Lo studio di architettura Benedetta Taglia- bue EMBT presenta il progetto recentemente terminato “San Giacomo Apostolo” chiesa e complesso parrocchiale a Ferrara, Italia.
Quest’opera è stata realizzata in 10 anni (2011–2021) e rappresenta una valorizzazione per il quartiere periferico di Arginone, poiché il nuovo complesso è a disposizione dell’intera comunità, sia ecclesiastica che laica.
Il complesso è composto da una chiesa di 710 m2, un complesso parrocchiale di 873 m2 ed uno spazio esterno verde curato di 600 m2.
La naturalità è presente in ogni sfaccettatura di questo progetto. Dall’esterno si nota un edificio leggero dalle forme organiche, circondato da un esile boschetto, al quale si accede attraverso due percorsi laterali che conducono ad una piazza dal disegno naturalistico antistante la chiesa, che funge da punto d’incontro e che simboleggiano il centro di due grandi braccia aperte verso la comunità.
La chiesa sorprende con la sua copertura leggera e sospesa, con una silhouette ondulata rivestita in rame che si ispira alle forme aeree e monumentali di una mongolfiera.
“L’ispirazione è venuta un giorno mentre stavamo analizzando il territorio e l’ambiente, quando abbiamo visto il cielo di Ferrara pieno di mongolfiere per il festival internazionale, che si svolge ogni anno a settembre. Immaginiamo così una chiesa leggera e accogliente, che viene dal cielo e si colloca nel luogo, dove la comunità cristiana ne ha più bisogno, una chiesa contemporanea, ricca di forza e di simbolismi, sorprendente e familiare allo stesso tempo, ispirata ai primi tempi della chiesa” spiega Benedetta Tagliabue, fondatrice e direttrice dello studio di architettura Benedetta Tagliabue – EMBT.
Sia la combinazione dei materiali che il sistema costruttivo sono modulati in modo diverso per caratterizzare le diverse aree del progetto.
Con gli stessi materiali è stato possibile progettare la chiesa, monumentale, e gli spazi del complesso parrocchiale, con un aspetto domestico.
Le facciate giocano con intonaci e mattoni a vista collocati in diverse disposizioni e realizzati su misura con un disegno a tre punte che ricorda il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, capolavoro rinascimentale.
L’accesso al tempio avviene attraverso un grande portone in legno, materiale naturale fondamentale e molto presente nel progetto; dal tetto ai mobili e ai serramenti, che disegnano le forme degli alberi.
Al centro della chiesa l’altare è protagonista.
Situato in un presbiterio circolare, l’altare è anche il punto attorno al quale si organizzano l’auditorio e la cappella laterale, nonché il battistero e tutti gli spazi annessi.
La volta lignea, che allude alle navate delle chiese medievali, è stata disposta a raggiera attorno ad un anello di luce che circonda un baldacchino sospeso, la cui forma ricorda la conchiglia di San Giacomo.
Il lucernario centrale permette alla luce di discendere sulla zona dell’altare, modificandone l’effetto nei diversi momenti della giornata.
foto di: Marcela Grassi foto di: Marcela Grassi
Una grande croce a trave lignea sorvola con grande forza simbolica l’intera navata.
La croce è stata realizzata con alcuni pezzi di legno che si trovavano originariamente nell’antico municipio di Ferrara, che sono stati recuperati appositamente per la chiesa. Si decise di non restaurarli in modo che trasmettessero tutto il simbolismo primordiale attraverso il loro materiale antico e umile.
L’ispirazione dalla natura si ritrova anche nell’altare, che è costituito da un blocco di pietra bianca di Trani quasi senza alcuna lavorazione. Solo la superficie della celebrazione è stata scolpita con 4 piccole croci agli angoli e custodisce un cassetto segreto con una reliquia. I lati della pietra rustica ricordano i momenti più primitivi della chiesa, quando si celebrava una messa con oggetti ritrovati e dove il simbolo acquistava un’importanza ancora maggiore.
I mobili del presbiterio sono stati realizzati su misura in legno lamellare, ottenuto accostando diversi tipi di essenze, che materializzano forme semplici, organiche e al tempo stesso scultoree. Il legno contrasta con il cemento grezzo, la pietra delle pareti e del pavimento, creando un filo conduttore tra gli oggetti.
