La mostra sulla Virgen de la Altagracia nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma
Servizio a cura di Viviana Cuozzo, architetto
Da alcuni anni possiamo osservare un progressivo svuotamento delle chiese: il popolo cristiano partecipa sempre meno alle celebrazioni liturgiche, sempre meno troviamo fedeli in silenzio tra i banchi a pregare. Di questo allontanamento possiamo indagarne le molteplici cause e trovare una probabile risposta nell’abito della società attuale: globalizzata, ma in via di alienazione, di perdita d’identità culturale.
Eppure le chiese ci sono, tante, antiche o moderne, monumentali o essenziali; restano sempre aperte ad accogliere chiunque voglia trovare rifugio o fare tesoro della loro presenza.
Nelle grandi città, nei centri storici in particolare, svuotati del tessuto sociale di base, la famiglia, il fenomeno è molto evidente. Il nostro patrimonio edilizio di culto è meta di un turismo frettoloso, appassionato fino ad un certo punto dei capolavori d’architettura e d’arte, tantomeno interessato alla religione.
Le chiese hanno assolto nel corso della storia a varie funzioni: da quella prettamente liturgica, quale luogo della celebrazione del culto cristiano; a quella urbanistica, quale luogo distintivo della centralità urbana; a quella sociale, come spazio di aggregazione e riconoscimento della popolazione; infine a quella di monumento, attestante da un lato la grandezza delle committenze, dall’altro la creatività degli artisti che vi hanno operato, capace di diffondere storia, pensiero e dottrina cattolica attraverso l’arte.
Ed è proprio nelle grandi città che oggi si pone a voce alta la domanda di dove sia il popolo di Dio, in quali strade si trovi la fede! Mille interessi dividono le persone, mille sollecitazioni disorientano le menti, alla ricerca affannosa e continua della felicità.
La Chiesa nelle sue chiese può essere ancora un punto di riferimento, per la rinascita o la ricostruzione dell’edificio più bello che possa esistere al mondo: l’uomo nella sua coscienza. Il processo di rivitalizzazione delle chiese inevitabilmente diviene processo di rivitalizzazione delle coscienze sopite, infrante, confuse, non solo sotto il profilo spirituale, ma anche sotto il profilo umano.
Rinvigorire la frequentazione di una chiesa equivale a rinvigorire la società nelle sue diversità, ad unirla, a donarle un posto familiare nel quale mettere a dimora le culture, ad interagire, a rinascere.
Parliamo di culture, perché la popolazione di una città, di un paese o di un quartiere è ormai multietnica, mentre il sentimento di prossimità, di vicinanza tra la gente è molto dilatato, tanto che riportare una chiesa ad essere parrocchia nel senso etimologico del termine (dal greco παροικία, prossimo alla casa, alla famiglia) è la scelta etica da percorrere se non si vuol lasciar precipitare l’uomo nel baratro della solitudine, fisica e ontologica.
Lo scorso 25 settembre 2023 nella straordinaria Basilica di San Pietro in Vincoli in Roma, nota ai più per uno dei capolavori di Michelangelo, il complesso scultoreo del Mosè, si è svolto un evento molto particolare, che ancora riverbera i suoi effetti per la sua presenza.
Il rettore della Basilica, don Franco Bergamin, Abate Generale della Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi, con molta gioia e lungimiranza ha accolto l’iniziativa promossa dall’Ambasciata della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede e SMOM.
All’interno della navata centrale di San Pietro in Vincoli è stata allestita una mostra di pittura di artisti contemporanei dominicani dedicata alla Madonna, che i popoli dell’America Latina venerano con il titolo di Virgen de la Altagracia.
Ben 60 quadri, realizzati tutti con la stessa dimensione, esposti tutti senza cornice, sono stati posizionati in modo molto ordinato lungo i due colonnati dell’aula e adiacenti la controfacciata, equidistanti, su cavalletti dello stesso tipo e stessa altezza.
Entrando in Basilica l’occhio veniva catturato da due onde di colori vivaci e dal contrappunto ritmico creato tra i fusti delle imponenti colonne in marmo e i castoni di quei rettangoli policromi nel basso.
Lo sviluppo dello stesso tema nelle diverse opere esposte ha portato a rappresentazioni apparentemente simili per contenuto, impostazione e tecniche (olio su tela, collage e olio, gessetto, tempera, acrilico), nella sostanza uniche, in quanto da ogni immagine è emersa anima, sensibilità e linguaggio di ogni artista, che ha instillato nella propria opera un carattere nuovo, un elemento bizzarro o fuori canone.
La sera dell’inaugurazione l’Abate Bergamin ha aperto l’evento dando il benvenuto a S.E. l’Ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede e SMOM Luis Emilio Montalvo Arzeno, a S.E. Mons Santiago Rodriguez Rodriguez Vescovo della Diocesi di San Pedro de Macorís, al Dott. Alcides Diaz Presidente del Centro di Studi Altagraciano, alla presenza di parte degli artisti espositori, di un folto numero di dominicani che vivono a Roma e in Italia, di amici e romani.
L’evento d’inaugurazione ha aggregato molte persone sopraggiunte da luoghi diversi, da parti del mondo diverse, da tradizioni diverse, che si sono riunite sotto lo stesso credo nella venerazione per Maria Santissima.
