La Fondazione Potenza Tamini accoglie la sfida di tramandare alle generazioni future l’attività dello storico atelier, luogo incantato e sospeso nel tempo dove l’artista crea le proprie opere interpretando in chiave contemporanea tecniche della tradizione veneziana
di Valeria Loddo
La neonata Fondazione Potenza Tamini nasce dalla dedizione della compagna del maestro, Josie Mackwitz Tamini, con l’obiettivo fondamentale di preservare l’eredità di Gianmaria Potenza attraverso il sostegno a giovani talenti creativi che perseguono una ricerca artistica legata a una dimensione artigianale e ai temi affrontati dal Maestro.
La Fondazione ha sede al civico 1450 del sestiere Dorsoduro, negli spazi dove ancora oggi Gianmaria Potenza crea le proprie opere. Chi ha avuto la fortuna di visitare questo luogo, ha scoperto con sorpresa un mondo nascosto ai più, un locus amoenus racchiuso tra le mura del palazzo di proprietà della famiglia Potenza.
Lo studio si sviluppa attorno a un giardino “di vetro”, ricco di fiori sempre colorati, secondo una successione di spazi dedicati al lavoro manuale e sale in cui il pensiero e il dialogo trovano un ambiente fertile. Un luogo unico, in cui il passato e il presente si intrecciano per alimentare l’ispirazione delle future generazioni di artisti.
Far coesistere nel medesimo luogo le attività dello studio e quelle della Fondazione è una scelta consapevole della duplice responsabilità di promuovere l’arte di Gianmaria Potenza e al contempo di preservare la vivacità dello storico atelier.
Tanti gli eventi in agenda per il primo triennio di attività della Fondazione, tra mostre, libri, workshop e un programma di formazione dedicato agli studenti di discipline artistiche. Eventi che puntano ad affermare da subito questa realtà come un nuovo punto di riferimento per il mondo dell’arte a Venezia.
Una sfida ben ambiziosa quella della Fondazione Potenza Tamini, che dovrà essere in grado di dialogare con le principali istituzioni della città, vecchie e nuove.
Per chi si chiede perché è importante preservare e tramandare il lavoro di Gianmaria Potenza, basta ripercorrere la sua carriera per capirne la straordinarietà. Artista poliedrico, eclettico e sperimentatore, ha dato vita a un’arte che rifiuta qualsiasi sentimento negativo, votata a una dimensione spirituale come cura dell’anima.
Una prospettiva positiva con un significato culturale importante, soprattutto considerando il contesto storico del XX secolo, segnato da violenze e conflitti.
“Sole” (2015), mosaico di smalto vetroso ø 100 cm. Hotel Santa Chiara, Venezia.
“Resinografia 27” (2022), oro e acrilici
su carta fatta a mano ø 135 cm.
“Mondo in Croce” (2001), bronzo fusione a cera persa, h 150 cm. Museo ERARTA, San Pietroburgo.
Le sue opere invitano a giocare e perdersi nella propria fantasia, in un rapporto atavico con le forme. Il processo creativo parte dall’osservazione di un fatto oggettivo, mai concettuale. La frase, divenuta ormai suo Statement, “la natura è la mia più grande forma di ispirazione” va letta in questo senso. Il soggetto, scomposto e ricomposto in forme geometriche essenziali, si trasforma in archetipo.
Fondazione OIC, Padova.
Nato nel 1936, Gianmaria Potenza vanta un lungo percorso artistico, impossibile da ripercorrere tutto in poche righe. Dagli esordi alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia nei primi anni Cinquanta, quando era ancora studente dell’Istituto d’Arte di Venezia, alle numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia, fino alle grandi mostre internazionali degli ultimi decenni, sono tante le tappe degne di menzione.
La sua carriera di artista si è sempre divisa tra i grandi lavori su committenza, spesso in collaborazione con architetti del calibro di Gio Ponti e Franco Albini, per la decorazione di navi, hotel, chiese ed edifici pubblici, e la sua attività imprenditoriale.
Potenza è, infatti, noto al grande pubblico anche per aver fondato la vetreria La Murrina nel 1968, esperienza che gli permette di sperimentare il design del vetro, giungendo a esiti totalmente dirompenti e innovativi, sfidando le forme tradizionali muranesi dell’epoca.
Tra gli anni Sessanta e Settanta, progetta paramenti religiosi e arredi sacri per la Santa Sede sotto S.S. Paolo VI. L’arte sacra rappresenta ancora oggi uno dei principali soggetti delle sue creazioni.
Ambone e Porta cero Pasquale (2014),
Pietra di Trani e legno di recupero.
Chiesa di M. Immacolata, Pedara (CT).
“Croce” (1968), vetro murrino realizzazione La Murrina 22×30 cm.
“Freccia” (2021), bronzo fusione a cera persa h 380 cm.
I più recenti lavori per la Cattedrale di Cremona, inaugurati nel 2022, testimoniano una maturità artistica in grado di rapportarsi con il delicato contesto storico del luogo e di creare opere d’arte di rilevanza culturale, accogliendo sia le moderne necessità liturgiche del Concilio Vaticano II, sia la ritrovata sensibilità dei fedeli per le forme espressive della contemporaneità.
Negli anni Ottanta, la sua produzione artistica ha una svolta significativa, con la creazione delle prime sculture in bronzo e le pitto-sculture, in cui emerge un linguaggio artistico distintivo e una piena autonomia espressiva.
Gli Elaboratori, sviluppati agli inizi degli anni Novanta, segnano un’ulteriore svolta. Questi lavori rappresentano un passo importante verso una ricerca artistica meno orientata alla pura decorazione e più incentrata su effetti visivi dinamici.
La ricerca di un linguaggio espressivo, che impiega unità geometriche di base disposte secondo una logica compositiva con esiti che possono variare da astratti a figurativi, trova le sue radici nell’arte del mosaico. Questa tecnica tradizionale veneziana mette in evidenza l’aspetto artigianale dell’opera, dove la precisione, l’accuratezza e la cura dei dettagli rivestono un ruolo cruciale.
Nonostante l’uso di varie tecniche e materiali, tutte le opere di Gianmaria Potenza si distinguono per l’impiego di questo particolare linguaggio sulla superficie delle sue creazioni.
La nuova Fondazione Potenza Tamini, si erge come custode di tutto questo importante retaggio artistico. Preservare e conservare l’arte di Gianmaria Potenza è un atto di salvaguardia della cultura, dell’arte e della storia veneziana, assicurando che il suo contributo artistico continui a ispirare e arricchire il mondo dell’arte per le generazioni a venire.