La sala è disposta in forma semicircolare con una fila di sedili curvilinei, che consente una maggiore vicinanza all’altare e tra i fedeli, favorendo una celebrazione collettiva.
Lo strumento iconografico degli oggetti d’arte, commissionato dall’artista italiano Enzo Cucchi, è concepito come un insieme organico che si dispiega nello spazio della chiesa. Cucchi, assistito da don Roberto Tagliaferri per l’interpretazione liturgica, ha posto grandi croci in pietra serena su ciascuna delle pareti della chiesa e del battistero.
Al loro interno sono stati installati pezzi in ceramica nera del laboratorio ceramico Studio D’Arte Gaeta, in cui spiccano in bassorilievo disegni di Cucchi che rappresentano momenti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il cemento a vista è esaltato dalla presenza solenne della pietra serena.
Come pala d’altare è stata installata una croce romana in pietra serena che si ispira alla croce di gemme, che era usata nei primi giorni della Chiesa ed è circondata da pezzi di ceramica colorata scintillante che simboleggiavano stelle e pianeti, santi, angeli e figure sacre del cristianesimo.
Su entrambi i lati della croce si trova un altare ligneo che custodisce le reliquie di San Giacomo Apostolo e una nicchia che contiene una statua lignea della Vergine Maria del XVII secolo, rinvenuta nella chiesa ora chiusa della Santissima Trinità.
L’antico fonte battesimale è stato donato dalla Famiglia Tagliabue e proviene da una chiesa abbandonata nei pressi di Bergamo.
Dal piazzale della chiesa si entra nella cappella per il culto quotidiano che contiene il Santissimo Sacramento, grazie ad un accesso esterno.
Dalla parte più scultorea del complesso si accede agli spazi per la sacrestia, la casa parrocchiale e la stanza di conversazione tra i fedeli ed il parroco, più domestica, mentre in un volume dal profilo basso e organico si trovano gli spazi annessi che offriranno servizi educativi, associativi e ricreativi per la comunità, nonché nuovi spazi polifunzionali per la vicina scuola, con la quale il complesso parrocchiale dialoga anche formalmente attraverso una volumetria attenta al rapporto con il proprio ambiente.
L’interno è illuminato da lampade a sospensione realizzate con sottili listelli di legno che compongono piccole cupole che irradiano luce, creando poetiche geometrie e angelici riflessi. Sono state disegnate da Benedetta Tagliabue.
Dopo aver vinto il concorso nel 2011, questo progetto è stato commissionato dall’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, con l’obiettivo di promuovere questa zona urbana in forte espansione, partendo da uno spazio aperto che equilibra il vecchio ed il nuovo, conferendo al complesso parrocchiale di ‘San Giacomo Apostolo’ il ruolo di catalizzatore creando identità nella comunità e per promuovere la socializzazione, l’educazione e l’interazione al suo interno.
San Giacomo chiesa e complesso parrocchiale, Ferrara, Italia
Primo Premio al Concorso 2011
Cliente: CEI Conferenza Episcopale Italiana, Parrocchia di San Giacomo Apostolo, Ferrara
Architetti: Benedetta Tagliabue – Miralles Tagliabue EMBT
Artista: Enzo Cucchi
Liturgista: Don Roberto Tagliaferri
Strutture: Studio Iorio, Francesco Iorio Miralles Tagliabue EMBT Team
Direttori di progetto EMBT: Benedetta Tagliabue, Joan Callis
Coordinatore alla progettazione EMBT: Valentina Nicol Noris
Design copertura lignea e Arredi Sacri EMBT: Nazaret Busto Rodríguez, Julia de Ory Mallavia, Daniel Hernán García
Coordinatore di gestione EMBT: Camilla Persi
foto servizio: di Marcela Grassi e Paolo Fassoli
Benedetta Tagliabue – EMBT, è uno studio di architettura riconosciuto a livello internazionale fondato nel 1994 dall’associazione di Enric Miralles (1955-2000) e Benedetta Tagliabue a Barcellona.
