sono distribuite da un corridoio laterale. Attraverso tale sistema si potrà dunque modulare il piano per avere un totale di dieci aule indipendenti. L’appendice volumetrica su strada è destinata, sui due piani, a servizi igienici e cavedi tecnici. 

Impianto liturgico 

Entrando in chiesa, oltrepassato il portale, ci si sente immediatamente accolti dentro uno spazio raccolto e orientato. Alla circolarità dello spazio inscritto nell’impianto centrale, che favorisce il senso della comune appartenenza e partecipazione, corrisponde la linearità dell’orientamento verso l’altare, centro focale dell’impianto liturgico, aperto al rimando escatologico, mediato dalla presenza del crocifisso su cui si rifrange la luce proveniente dal grande arco traforato sulla parete absidale. 

Altare, croce, luce: da questo centro e da questo “oriente”, si irradia in modo semplice e dinamico l’organizzazione dei poli e dei luoghi, segnati dalle principali azioni liturgiche: all’altare la cui forma e materia rimanda insieme alla mensa e all’ara del sacrificio, corrisponde l’ambone, opportunamente innalzato per significare il luogo alto da cui “riecheggia la Parola”. 

Dall’ingresso della chiesa è immediatamente e chiaramente visibile la riserva eucaristica, posta in una cappella laterale alla destra del presbiterio, inondata di luce sia laterale che zenitale e dotata di spazi adatti all’adorazione del Santissimo.

Il fonte battesimale è posto invece in una cappella a destra dell’ingresso, posta ad un livello inferiore rispetto all’aula, e segnata dal gioco di luce e ombra del treillage esterno, per ospitare il mistero della rinascita. In una cappella parallela, posta però allo stesso livello dell’assemblea, si trova la Vergine, con spazi adatti alla venerazione.

Il coro trova la sua collocazione più naturale all’interno dell’assemblea liturgica, in corrispondenza con l’ambone, alle cui spalle saranno previsti gli spazi per le ministerialità (accoliti, credenza). Per la statua di San Giuseppe, al quale la chiesa è titolata, si propone una posizione esterna all’aula. La statua del santo è collocata nello spazio coperto del triportico, sul lato più chiuso e protetto, quasi a mediare tra il “dentro” della fede professata e il “fuori” della vita quotidiana.

Il luogo della riconciliazione è collocato in uno spazio protetto sul lato nord della sala dotato di due accessi laterali simmetrici. Al suo interno il piccolo spazio, illuminato direttamente sia attraverso una leggera copertura vetrata interna alla sala, sia attraverso una finestrella in vetro opalino posta sulla muratura esterna, permetterà di collocare due sedie e un piccolo crocifisso posto sulla parete concava che lo separa dall’assemblea.

L’organo storico, recuperato, viene collocato nella quarta cappella, meno luminosa delle altre, e posto dunque in prossimità del coro in posizione leggermente rialzata rispetto all’assemblea. 

Per l’organo e la penitenzieria si può prevedere anche un posizionamento alternativo, rappresentato all’interno delle tavole, che permette inoltre di collocare la statua del Santo all’interno dell’aula. All’interno della bussola ai due lati dell’ingresso si hanno spazi adeguati alla collocazione delle bacheche per gli avvisi parrocchiali e dei ripiani per materiali relativi a iniziative, raccolte fondi e beneficenza. 

Opere d’arte 

Nell’area presbiteriale l’altare, l’ambone con il porta-cero laterale, il crocifisso astile e la sede dialogano tra loro per forma e materiali utilizzati. Le opere saranno tutte realizzate utilizzando pietra arenaria e legno di cedro, con elementi in ottone. Gli stessi materiali si ritrovano nel tabernacolo e nel fonte, così come nelle figure della Vergine e di San Giuseppe, che si propone di rappresentare insieme alla Sacra Famiglia. Le opere d’arte sono descritte con maggiore dettaglio all’interno delle tavole di progetto. Per la Via Crucis vengono create delle nicchie ricavate nella muratura lungo il fronte interno, sul lato del cortile. 

Aspetti funzionali 

Il progetto è volto a garantire la razionalizzazione e la differenziazione dei percorsi distributivi, che avvengono tutti attraverso spazi coperti.

La sacrestia, direttamente collegata all’aula, e gli uffici, sono accessibili sia dal sagrato attraverso lo spazio del triportico (che può essere chiuso tramite cancellata scorrevole), sia dal cortile della chiesa storica attraverso gli spazi interni attuali: viene infatti proposto un collegamento diretto, al caldo, con il vano scala della casa canonica e i relativi spazi esistenti al piano terreno.

Il grande portico sul lato sud permette di accogliere al coperto le attività parrocchiali estive e connette tutto il sistema delle corti, con un secondo ingresso esterno al piano terra della casa canonica oltre a quello sui locali di ministero pastorale.

Prolungando il porticato a chiusura del cortile esistente lungo la facciata est della chiesa seicentesca, si chiude l’anello dei percorsi coperti, che raggiunge dunque l’attuale sacrestia. Questo accorgimento permetterà inoltre di schermare in modo più efficace l’impiantistica esistente attualmente sul lato della chiesa.

