Entrare in una chiesa è penetrare in un luogo che immediatamente parla alla persona. La chiesa è, per esperienza comune, uno spazio architettonico alquanto comunicativo: tutte le dimensioni della persona sono coinvolte, la sua istintività, la sua sensibilità, la sua emotività, la sua razionalità, la sua religiosità
Non tutte le chiese edificio comunicano le stesse cose. Certo ogni chiesa è incentrata su simboli ben precisi (altare, croce, fonte battesimale, ambone ecc.) ma quante modalità per esprimere questo incentramento.
E’ interessante domandarsi perché in questi ultimi decenni si è sistematicamente proceduto ad abbattere molte decorazioni o elementi barocchi presenti in tante chiese e si è ricercato di ricondurre gli edifici sacri a linee essenziali, pure, prive di orpelli.
Ciò si è costatato principalmente con il restauro delle chiese romaniche (edifici costruiti fra il VII/VIII secolo e il XIII/XIV secolo) le quali hanno visto a volte come una furia iconoclasta da parte di architetti come di sacerdoti, di artisti come di semplici fedeli, nell’eliminare ciò che non apparteneva all’impianto primitivo, nell’intento di restituire l’edificio alla primogenia forma, dettato dal bisogno di essenzialità del sentimento religioso contemporaneo.
Il sentimento religioso se è un archetipo della persona umana e come tale irrimovibile dal cuore dell’uomo, è pure profondamente legato all’evolversi della persona umana, alla sua cultura, alla sua storia personale e collettiva.
Questo produce nelle varie epoche diverse sensibilità religiose e dato che, come dicevamo è legato alla soggettività personale, produce anche, fra le persone appartenenti ad una stessa generazione, reazioni e apprezzamenti diversi di fronte ad un medesimo edificio sacro.
Pertanto la recezione della comunicazione di una chiesa-edificio muta al mutare delle epoche, varia con il susseguirsi delle generazioni, è diversa da persona a persona.
Il nuovo complesso parrocchiale
Il complesso parrocchiale sorge in prossimità della nuova lottizzazione, in via di completamento, denominata “Borgo di Magrignano”; essa è in prosecuzione del quartiere di Salviano.
Il quartiere dove sorge la chiesa è già popolato da oltre 7.000 abitanti, da diversi anni si è costituita canonicamente e pastoralmente la nuova parrocchia, essa attualmente è ospitata in un capannone preso in affitto.
Il nuovo complesso sorge su di un’area di circa mq 6.000.
Il Progetto
Il complesso parrocchiale è stato studiato avendo due coordinate fondamentali: l’orientamento della Chiesa (est-ovest) e la possibilità di creare davanti alla chiesa un ampio e riparato spazio celebrativo e di aggregazione (il sagrato).
Conseguentemente il complesso ha avuto un suo sviluppo: nella parte sud dell’area, l’oratorio e la canonica, nella parte est gli impianti sportivi. All’interno dell’area i percorsi pedonali sono ben distinti da quelli automobilistici. Un’ampia parte del lotto rimarrà a verde. L’area sarà costeggiata da pini marittimi ed altre piante della macchia mediterranea quali cipressi e olivi.
- La Chiesa di forma irregolare è composta di aula per l’assemblea domenicale, di cappella feriale, di fonte battesimale e penitenzeria, di spazio per le devozioni, di sacrestia e di soppalco per organo e cantoria. La Chiesa è orientata, come dicevamo, rispettando l’antica tradizione architettonica cristiana per gli edifici di culto, secondo l’asse est-ovest. L’ingresso principale è posto sul lato sud-ovest dell’edificio ed è preceduto da ampio sagrato. Il sagrato progettato ha la funzione di consentire la sosta prima e dopo le celebrazioni religiose e svolgere quindi un ruolo di spazio socializzante. L’intendo è quello di creare uno spazio d’incontro e di preparazione all’ingresso nell’edificio sacro.
- L’oratorio è composto da un salone polivalente, da aule per il catechismo poste a piano primo e secondo, dall’ufficio parrocchiale posto a piano terra e da servizi. L’ingresso principale dell’oratorio è previsto a ovest verso la strada principale. A piano primo ci sarà un’ampia terrazza, all’ultimo piano una cappella per l’adorazione eucaristica perpetua.
- La casa canonica collocata su un unico piano (piano primo), è costituita da cucina, soggiorno, studio, la zona notte con due camere e relativi servizi.
- Gli spazi verdi per i bambini e i ragazzi saranno arredati con attrezzature per il gioco dei più piccoli e con campo polivalente per calcetto e basket, pallavolo ecc…. Gli spazi saranno delimitati da alberi della macchia toscana.
- La torre campanaria è oltremodo semplice ed è caratterizzata da colonne in cemento armato per portare in alto (ma non troppo) le campane affinché il loro suono si diffonda chiaramente.
