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Chiesa di S. Madre Teresa di Calcutta ai Tre Ronchetti, Milano

L’idea che una chiesa non possa che essere sia attuale sia antica deriva dalla consapevolezza che le forme sono intrise di memoria, sono la sintesi di alternative depositate e stratificate nel corso della storia

Le chiese si costruiscono nei luoghi e nel tempo. La stessa cronologia dilazionata e stratificata che ne ha sovente caratterizzato la realizzazione – e pure la frequente incompiutezza – è in sintonia con la dedizione e la fatica che per secoli, nell’offerta e nella dedicazione, hanno dato espressione al rapporto tra l’umano e il sacro. 

Elemento costitutivo è da sempre la connessione ecclesia-luogo, assemblea-luogo

Nella zona dove è situato l’intervento, l’erosione della campagna da parte delle espansioni urbane recenti ha definito un fronte riconoscibile dell’edificato residenziale, che delimita nettamente il margine della città. Oltre questo limite, i sistemi che mantengono ancora una forte identità sono quelli delle acque, delle dimore rurali e delle cascine a corte. 

Il luogo di questa chiesa è la campagna irrigua del Sud Milano, una campagna produttiva, solenne, edificata dall’uomo nel corso della storia che ne ha visto le trasformazioni. Solcata dall’antica strada tra Mediolanum e Ticinum, è ordinata dai tracciati centuriali coerenti, nella giacitura, alla pendenza lieve del suolo, secondo un reticolo cui si attengono i campi, le abbazie e le cascine. 

Alla campagna la chiesa appartiene, come una sorta di avamposto sul margine ove i prati vanno a sbattere contro la città, entrando in forma di giardino-square nel complesso residenziale di espansione anni 80. 

La posizione degli elementi esistenti – gli edifici residenziali, il viale pedonale, il giardino centrale del quartiere, il filare di pioppi lungo la roggia – in relazione a quelli del progetto costruisce un paesaggio di frammenti, con un primo asse che intercetta il giardino centrale, il sagrato, una macchia di alberi e si conclude nell’orizzonte finito del filare di pioppi lungo la roggia, mentre un secondo allineamento regola l’accesso al luogo sacro e si conclude nell’orizzonte infinito della campagna. 

L’impianto del progetto si fonda su tre giaciture: quella più antica del suolo agricolo orienta il sagrato e la canonica, edificio a due piani destinato ad accogliere gli uffici parrocchiali, l’abitazione del clero e l’oratorio; l’andamento planimetrico del quartiere residenziale viene invece ripreso dal “coperto”, che forma una “L” irregolare con l’edificio precedente, circoscrivendo il cortile per le attività all’aperto; nell’architettura della chiesa, infine, entra in scena anche una terza giacitura rappresentata dagli assi cardinali e in particolare dall’orientamento liturgico est-ovest. 

Il sagrato, luogo di transizione ove si condensa la relazione tra lo spazio sacro e la città, denota la sua alterità assumendo una giacitura sghemba – quella dei tracciati ordinatori della campagna – rispetto al viale pedonale di bordo del quartiere. 

Lo spazio del sagrato viene conchiuso dalla chiesa, che su di esso affaccia con due volumi tra di loro pressoché ortogonali: il vestibolo anteposto all’ingresso principale e il nartece del battistero. 

Il primo, un volume in pietra della Lessinia bianca, fissa la soglia attraverso la quale si accede all’aula. L’asse liturgico è segnato da un’alta navata, scandita in tredici campate, che si configurano come camere di luce creando un effetto di illuminazione zenitale.

Sulla navata principale, orientata in senso est-ovest, converge ortogonalmente una navata secondaria che segna il percorso dall’altare al battistero e alla cappella feriale. 

Tre corpi sovrastati da lucernai, disposti secondo la giacitura del sagrato ed evidenziati all’esterno da pareti in pietra della Lessinia rosa, introducono una variazione nello spazio unitario dell’aula; inoltre l’impianto ortogonale viene concluso, nel suo prolungarsi verso nord, dalla cappella feriale e dal battistero, a forma di torre quadrata sulla quale aggetta il castello di acciaio che sorregge le campane. 

La chiesa si compone attraverso il montaggio di pezzi autonomi che, nel loro ricondursi a forma compiuta e nel rapporto con la liturgia, evocano il tempo delle costruzioni e dei loro significati e usi. 

