Rapporto con l’ambiente urbano:
La nuova chiesa intitolata a Maria Regina della Pace si colloca in posizione eminente sulle colline a nord di Velletri. Come “casa costruita sulla roccia” (Mt 7, 24-25), essa si dispone a mo’ di ponte sospeso tra il sagrato e i locali parrocchiali, proponendosi quale autorevole protagonista e fulcro visivo della vasta vallata sottostante.
Riconvertita in simbolica “Porta” e luogo di devozione mariana assimilabile alle antiche “cappelle di via”, l’originaria chiesetta introduce alla nuova, nel segno della pace, attraverso un lungo sagrato punteggiato di ulivi, giardino dei colori e dei profumi ispirato al Cantico dei Cantici e connotato quale artistica Via Matris: un itinerario di preghiera plasmato sul ricco immaginario figurale dell’Akathistos, e inteso quale gioiosa celebrazione dell’amore che lega il Cristo alla sua Chiesa.
La composizione dei volumi edilizi ottimizza la visibilità della chiesa nel contesto del territorio, e individua una molteplicità di luoghi distinti e ben caratterizzati: il giardino-sagrato; il teatrino all’aperto rivolto al vasto paesaggio; l’oratorio che gravita intorno alla grotta mariana sottostante la chiesa; il sistema dei campi da gioco.
Il tutto ben servito da una fitta trama di percorsi, parcheggi, accessi carrabili e pedonali.
Riconoscibilità
La riconoscibilità del nuovo centro parrocchiale è innanzitutto affidata alla composizione dei volumi, che vede il corpo ellittico della chiesa ergersi sino a dominare l’intero complesso edilizio.
La peculiare geometria conferisce allo spazio liturgico un preciso orientamento, enfatizzato dalla presenza di due elementi architettonici opposti e fortemente caratterizzanti: da un lato il generoso portale, arricchito dalle celle campanarie e da formelle scultoree che rileggono in chiave mariana la metafora di Cristo-Porta; dall’altro la snella bifora absidale che effonde sull’altare la luce dell’oriente simboleggiando la divino-umanità di Cristo.
Pur attraverso materiali, tecnologie e forme contemporanee, l’edificio ripropone i tradizionali temi dell’architettura chiesastica: dal sagrato alla cappella, dalla porta alla navata, dall’ambulacro al claristorio.
Il segnale notturno della “corona di luce” che sovrasta la chiesa traduce in colore lo scorrere del tempo liturgico, e suggerisce alla città la presenza silenziosa e rassicurante di quella “brace che cova in fondo al tabernacolo” (F. Cassingena-Trévedy) e che è Presenza di Dio tra gli uomini.
Sostituendo al consueto verticalismo del campanile un messaggio luminoso, essa diviene metafora della luce della Parola, dello splendore della fede, del ruolo della Chiesa nel contesto della società civile.
Impianto liturgico
Pur passibile di adattamenti, l’impianto liturgico connota fortemente lo spazio architettonico, plasmandone le strutture e conferendo alla geometria ellittica della chiesa una chiara direzione.
All’altare volto ad est fanno da contrappunto la generosa acquasantiera, il fonte battesimale e la venerata icona della Madonna della Pace, che nel complesso materializzano, per il tramite dei movimenti liturgici, quel segno di croce che è la più autentica matrice del luogo di culto cattolico.
L’icona mariana, in particolare, potrà favorire il recupero della felice tradizione di concludere la celebrazione eucaristica con una corale invocazione alla Madre celeste, restituendo alla memoria dei fedeli antiche antifone quali il Salve Regina, il Regina Coeli o l’Ave Regina Coelorum.
Lo spazio liturgico è parzialmente cinto da un deambulatorio che assolve ad una triplice funzione: ampliare l’area di ingresso, vero e proprio endonartece dotato di chiara identità lustrale; accogliere lo spazio battesimale e la contigua penitenzieria; individuare un percorso di accesso indipendente per la cappella del SS.mo Sacramento e la sacrestia.
La centralità dell’altare è esaltata dalla luce naturale proveniente dalla bifora absidale, mentre sui due lati si dispongono l’ambone e la sede, visibilmente individui e distinti dal luogo del sacrificio eucaristico.
Ai piedi dell’altare l’omphalos si dispone ad accogliere le sedute degli sposi, la bara dei defunti e il rito della Santa Comunione, materializzando così quella terza direttrice verticale che struttura lo spazio liturgico e ricongiunge, agli occhi del fedele, il cielo con la terra.
Aspetti funzionali
Preso atto della netta divisione del lotto in due quote altimetriche distinte, e della necessità di prolungare, per quanto possibile, l’utilizzo delle strutture esistenti anche in fase di cantiere, il progetto prevede di posizionare chiesa, canonica e parcheggio al livello di Via del Cigliolo, disponendo alla quota inferiore i locali di ministero pastorale, le aree per il gioco e la corte dell’oratorio.
Quest’ultima risulta parzialmente coperta dalla chiesa, e converge verso una grotta mariana coincidente con la soprastante acquasantiera e corredata di una fonte alimentata dalla medesima acqua.
L’ampio spazio esterno potrà essere utilizzato come meta di processioni, itinerari di preghiera e celebrazioni all’aperto, e potrà ospitare le molteplici iniziative che già caratterizzano la vita parrocchiale, proponendosi come spazio qualificante offerto all’intera città.