L’interno della chiesa
Entrando si ha dinanzi il presbiterio, a sinistra dell’altare lo spazio dedicato ai santi, la Vergine Maria e la Beata madre Teresa alla quale è dedicata la Chiesa; a sinistra l’area ospitante il battistero.
Gli Arredi Liturgici e il progetto iconografico
Il progetto della nuova chiesa è incentrato sull’area presbiteriale dove sono in evidenza la mensa della parola e la mensa dell’eucarestia.
Il terzo segno del presbiterio, la sede è posta lateralmente.
Sono tutte opere dell’artista Grigò, già autore della Madonna dei Popoli in porto a Livorno. Al centro dell’abside del presbiterio campeggia una croce iconica.
Si arriva al presbiterio attraverso un percorso iconografico che parte dalla vetrata posta sopra il portale; essa raffigura la Trinità creatrice (cuore sovrastato da una croce) che dà vita all’umanità di cui Madre Teresa nè è esempio fulgido. Prosegue con le altre vetrate dell’aula e dell’abside.
Nell’abside una serie di vetrate raffiguranti la Stella del Mattino: Maria Santissima.
In futuro la navata sarà arricchita con il Battistero. La chiesa è illuminata da vetrate istoriate raffiguranti la Trinità creatrice (vetrata sopra l’ingresso) e da vetrate poste ai lati del presbiterio raffiguranti il tema del mistero pasquale.
Le porte principali della Chiesa sono realizzate in alluminio e vetro artistico e si fondono con i colori delle vetrate.
Il pavimento della Chiesa è in gres porcellanato, grandi formati con fughe nel pavimento simile al marmo bianco arabescato di Carrara.
Il pavimento del presbiterio è prevalentemente in composizioni di marmo, proveniente dal sopra pavimento realizzato per il Giubileo del 2000 nel Santuario di Montenero.
Tutte le altre vetrate dell’edificio hanno colori caldi e tenui soprattutto quelle poste ad est e sud ed esprimono anch’esse tematiche religiose con il linguaggio dell’astrattismo contemporaneo.
Vetrata frontale
Tema: al principio l’amore, l’amore energia cosmica primordiale creatrice, Ieri come oggi dall’amore la vita.
Sviluppo della vetrata
Da un sacro cuore ( vedasi iconografia Charles De Focauld) il buio (notte fonda della creazione) lascia il posto alla luce, alle stelle, alle acque, alla terra, ai fiori.
SCHEDA PROGETTO
Nuova Chiesa Santa Teresa di Calcutta, Livorno
Progetto di S. Ecc. Mons Giusti, con la collaborazione dello STUDIO TECNICO CATUREGLI DI CASCINE DI BUTI per la parte di progettazione e direzione lavori architettonica e dello STUDIO DELL’ING. CANONICI – TECNISTUDIO IBC DI LIVORNO per la parte di progettazione e direzione lavori strutturale.
Hanno partecipato
Impianto elettrico: Elettroimpianti Manrico
Impianto termo-idraulico e di climatizzazione: F.lli Niccolini
Infissi: B.N.V.
Vetrate Artistiche: Tocchi di Colore
Opere edili: Bottai Group
L’incontro per le vetrate della Chiesa dedicata a Madre Teresa di Calcutta in Livorno
In una giornata d’estate del 2017 ci fu il primo incontro nella residenza estiva dell’Architetto Simone Giusti Vescovo di Livorno, io Fabrizio Giuseppe Biaggi, l’artista Francesco Manlio Lodigiani ed il geometra Stefano Caturegli. Fu una bella giornata trascorsa discorrendo di vari argomenti ma soprattutto di arte, in particolare ricordando le precedenti importantissime collaborazioni nelle nuove Chiese di Fornacette, Cecina, e Livorno Quartiere Scopaia. Nei giorni a seguire con il mio socio Roberto Moretti e con Lodigiani proseguimmo gli incontri per stabilire i materiali, le tecniche più idonee e le tematiche artistiche da sviluppare. I bozzetti eseguiti da Lodigiani piacquero al Vescovo e da lí ,dopo l’approvazione sviluppammo i disegni esecutivi in scala reale, quindi la scelta dei vetri soffiati di altissima qualità ed il taglio degli stessi . Quando tutte le vetrate furono tagliate il Vescovo e il Geometra Caturegli accompagnati dall’avvocato Paperini vennero da noi in azienda dove videro i sogni ed i progetti cartacei diventare finalmente vetrate tornando cosí a Livorno soddisfatti. Noi dell’equipe Tocchi di Colore abbiamo realizzato questi lavori con varie tecniche: vetrate saldate a stagno fuso, fusioni di vetri e intervento pittorico a grisaglie per ottenere gli effetti desiderati in alcuni settori sempre per caratterizzare le stesse. Siamo riusciti a fornire un prodotto con caratteristiche ottimali termico acustiche nel rispetto di una ricerca artistica simbologica contemporanea. Particolarmente orgogliosi delle parole di Monsignor Giusti il quale a lavoro ultimato ci disse: “mi avete reso felice e desideroso di iniziare un nuovo progetto.”