Il nuovo edificio dichiara la volontà di instaurare un dialogo sereno con l’ambiente intorno, avvolgendolo in una grande “abbraccio” che caratterizza la sua forma architettonica
Rapporto
La struttura parrocchiale di progetto si pone nella zona di urbanizzazione più recente della città di Alba Adriatica, fra le vie Olimpica e Gorizia, a sud – est rispetto alla Chiesa madre.
Il verde, presente in maniera diffusa nelle adiacenze del lotto di intervento secondo una disposizione “allungata”, segue ed in qualche modo ricuce la maglia urbana.
Il nuovo edificio si integra nella maglia allungata citata, disponendosi lungo l’asse nord – sud, parallelo alla linea di costa, il fronte a guardare le colline, il retro il mare: la forma aperta, che richiama il senso di apertura della maglia urbana, dichiara la volontà di instaurare un dialogo sereno con le emergenze dell’intorno, riunendole, ed anzi, accogliendole in una centralità ad oggi mancante: un abbraccio.
Riconoscibilità dell’edificio sacro
Tutto è chiesa: la conformazione della struttura parrocchiale di progetto evidenzia il tema dell’abbraccio accogliente in un unico gesto architettonico; gli edifici si protendono ad accogliere invitando; gli edifici si ritirano per lasciare spazio a coloro che devono essere accolti. Le aule, la casa canonica ed il salone sono legati all’aula in una volumetria unitaria, nella sintesi dell’assunto “Tutto è Chiesa”.
Il tema degli abbracci, all’esterno della struttura come all’interno dell’aula, viene visto come un modo figurativo che esplica l’azione di San Paolo VI.
Profilo estetico, formale
Attraverso la modellazione di volumi semplici, materici, organicamente raccordati a simboleggiare l’idea primordiale dell’accoglienza e della familiarità, i due corpi di fabbrica principali, a tutta altezza, si dispongono alle estremità del lotto, paralleli alla via Olimpica e Gorizia, a delimitare un ampio spazio rettangolare ed aperto ad ovest; sul lato opposto è collocato il corpo di fabbrica su due piani, di raccordo fra i due citati, all’interno del quale sono disposti i locali al servizio della chiesa (sacrestia ed ufficio), i locali parrocchiali (aule/sala riunione) e la casa canonica con i collegamenti, i servizi igienici ed i locali tecnici.
Nell’aula liturgica si rileggono in maniera innovativa gli stilemi della tradizione architettonica cristiana riassunti dall’impianto a navata unica, dalla copertura a capanna, dalla facciata “romanica”: in questa, la semplicità della tradizione si innova nella composizione a blocchetti in travertino modellati secondo un rigoroso algoritmo matematico che ne permette la prefabbricazione ed il successivo montaggio in loco, componendo un movimento orizzontale e verticale che si conclude nella focalità del singolo portone centrale, determinando uno spazio che si flette ad accogliere e proteggere il fedele.
Internamente, il gesto tridimensionale che articola la facciata principale si ripete invertito sulla parete di fondo che si modella, allontanandosi dalla copertura, in un taglio luminoso sul fondo in travertino dove campeggia il Cristo risorto. Tagli analoghi, seppure più piccoli, squarciano il rigore materico della copertura illuminando dall’alto la cappella del Santissimo, il fronte battesimale e la penitenzieria. L’articolazione materica frontale si stempera lungo i fianchi laterali dell’aula che, esternamente, sono trattati ad intonaco miscelato a polvere di travertino, stemperandone la linearità nella estroflessione della cappella del Santissimo a sinistra e nel gesto curvilineo che, sulla destra, raccorda l’aula liturgica al corpo centrale e da qui all’altro corpo opposto del salone parrocchiale nell’alternarsi di pieni e di vuoti, di rette e curve, come tanti abbracci.