Distribuiti su due livelli, i locali parrocchiali salvaguardano l’indipendenza delle funzioni pur nell’ottica di una chiara complementarietà, e risultano connessi da un unico sistema di collegamenti verticali.
La canonica, integrata di unità abitative autonome, favorisce all’occorrenza le delicate attività di discernimento vocazionale.
Profilo estetico-formale
Il progetto del nuovo centro parrocchiale persegue l’obiettivo di restituire ordine, identità, carattere e memoria ad una trama edilizia troppo spesso informe e mortificata dalla speculazione.
Esso trae spunto da tre principali fonti di ispirazione: il titolo della parrocchia, dedicata a Maria Regina della Pace; l’appartenenza di Velletri all’area dei Castelli Romani, gravida di storia e suggestioni formali; e infine la preziosa immagine proposta dall’antico Inno Akathistos, che riconosce in Maria il “ponte che conduce gli uomini al cielo”.
Da qui l’idea di plasmare la chiesa in forma di corona, rocca, ponte, riassumendo nel volume avvolgente e compatto dello spazio liturgico il potere evocativo di figure fortemente riconoscibili e ben radicate nella memoria collettiva.
Un nuovo complesso parrocchiale come centro di aggregazione e di servizio per la comunità
A Velletri sta per sorgere il nuovo complesso parrocchiale di Regina Pacis, sulla via del Cigliolo.
La domanda che molti potrebbero porsi è: quale necessità possa indurre una Diocesi ad intraprendere oggi l’impresa della costruzione di una nuova chiesa?
La risposta sarebbe ovvia se si considerasse la trasformazione vissuta dalla città di Velletri negli ultimi decenni, similmente a quella avvenuta in tanti altri centri urbani.
Le numerose antiche chiese del centro storico, che pure continuano ad essere officiate, sono ormai diventate difficilmente raggiungibili, raccolgono una percentuale sempre minore di abitanti e risultano strutturalmente del tutto inadeguate a svolgere una azione pastorale al passo coi tempi.
Sui circa 60.000 abitanti di Velletri, meno della metà risiede all’’interno dell’antica cinta muraria ed è costituita in buona parte da stranieri, avendo la maggioranza dei veliterni costruito nuove abitazioni nelle campagne circostanti, per lo più in modo disordinato e senza alcuna preoccupazione di prevedere spazi comuni di aggregazione e di servizi.
E’ quindi sorta da lungo tempo l’esigenza di erigere canonicamente, per la cura pastorale di queste considerevoli aggregazioni, nuove parrocchie, che, a tutt’oggi, svolgono la loro attività in minuscole chiese di campagna, prive di ogni spazio operativo.
Il nuovo complesso intende far fronte a questa esigenza, in una delle zone maggiormente popolate, cercando, allo stesso tempo, di essere un segno, da parte della Chiesa, dell’attenzione al bisogno della cittadinanza di disporre di centri di aggregazione e di servizio funzionali e capaci di promuovere uno sviluppo anche culturale e artistico-architettonico della città.
Fin dalla sua nascita, la parrocchia di Regina Pacis ha operato in strutture provvisorie e in parte abusive e insicure; il progetto di un complesso più adeguato ha avuto bisogno di quasi un ventennio per diventare operativo e mi fu prospettato in maniera pressante dalla comunità parrocchiale fin dal mio arrivo a Velletri, quindici anni fa.
Occorre essere grati all’intraprendenza ed alla tenacia del parroco, Mons. Angelo Mancini, sostenuto dalla fiducia e dalla generosità dei fedeli, se possiamo oggi intravvedere la realizzazione di un sogno di molti.
Scheda tecnica Nuovo centro parrocchiale Regina Pacis a Velletri
- 2014 Concorso a inviti in forma palese, organizzato dalla Diocesi di Velletri-Segni con la consulenza dell’Ufficio Edilizia di Culto della CEI
- Progettista invitato: Cossu Toni Architetti. Gruppo di progettazione: Cossu Toni Architetti, R+C Architetti (Andrea Cavicchioli – Andrea Ricci), artista Nicola Biondani (Mantova), liturgista Don Antonio Accogli (Arcidiocesi di Otranto)
- Proclamazione vincitore: Gruppo Cossu Toni Architetti a fine 2014
- Gruppo di progettazione per il progetto definitivo ed esecutivo (per CEI e Comune/Regione, committente Parrocchia Regina pacis – Mons. Angelo Mancini): Cossu Toni Architetti (Arch. Ada Toni (capogruppo)) + Arch. Andrea Cavicchioli, Ing. Giovanni Nicolò (strutture), Arch. Gian Luca Cordella (Sicurezza), Ing. Andrea Quattrocchi (Impianti e risparmio energetico)
- Luglio 2016 Elaborazione e consegna del progetto di prima istanza all’Ufficio Edilizia di Culto della CEI per la pratica di finanziamento (8×1000 nuova edilizia di culto)
- Febbraio 2020 Consegna del progetto di seconda istanza all’Ufficio Edilizia di Culto della CEI per la pratica di finanziamento
- Febbraio 2020 approvazione e rilascio del Permesso di costruire da parte del Comune di Velletri e Autorizzazione Paesaggistica da parte della Regione Lazio
- Settembre 2020 Decreto CEI di approvazione del finanziamento
- Concezione strutturale: pareti e solette continue in cls armato su fondazione a platea, struttura a telaio in acciaio per l’aula liturgica su soletta in cls armato a ponte sul piano dei locali parrocchiali
Inizio lavori di cantiere: giugno 2021