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Il Museo Diocesano per la conoscenza della storia e i valori del territorio

Don Luca Anelli Direttore del Museo Diocesano di Lodi

Che ci fa una tavolaccia di legno in mezzo ai calici preziosi? È una domanda frequente tra i visitatori del Museo Diocesano d’arte sacra di Lodi: la baciocca veniva suonata per le strade dei paesi nei giorni del Triduo pasquale, quando le campane venivano legate per la morte del Signore. Ci sta anche lo strano strumento“musicale”, in un museo che raccoglie oggetti legati alla tradizione liturgica, devozionale e culturale del territorio lodigiano.

Diocesi antica, iniziata con Bassiano, vescovo dal 374 al 409, amico del più celebre Ambrogio, tanto da raccoglierne le confidenze sul letto di morte. La devozione al patrono è tanto forte e sentita, da costituire un vero polo d’attrazione con le sue celebrazioni. È stato inevitabile dedicare una sezione del Museo diocesano alla sua figura, alla venerazione e alle ricerche più recenti sulla reliquia conservata in cattedrale. Simili modo, alla cattedrale, emblema della risurrezione cittadina dopo le distruzioni milanesi del 1158, è dedicata un’ampia sezione della raccolta con immagini di restauri e ricostruzioni di mezzo secolo fa, lapidi di reimpiego, brandelli di affreschi, oggetti liturgici. La recente sistemazione delle sale e del materiale ha privilegiato la lettura narrativa dei vari tratti della lunga storia diocesana: dagli ex voto agli splendori rinascimentali (il Tabernacolo Pallavicino e il suo Baldacchino sono un unicum dell’ultimo decennio del Quattrocento), dalla devozione a Maria alle sculture e alle pale d’altare di autori noti o sconosciuti. Ma legati al territorio, anzi, espressione, spesso, di questo territorio, con elementi riscontrabili in gran parte delle chiese della città e del contado.

A Lodi il Museo diocesano rappresenta una sosta rilevante per la conoscenza della storia e dei valori della provincia lodigiana, rendendo riconoscibili le peculiarità della fede e delle tradizioni cristiane, insieme ai linguaggi artistici che hanno arricchito la vicenda culturale locale, in un fecondo scambio tra le parrocchie che prestano gli oggetti e la raccolta che li offre allo sguardo mai sazio di chi ama la bellezza e la Sapienza che in essa si svela.

 

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