Durante la loro collaborazione, Enric e Benedetta hanno avviato progetti come il New Scottish Parliament Building in Edimburgo, il municipio di Utrecht nei Paesi Bassi, la sede di Gas Natural Fenosa, la ristrutturazione del Mercato e del quartiere di Santa Caterina, la loro casa nella città vecchia di Barcellona e così via.
Dopo la prematura scomparsa nel 2000 di Enric Miralles, marito e compagno di Benedetta, l’arch. Tagliabue ha continuato a guidare il loro ufficio come unico partner, finendo oltre dieci opere incompiute di Enric e iniziandone molte nuove.
Benedetta Tagliabue – L’approccio maturo di EMBT all’architettura, all’interior design, alla pianificazione delle strutture include esperienza con edifici scolastici, commerciali, industriali e residenziali, anche restauro di edifici come architettura del paesaggio per scopi speciali. Lo studio ha esperienza in spazi ed edifici pubblici sia in Europa che in Cina.
Il Nuovo complesso di S. Giacomo in Ferrara – Continuità e discontinuità di un’esperienza di fede e artistica
S.Ecc. Mons Gian Carlo Perego
In un angolo della periferia della città di Ferrara, sotto il grande argine, l’Arginone, che difende dalle piene del Po di Volano che attraversa la città, e dove le incursioni aeree della seconda guerra mondiale colpirono duramente, sorge il nuovo complesso parrocchiale di S. Giacomo, accanto al fabbricato della piccola chiesa, benedetta l’8 ottobre 1950, con la casa canonica e la scuola materna. La nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio in cammino fa la sua sosta in una nuova chiesa-edificio, che diventa il segno di una comunità radunata nell’ascolto della Parola, nella preghiera e nella carità in questo angolo della nostra città. Attraverso questa chiesa-edificio, un gioiello di architettura e arte contemporanea, il Dio cristiano si fa ancora più vicino, prossimo al popolo di Dio. Se “la bellezza salverà il mondo”, la bellezza di questa chiesa-edificio e la sua dedicazione contribuirà a salvare la nostra città, insieme alle altre bellezze artistiche realizzate nel corso dei secoli, molte delle quali edifici sacri, a partire dalla nostra Cattedrale, purtroppo ancora chiusa per le ferite del terremoto, la cui prima dedicazione avvenne l’8 maggio del 1177 e l’ultima il 16 ottobre 1960. Quasi mille anni di storia di una Chiesa in cammino sono segnati da alcune tappe, quali sono le costruzioni di edifici sacri, che corrispondono a passaggi culturali e di fede, ciascuno dei quali segnati dalle “gioie e dalle speranze, dalle tristezze e dalle angosce” (G.S. 1) del popolo di Dio. In mille anni di storia dalla dedicazione della Cattedrale alla dedicazione della Chiesa dell’Arginone si è creata una continuità e una discontinuità tra gli spazi sacri e gli spazi di vita. Una continuità data dalla mensa della Parola e dalla mensa eucaristica sempre presenti, ma anche dalla rappresentazione di episodi della storia della salvezza che si ripetono, con nuove forme artistiche da Pomposa all’Arginone. Una continuità nel leggere il Battesimo come l’inizio della vita cristiana, che chiede di rinnovare continuamente il rapporto con lo sposo attraverso il legame con la Penitenza. Una continuità costruita anche attorno a un volto, Maria, prima cristiana, che accompagna alla preghiera, con il suo volto semplice e popolare di donna e Madre. Una continuità con la vita di un Santo, Giacomo, l’apostolo che invita a camminare insieme in questo tempo di sinodo, che è cammino di grazia, cammino di purificazione. La chiesa, anche questa nuova chiesa di S. Giacomo, è il luogo in cui impariamo non l’esclusività, ma l’inclusività della salvezza: le porte della chiesa sono sempre aperte, come il nostro cuore. Nella chiesa risuona soprattutto il ‘noi’ e non l’ ‘io’, impariamo la comunione, la partecipazione attiva alla vita ecclesiale, la condivisione, alla scuola di Gesù. Ogni chiesa può diventare per tutti un luogo in cui il nostro cuore si riempie di gioia per l’incontro con il Signore, per il suo perdono e la nostra conversione. La chiesa è il luogo in cui rinnoviamo continuamente