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I nostri beni tra passato e futuro

I nostri beni come testimonianza del passato per inventare il futuro

Caterina Parrello, Direttore Editoriale CHIESA OGGI

Arch. Caterina Parrello

Il nostro patrimonio artistico e culturale ci ricorda chi siamo stati e chi siamo ora, e ci invita costantemente a riflettere sul nostro passato per inventare il futuro.

Ci ispira senso di appartenenza, inclusione, crea valori di unicità e ci rende consapevoli di quanto creato dalle generazioni passate affinché possiamo continuare con lo stesso impegno e con la stessa determinazione ad essere testimoni del nostro tempo.

Infine, può nutrire, in ciascuno di noi, il diritto alla Bellezza.

Per superare le inquietudini, sociali ed economiche, che stanno caratterizzando questi ultimi anni, abbiamo sicuramente maggiore necessità di investire sul “capitale relazionale”, aprirci al “dialogo costruttivo” e “condividere esperienze e visioni” che possono essere da stimolo per una intelligenza creativa utile ad affrontare un “confronto problematico” tra noi e il nostro passato.

La vera sfida è il DIALOGO, così come afferma nel suo editoriale Don Luca Franceschini.
Con coraggio e con consapevolezza bisogna riappropriarsi del linguaggio artistico contemporaneo e misurarci al contempo con la nostra storia. “Conoscenza, cura, dono, missione” le parole chiave che Don Stefano Russo ha voluto identificare per sottolineare l’impegno della Chiesa in Italia verso il patrimonio artistico e religioso come parte integrante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ( PNRR).

Un edificio di culto non è solo porzione di un borgo/quartiere/paese; un museo non è solo un contenitore di opere da mostrare e rendere sempre meglio accessibili. Vi è una connessione intrinseca tra le chiese, gli oggetti in esse contenute ed il loro uso cultuale. E’ nostra responsabilità conoscere la storia dei nostri beni, e approfondire un legame con essi che va al di là del solo legame affettivo e devozionale. La conoscenza di essi deve diventare uno strumento capace di promuovere e diffondere la nostra cultura e la nostra identità territoriale.

E deve essere da stimolo per le nuove generazioni, per far crescere e sostenere nuovi talenti e nuove idee creative, contribuendo in modo significativo a creare “linguaggio contemporaneo”.

In questa edizione di CHIESA OGGI n.120 abbiamo scelto delle testimonianze coerenti che ci permettono di conoscere quanto impegno e attenzione ci sia nel “raccontare” il nostro patrimonio. Noi per primi crediamo che attraverso lo strumento dello “Storytelling”, utilizzando anche le tecnologie digitali, sia possibile valorizzare un luogo e la sua molteplicità culturale e territoriale coinvolgendo le comunità che diventato parte attiva di questo processo di crescita.

Particolare della mostra “Giotto. La Cappella degli Scrovegni” organizzata nel 2018 dalla Diocesi di Alessandria, che attraverso l’Ufficio Scuola, la Pastorale Giovanile e le Comunicazioni Sociali, in collaborazione con il Liceo scientifico Galileo Galilei e Alexandria International School, ha dato vita a “La Bottega di Giotto” un progetto di alternanza scuola e lavoro in cui i ragazzi sono stati protagonisti della preparazione e della presentazione del grande capolavoro di Giotto. Dopo essersi preparati sull’opera di Giotto hanno guidato i visitatori alla scoperta della Cappella degli Scrovegni (www.itacaeventi.it)
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