Vercelli, Arca ed ex Chiesa di San Vittore – 10 marzo – 21 maggio 2023
Daniele De Luca, Fabrizio Tabacchi
Nell’ambito dei percorsi di valorizzazione di Vercelli, la mostra di Manzù, a cura di Marta Concina, Daniele De Luca, Alberto Fiz, prende avvio dalle fortunate esperienze precedenti, con particolare riferimento a quanto realizzato con Francesco Messina.
L’esposizione vede nell’antica chiesa di San Marco il suo fulcro, ma si apre su più sedi, ognuna con le sue caratteristiche, valorizzate dalla presenza delle opere. L’anticipazione di San Vittore ha annunciato l’importante evento, ha destato l’attenzione dei vercellesi e di tutti i visitatori che potranno godere anche di esposizioni dedicate all’interno dei Musei.
Il tema del Sacro è, ancora una volta, al centro della collaborazione tra Comune e Arcidiocesi, con anche Studio Copernico, principale prestatore delle opere. Questo è sottolineato da una cospicua presenza di Cardinali, elementi tra i maggiormente riconoscibili dell’operato di Manzù. Le figure di questi religiosi, visibili in ARCA, frutto di una significativa produzione artistica, sono presenti, anche in Arcivescovado, sede per eccellenza.
La chiesa di San Vittore, a porte sempre aperte, ha accolto l’importante Cardinale e si accinge ora ad ospitare il ritratto in marmo bianco della moglie di Manzù, Inge.
Le opere catalizzano l’attenzione nello spazio di ARCA, nuovamente progettato ad accogliere la storia di un’importante personalità del secolo scorso.
L’allestimento vuole legarsi a doppio filo ad un titolo che ha accompagnato la figura dell’artista.
Lo spazio non è più buio, nell’atmosfera che riecheggia in ARCA: le suggestioni del raggio di luna.
Il visitatore ha l’occasione di trovarsi in un contesto scenografico ispirato a piazza San Pietro, luogo storico della cristianità per antonomasia, che, da secoli, accoglie e conduce verso le porte della Chiesa.
A convergere prospetticamente sul fondale di ARCA, attraverso la visione delle opere, selezionate per vari tematismi, si può leggere una suggestiva interpretazione della Porta della Morte, accesso alla Basilica Vaticana di San Pietro; che conclude il percorso espositivo il Miracolo di San Biagio.
La mostra propone scultura, pittura ed altri registri artistici, orchestrati, si auspica sinfonicamente, all’interno degli spazi espositivi. Tra questi: chiese aperte al culto, ora sconsacrate, preservano ancora la spiritualità di un tempo, con una rinnovata dignità nell’uso.
La valorizzazione si inserisce, così, insieme a tutela e restauro, come terzo elemento necessario alla diffusione della conoscenza del patrimonio, nel pieno della missio dell’Ufficio Beni Culturali: servizio della diocesi in sinergia con la comunità e con le realtà culturali locali, proseguendo nel solco tracciato dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta che, nell’ultimo decennio, hanno individuato anche nella valorizzazione un importante impegno pastorale per una comunità rinnovata e consapevole.