Impianto liturgico
L’impianto dell’aula liturgica, caratterizzato da movimenti laterali dinamici e slanciati all’assetto architettonico longitudinale/trasversale, richiama l’accoglienza di un abbraccio.
L’asse principale fa convergere spontaneamente l’attenzione di tutta l’assemblea verso il presbiterio, indirizzando la preghiera dei fedeli e l’orientamento esistenziale di tutta la Comunità verso il Signore.
Il corridoio centrale ed i due laterali offrono spazi ben definiti per processioni e movimenti liturgici, in primis quello eucaristico.
Antistante la facciata principale, un ampio sagrato ospita il campanile, nello spazio anteriore destro, e si pone in prossimità fisica e dialogica con un ampio e concluso spazio laterale, la chiesa esterna.
Il Portale unico ha dimensioni e struttura che ben si prestano ad accogliere eventuali spostamenti assembleari e riti di celebrazioni particolari come il rito delle esequie (il feretro), il sacramento del matrimonio (gli sposi) o la celebrazione della veglia pasquale (l’assemblea, dietro il cero pasquale, dopo il rito iniziale del lucernario). L’ingresso laterale, sul fianco destro dell’aula liturgica, facilita gli accessi/uscite ordinarie dei fedeli.
La Cappella del Santissimo si apre sul lato sinistro come luogo di raccoglimento e di preghiera personale, in continuità con l’aula: nella sua estremità finale, contingente al presbiterio, è la sede della custodia eucaristica, accessibile direttamente anche durante le celebrazioni festive.
Il presbiterio, vero luogo di attrazione di tutta la celebrazione liturgica, è rialzato grazie a due gradini rispetto alla quota dell’assemblea; su di esso troviamo ben distinti i singoli luoghi liturgici: l’altare, l’ambone, la sede del celebrante e le sedute per i concelebranti, i ministri ed i ministranti con spazi che agevolano i movimenti fra i luoghi ed intorno ad essi (altare).
L’altare, centro geometrico dello spazio presbiterale e polo focale della celebrazione eucaristica, richiama alla presenza di Cristo in mezzo ai suoi discepoli evocando la pietra del sacrificio e la mensa della sua ultima cena; su di esso, oggi, durante la celebrazione liturgica, si ripresenta il dono del suo amore sulla croce per noi nel pane vivo dell’Eucaristia.
L’ambone, guardando l’altare sul lato destro del presbiterio, è collocato in prossimità con l’aula liturgica e con la sua forma dinamica che si protende verso l’assemblea sottolinea la tensione evangelica di tutta la Chiesa nell’annuncio missionario della Parola, vero seme di Dio lanciato a piene mani, e abbondantemente, nel solco di tutta l’umanità ed in ogni singola celebrazione sacramentale della Comunità.
La sede del celebrante principale, con le sedute dei concelebranti e degli altri ministri, vengono posizionate in modo speculare alla posizione dell’ambone, ma in prossimità della parete absidale, in modo da creare un equilibrio dispositivo nella presenza dei luoghi focali del presbiterio.
Il fonte battesimale viene collocato nell’aula liturgica vicino al portale principale, entrando, sul lato sinistro, a richiamare l’importanza del sacramento che ci fa entrare nella Chiesa-Comunità.
La penitenzieria, collocata in posizione opposta al fonte, ospiterà gli appositi confessionali per garantire la riservatezza e la discrezionalità nel celebrare il sacramento della riconciliazione.
Opere d’arte
Le opere d’arte ricercano continuità, coerenza e congruità con l’approccio architettonico, secondo un principio di unità delle arti.
Le sculture del Cristo e della Madonna saranno in travertino, la cui struttura irregolare addolcirà le geometrie delle opere conferendo un richiamo materico ed empatico.
Da modelli classici in gesso, come per la tradizionale esecuzione scultorea, si realizza una scomposizione verticale delle figure dividendole in una sequenza di sagome che unendosi in successione vanno a creare, da un unico blocco lavorato tramite frese, le sculture: i livelli esprimono un mix di astratto e figurativo, fatta salva la riconoscibilità iconografica dei soggetti.