I poli liturgici

L’impianto liturgico scaturisce da un gioco di polarità che intendono favorire e sostenere dinamiche proprie del rito cristiano.

Sotto il profilo del disegno generale, si ripropone la polarità tra assemblea eucaristica e spazio battesimale, per cui il battistero è un edificio a sé stante corredato di nartece e aperto, al suo interno, verso la cappella feriale; il fonte in pietra, semisferico, poggia sul pavimento ribassato di tre gradini, ed è illuminato dall’alto.

Dal punto di vista della drammaturgia liturgica, esso può rappresentare uno dei poli di possibili percorsi interni all’azione rituale, oggi pressoché repressi da edifici ecclesiali sostanzialmente monospaziali. 

L’edificio del battistero si articola alla grande aula assembleare attraverso itinerari di transito e luoghi di soglia discretamente ampi; parte di essi è l’area penitenziale, che si trova perciò a essere contigua sia all’aula eucaristica che al battistero. 

La grande aula assembleare è caratterizzata dalla disposizione non convenzionale dei fedeli. Spezzata e asimmetrica, essa tenta di non ridursi ad una posizione puramente frontale e teatrale. 

La polarità altare/ambone non è soltanto retoricamente affermata, ma anche spazialmente effettiva. 

Il luogo della parola, proteso verso l’assemblea, istituisce un’efficace polarità con l’altare posto sul presbiterio rialzato. 

L’altare e l’ambone sono naturalmente costruiti con gli stessi materiali, la pietra bianca della Lessinia e il Nembro rosato. La loro forma e posizione sintetizzano gli elementi simbolici che la storia spirituale del cristianesimo vi ha stratificato. 

Gratosoglio Chiesa SS Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti Torricelli 24 marzo 2021

Angelo Torricelli, architetto e professore di Composizione architettonica, è Accademico Nazionale di San Luca. Ha insegnato in diverse università italiane e straniere ed è stato preside della Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano dal 2008 al 2015. Ha ricevuto riconoscimenti e premi per l’attività progettuale. Le sue opere sono apparse su monografie, libri e riviste, e sono state esposte in diverse sedi, tra cui la Triennale di Milano, la Biennale di Venezia e il mac di San Paolo del Brasile. Vive e lavora a Milano, dove è titolare dello studio Torricelli Associati con Mariateresa Rampi e Carlotta Torricelli.


Nuova chiesa Santa Madre Teresa di Calcutta e complesso parrocchiale ai Tre Ronchetti, Milano 

Il progetto è risultato vincitore di un concorso ad inviti bandito da Arcidiocesi di Milano-CEI nel 2005 e concluso nel 2006. I lavori per la costruzione dell’opera sono stati ultimati nel 2021. 

Committente (privato): Parrocchia Santi Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti, via Manduria 90 – 20142 Milano 

Studio di architettura: Torricelli Associati – Studio di Architettura, via G.B. Pergolesi 1 – 20124 Milano 

Gruppo di progettazione per il concorso: 

Architettura: Angelo Torricelli (capogruppo), Mariateresa Rampi, Carlotta Torricelli, con Giuseppe Mazzeo 

Liturgia: Giuliano Zanchi. 

Pittura e scultura: Gianfanco Pardi, Lorenzo Mangili, Gianriccardo Piccoli, Ugo Riva 

Strutture: Alberto Castellani, Siro Casolo 

Impianti: Riccardo De Col 

Acustica: Massimo Guazzotti 

Spazi esterni: Marcella Aprile 

Valutazione economica: Marco Robecchi 

Collaboratori al progetto: Daniele Consonni, Giovanni Maggioni, Silvio Terzi 

Progettazione architettonica definitiva ed esecutiva: Angelo Torricelli, Mariateresa Rampi, con Giovanni Comi, Sara Riboldi, Valerio Tolve, Carlotta Torricelli 

Collaboratori: Edoardo Bernasconi, Ambra Lofrano 

Strutture: Maurizio Colombo, Ferdinando Brambilla 

Impianti: Marco Bollaci, Luigi Giarratana 

Direzione dei lavori: Mariateresa Rampi, Angelo Torricelli, con Giovanni Comi e con Roberto Massone per l’Arcidiocesi 

Fornitore materiali lapidei: Facciotti S.n.c., Via Monte Crocetta, 15 – 37022 Breonio – Fumane (VR) 

Costo di costruzione: € 5.500.000, 00 

Fotografie: Stefano Topuntoli 

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