La singolarità della serata, desiderata profondamente dall’ambasciatore Montalvo Arzeno, è stata nell’aver scelto di declinare la devozione alla Madonna sotto più espressioni artistiche: la musica e il canto hanno introdotto e chiuso i discorsi, intercalati dalla poesia, sullo sfondo della magnificenza di tutto il corpo della Basilica, che ha ospitato i dipinti.
L’invocazione iniziale dello Spirito Santo, sulle note della melodia gregoriana del Veni Creator Spiritus, ha favorito il raccoglimento dell’assemblea in religioso silenzio, complice l’acustica perfetta dell’edificio, che ha amplificato la voce solista portando ad espanderne l’eco fino a toccare i cuori.
La declamazione dei versi della Preghiera di San Bernardo a Maria, dal XXXIII canto del Paradiso di Dante Alighieri, infine l’Ave Maria di Gounod sulle note del Preludio n.1 in Do maggiore di Bach, eseguito su un pregiatissimo organo a canne del 1610, hanno intervallato i discorsi delle autorità, le quali hanno manifestato compiacimento per questo connubio.
Il nuovo e l’antico hanno dialogato con molta serenità e con altrettanta armonia si è svolto l’ascolto dei suoni, della parola, delle immagini. Riconoscere la delicatezza e la discrezione con la quale le arti sanno coinvolgere gli animi, al punto da portarli a sentire e gustare le cose interiormente, è un passo importante per intervenire nel processo di rinascita delle coscienze. E in questo tempo è necessario risvegliare la sensibilità e le coscienze per ricondurle a riappropriarsi di una identità culturale e religiosa smarrita.
La fede trova un luogo privilegiato nell’arte: poesia, musica, canto, pittura, creatività sono scrigno prezioso in cui dimora il sacro; per la via estetica la spiritualità transita nelle vie dei sensi, vie umane, e il linguaggio divino si avvicina al linguaggio della carne.
Questo evento artistico ha permesso a modo suo di misurare le capacità espressive degli artisti, di individuarne il grado di vocazione all’ interpretazione del sacro, di far emergere la disposizione delle persone all’ascolto, ha permesso di relazionarsi nella diversità, trasformando un appuntamento “mondano” in momento di preghiera e in ultimo di fraterno convivio.
Ciò è accaduto, perché il tutto è stato condotto in modo inconsueto, cavalcando i secoli, cavalcando i continenti. Un palinsesto storico, archeologico, architettonico, artistico, narrativo, culturale nell’attualità di un incontro, nuovo per lo spirito che lo ha animato. E quando un incontro scuote i sensi e lascia dentro un’emozione, allora la vita si rinnova.
Il 25 settembre 2023 abbiamo presenziato ad un evento caratterizzato da una forte elevazione spirituale: un’orazione comunitaria e un’opera di discernimento indotti dall’ispirazione artistica, stimolati dall’estetica, partendo dall’immagine della protettrice del popolo dominicano, la Virgen de la Altagracia. Per mezzo di un gruppo di artisti particolarmente devoti alla Madonna, che hanno affrontato difficoltà per giungere fino Roma, abbiamo ricevuto il dono della testimonianza vivente della fede, nella culla del cristianesimo, al cospetto dei segni del martirio del primo Papa, nella Basilica di San Pietro in Vincoli. Un’esperienza che ha permesso di sentirci tutti, nelle diversità, veramente Chiesa. – S.E. Luis Emilio Montalvo Arzeno, Ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede e SMOM –
Nell’antica Basilica di San Pietro in Vincoli in Roma, che custodisce le catene delle due prigionie dell’apostolo Pietro e il Mosè, uno dei capolavori di Michelangelo, abbiamo accolto alla fine di settembre un evento sorprendente: la mostra di pittura di artisti contemporanei dominicani in onore della Virgen de la Altagracia. La sera dell’inaugurazione mi sono trovato, per grazia di Dio, a vivere insieme agli intervenuti, ai fedeli, agli artisti e ai turisti che entravano, un’esperienza di fede singolare, messa in atto da un connubio di arti, che ci hanno trasportati in un’aura suggestiva, evocatrice divina, abbracciati dallo sguardo amorevole di Maria. Ancora oggi quella sensazione aleggia nel profondo della mia anima, emozionando il mio cuore. – Don Franco Bergamin, Abate Generale della Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi, Rettore della Basilica di San Pietro in Vincoli, Roma. –
ELENCO ARTISTI EVENTO ALTAGRACIA 25 SETTEMBRE 2023
1. Adrianny Almonte
2. Elsa Cáceres
3. René Guzmán
4. Diego Medina
5.Rosanna Genao
6.Cristobal Rodríguez
7. Jasmín Rosario
8. Teódulo Silfa
9. José Aguasvivas
10. Álex Vásquez
11. Marino Ramos
12. María Rosanna Pérez
13. Pablo Celso Sánchez
14. Angeisi Gómez
15. Simón Marte
16. Fernando Medina
17. Junior Peña
18. Ana Magdalena
19. Edward Salcedo
20. Ana Virginia Berrido
21.Juana Campusano
22.Judith Mora
23. Ángel Villalona
24. Geo Ripley
25. Ramón Gómez
26. Norberto Uribe
27. Samuel Guzmán
28. Konrad Rivas
29. Melvis Matos
30. Carlos Redman
31. José Tomás Ares
32. Laura Ramos