Le 14 Stazioni della Via Crucis sono pensate come intarsi di marmi grigi, trattati in modo “pittorico” con idonei ossidi, e lastre di Marmo Calacatta a formare lo sfondo della scena.
Il Cristo e la croce verranno eseguiti con un intarsio su lastra di ottone, incisa con tecnica classica a ricreare il figurativo.
Le opere predisposte per altare ed ambone saranno realizzate con la tecnica del mosaico, metafora della fusione del singolo con l’intero, della parte con il tutto. Le tessere, ricavate da formelle di pasta vitrea di Murano inglobanti foglia d’oro a 24K, verranno tagliate manualmente e singolarmente e allettate in uno strato di malta colorata con ossidi.
L’inclinazione delle tessere rimanda alla più antica tradizione del mosaico bizantino a congelare il gesto dell’artista aumentando gli effetti di riflessione luminosa: il gesto tradizionale verrà esasperato nelle realizzazione a dare la sensazione di un morbido movimento di luce che segue lo sguardo del fedele.
Il pannello musivo, incastonato nell’altare monolitico di pietra, rimanda attraverso la sua superficie in oro ad un campo di grano mosso dal vento, al simbolo della spiga ed all’azione del fiorire; il pannello inserito nel fronte dell’ambone lapideo alla terra appena solcata dall’aratro e pronta alla semina nonché al libro aperto, mosso dal vento.
Aspetti funzionali
Al piano terreno, il locale sacrestia è posto in aderenza all’aula liturgica principale ed a quella esterna, facilitando i percorsi: è dotato di uno spazio per la conservazione e preparazione dei fiori, del guardaroba, del Sacrario per la dispersione delle particole nella terra.
In aderenza al locale sacrestia, disimpegnato dallo stesso corridoio, l’ufficio parrocchiale dotato di archivio ed un servizio.
A seguire, l’atrio di ingresso ai locali parrocchiali (con accesso anche da via Gorizia) che smista il salone dotato di guardaroba, 4 aule per il catechismo ed i servizi.
Al piano primo, in aderenza all’aula liturgica e dotata di propria scala privata, la casa canonica composta da soggiorno/cucina, due camere, due servizi, un ripostiglio ed una terrazza: è accessibile anche dalla parte opposta sfruttando l’ascensore parrocchiale.
All’altra estremità, i servizi, un’aula catechismo ed una sala riunioni dotate di ampia terrazza. Le attività rumorose (aule, salone, locali tecnici) sono separate da quelle necessitanti di quiete: un atrio passante, a tutta altezza, segna la cesura fra le due zone a rumorosità differenziata.
Progetto: Prof. Arch. Fabrizio Rossi Prodi
ROSSIPRODI ASSOCIATI srl
Arch. Marco Zucconi, Arch. Marco Zacchini, Arch. Emiliano Diotaiuti, Don Gianni Cioli (aspetti liturgici), CaCO3 (opere d’arte), Alice Corbetta (artista), Roberto Coppa, Vittorio Anzilotti (marmi).
Foto: Pietro Savorelli
NUOVO COMPLESSO PARROCCHIALE ad ALBA ADRIATICA (TE)
DIOCESI TERAMO-ATRI
Committente: Parrocchia di “Sant’Eufemia” Diocesi Teramo-Atri
Progetto architettonico e coordinamento: Rossiprodi Associati srl – Fabrizio Rossi Prodi con Marco Zacchini, Emiliano Diotaiuti, Thomas Michielin, Giacomo Giannoni, Roberto Coppa, Jasmine Amayou
Opere d’arte: CaCO3 (Aniko Ferreira Da Silva, Giuseppe Donnaloia, Pavlos Mavromatidis) Massimiliano Pelletti Liturgista: Don Roberto Gulino
Collaboratori: Don Francesco Gaddini