Il grande cortile, diretta memoria della corte agricola, in parte verde e in parte pavimentato, occupa tutto il margine sud del lotto, restando pienamente accessibile, tramite cancelli metallici, sia da via Monte Grappa, che da via Molino in prossimità del corpo storico della cascina.

Si ipotizzano qui specie arboree autoctone a bassa manutenzione a foglie caduche come biancospini, pioppi, ciliegi selvatici, frassini e aceri campestri, che favoriscono l’ombreggiamento estivo e l’azione di irraggiamento solare nei mesi invernali.

Le dimensioni del piazzale sono ampiamente compatibili con le aree di parcheggio privato richieste. 

Aspetti tecnologici 

Le strutture saranno orientate alla massima semplicità e funzionalità. 

Tutte le coperture avranno struttura in acciaio zincato a caldo e verniciato, lasciata a vista all’intradosso dei porticati. In acciaio saranno anche i pilastri degli stessi, rivestiti in laterizio. I corpi della chiesa e dei locali di ministero pastorale avranno invece strutture in cemento armato. 

Gli impianti, indipendenti per aula e locali di ministero pastorale, saranno collocati nei rispettivi sottotetti o, opportunamente mascherati, in spazi ancillari dei cortili. Si propone un impianto a tutt’aria (riscaldamento e raffrescamento). L’energia termica sarà generata da pompe di calore condensate con un circuito geotermico di tipo aperto. Il solare ibrido, che può trovare facile collocazione sulla copertura della cascina recuperata così come sui grandi porticati, consentirà la produzione simultanea di energia elettrica e termica.

L’accoppiata solare ibrido e pompa consente di produrre in proprio una percentuale di energia elettrica e termica permettendo di ottenere un risparmio in termini di energia primaria senza paragoni con altri sistemi. Avendo il controllo delle diverse sorgenti, il sistema sceglierà quale adottare tra diverse modalità di funzionamento selezionate con la priorità di maggior risparmio energetico. 

La mandata dell’aria all’interno dell’aula liturgica si servirà di griglie a pavimento, la ripresa sfrutterà i vani traforati in laterizio e in legno sopra la bussola e gli adiacenti cavedi. In entrambi i casi i canali passeranno poi sotto pavimento. Negli altri locali gli impianti viaggeranno all’interno dei controsoffitti. 

La distribuzione elettrica farà capo al quadro generale ubicato nella nuova sacrestia, e da esso sarà inoltre alimentato un UPS e la relativa sezione di sicurezza nel quadro per tutta l’illuminazione di sicurezza dell’edificio.

L’impianto di illuminazione all’interno dell’aula della chiesa sarà realizzato, in accordo con le esigenze architettoniche degli effetti “scenici” che si vorranno ottenere, con apparecchi a led di tipo dimmerabile.

L’illuminazione di base dell’aula sarà realizzata con proiettori a soffitto uniformemente distribuiti incassati nell’assito ligneo, con prestazioni acustiche, di copertura. All’interno dell’aula saranno previste le dotazioni minime per i servizi di forza motrice, con torrette incassate. L’aula sarà inoltre predisposta per un impianto di diffusione sonora di al fine di garantire prestazioni acustiche uniformi su tutta la superficie. 

Nelle aree esterne sarà prevista l’illuminazione di servizio e degli spazi di pertinenza dell’edificio e l’illuminazione d’accento dei fabbricati, in particolare del grande fronte della nuova chiesa. Il sagrato e gli spazi coperti saranno illuminati mediante proiettori a led installati all’intradosso del portico. 


Lo studio ISOLARCHITETTI, composto da Aimaro e Saverio Isola, Flavio Bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio e Stefano Peyretti, raccoglie l’eredità dello studio Gabetti & Isola, che dal 1950 al 2000 forma uno dei sodalizi professionali più fertili nel panorama dell’architettura moderna e contemporanea le cui opere sono state pubblicate sulle principali riviste nazionali e internazionali dando luogo, a partire dalla nota Bottega d’Erasmo, a un articolato dibattito relativo al rapporto tra modernità e tradizione.

I molti progetti firmati dall’inizio dell’attività si contraddistinguono per l’attenzione dedicata ai temi del paesaggio e dell’ambiente alle diverse scale. 

L’esperienza e la sensibilità maturate negli anni passati si riversano nei nuovi interventi realizzati perlopiù in contesti di alto valore storico e ambientale, proseguendo l’esplorazione di una vasta gamma di temi architettonici: dalle progettazioni di aree vaste ad elevato valore paesaggistico, alle abitazioni, alle chiese, agli uffici, agli spazi del commercio, dello svago e della cultura fino alla scala dell’allestimento e delle mostre. 


Progetto architettonico e coordinamento: 

ISOLARCHITETTI Srl (Aimaro Oreglia d’Isola, Saverio Oreglia d’Isola, Flavio Bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio, Stefano Peyretti) 

Progetto strutturale: MCM Ingegneria (Paolo Giorda) 

Progetto impiantistico: MCM Ingegneria (Alessandro Balboni, Federico Bertolino, Paolo Coffa) 

Artista: Hilario Oreglia d’Isola 

Liturgista: Paolo Tomatis 

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