la nostra fede, il nostro stile di vita cristiano. Ogni chiesa ci ricorda a suo modo l’incontro reale con il Signore. In questa chiesa l’incontro con il Signore, presente nell’Eucaristia, è preparato e indicato dal segno della ‘Croce’. La croce gemmata nel catino absidale – “qualcosa di temibile che diventa desiderabile, uno strumento di morte elevato a segno di vita, l’umiliazione trasmutata in gloria” – ha scritto don Timoty Verdon – ci accoglie; la stessa croce, segno della salvezza, arricchite da episodi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento, ci accompagna dal soffitto in ogni angolo della chiesa, facendoci respirare l’aria di una spiritualità ferrarese che in mille anni di storia ha sempre voluto al centro delle sue chiese una grande croce. “La croce di Cristo è nostra salvezza, vita e risurrezione”, cantiamo il Venerdì santo. E in questa chiesa lo sperimentiamo, con originalità e modernità. E la Croce accompagna anche il nostro cammino, il nostro andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo ad ogni creatura. L’apostolo e pellegrino S. Giacomo, patrono di questa chiesa, ci indica il cammino e ci accompagna nel cammino, attraverso la novità, la freschezza, l’audacia, la bellezza di questo edificio sacro, interpretando e incrociando così l’uomo contemporaneo che è affaticato, ma desideroso di Dio; solo, ma alla ricerca di qualcuno; affamato e assetato, ma ricco e capace di dono.
Don Stefano Zanella
Ogni volta che si conclude un cantiere inizi a controllare i documenti, verificare le fatture, concludi la burocrazia che è sottesa alla fine dei lavori; contatti il parroco e attendi che venga stabilita la data per l’inaugurazione.
Credo di aver dimostrato in questi anni che il complesso parrocchiale di San Giacomo Apostolo sia il progetto che ho curato nei minimi particolari.
Ricordo ancora quella serata, con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, in cui venivo edotto circa i desideri della comunità e il suo sentirsi abbandonata dalla Curia. Mi ero ripromesso di accompagnarla verso la realizzazione di un complesso che potesse diventare un suo nuovo punto di riferimento. Sono passati più di dieci anni da quella serata, si sono avvicendati parroci e alcuni parrocchiani ora sono in Cielo e credo che da lassù potranno gioire nel vedere concluso questo percorso, non senza ostacoli.
Il 16 ottobre 2021 è stata dedicata la chiesa di San Giacomo e inaugurato l’intero complesso parrocchiale.
I ricordi si mescolano alle tante occasioni in cui ho avuto l’onore di conoscere i progettisti, impuntarmi e sembrare perfino miope di fronte alle proposte che mi venivano offerte. Ho imparato a crescere nel ruolo di committente grazie a Diego Malosso, ho compreso la bellezza dell’architettura contemporanea da Benedetta Tagliabue, Joan Callis e Valentina Noris dello studio EMBT Miralles Tagliabue, ho gustato l’arte che scaturisce da un dialogo sincero e competente tra don Roberto Tagliaferri ed il maestro Enzo Cucchi.
Con queste mie poche righe rischio di rendere banale un cammino che è iniziato attraverso un concorso bandito dalla CEI e che è diventato reale e presente in un territorio in evoluzione della città di Ferrara.
Prima che varchiate quella porta vi consiglio di non giudicare con i soli occhi, ma di ascoltare lo spazio, guardare i particolari, odorare i materiali e vivere l’ambiente che è stato plasmato da muri in cemento, tetto in rame e travi di legno.
Sarà occasione per rendersi conto che ogni particolare fa parte di un disegno superiore ai contratti firmati o ai viaggi affrontati.
La trave in legno che costituisce la grande croce prospettica è un recupero delle travi del tetto del vecchio palazzo municipale di Ferrara. Il pavimento racchiude in sé le vecchie colonne del presbiterio pre-conciliare della prima chiesa di San Giacomo. I mattoni dell’esterno richiamano il vuoto lasciato dalle bombe nella piazzetta antistante il campanile della Cattedrale di Ferrara.
Ferrara ha ora un nuovo luogo di riflessione, preghiera e cultura che supera il tempo e che resterà nella storia.