Cosa non fa ArchGPT: i limiti di un’intelligenza al servizio, non al comando
In un’epoca di entusiasmo per l’intelligenza artificiale, è fondamentale chiarire ciò che ArchGPT non fa, per evitare fraintendimenti e garantire un uso consapevole e corretto dello strumento.
Innanzitutto, ArchGPT non progetta. Non genera soluzioni architettoniche, non crea disegni, planimetrie, rendering o proposte spaziali. Non possiede capacità creative autonome, né può sostituire il pensiero progettuale. L’idea, l’intuizione, la sensibilità compositiva e l’esperienza dell’architetto restano centrali e insostituibili. ArchGPT supporta il progettista, ma non crea al suo posto.
Cosa fa ArchGPT? Scopri perchè può essere utile alla tua professione
Non prende decisioni, giuridiche o tecniche. ArchGPT può spiegare una norma, interpretarla nel suo contesto e fornire riferimenti utili, ma non ha valore legale e non sostituisce il giudizio professionale, né tantomeno quello delle autorità competenti. Non firma progetti, non redige documentazione vincolante e non si assume responsabilità tecniche o amministrative. Le sue risposte sono informative e orientative, ma è sempre il professionista a decidere come procedere.
ArchGPT non è un consulente universale. Il suo ambito di competenza è chiaro e mirato: la normativa edilizia, in particolare nella fase iniziale legata al restauro e ai beni culturali ecclesiali. Non risponde su temi giuridici estranei al settore edilizio, non offre consulenze fiscali, legali o contabili. Il suo valore è nella specializzazione, non nella generalizzazione.

Non sostituisce il confronto con enti e istituzioni. Le risposte di ArchGPT sono aggiornate e affidabili, ma non possono rimpiazzare la comunicazione diretta con enti locali, soprintendenze, uffici tecnici comunali o altri soggetti autorizzativi. La normativa è viva, contestuale e talvolta soggetta a interpretazioni diverse in base al territorio o al funzionario. ArchGPT può aiutarti a prepararti al confronto, ma non può sostituirlo.
Non è uno strumento chiuso o statico. ArchGPT non offre risposte preconfezionate o immutabili. La sua conoscenza si basa su fonti testuali in continua evoluzione, e il sistema è progettato per aggiornarsi e migliorare costantemente grazie all’interazione con i professionisti. Per questo, è importante considerare ogni risposta come un punto di partenza, da integrare con il proprio giudizio e con le fonti ufficiali più recenti.
Infine, non è un sostituto della formazione o dell’esperienza. ArchGPT può aiutare a comprendere, approfondire, esplorare, ma non può sostituire l’aggiornamento continuo, lo studio personale, il confronto con i colleghi e il bagaglio di conoscenza accumulato in anni di lavoro. È uno strumento potente, ma deve essere usato con intelligenza e spirito critico.
In sintesi, ArchGPT è uno strumento di supporto, non un protagonista autonomo. Non disegna, non firma, non decide, non interpreta in modo definitivo. Sta accanto all’architetto, lo accompagna, lo aiuta a orientarsi. La responsabilità, la visione e la scelta restano sempre nelle mani del progettista