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Adeguamento liturgico della collegiata di San Giovanni Battista a Morbegno (SO)

La ricerca di una adeguatezza di segno 

Ernesta Croce e Luca Gadola

La motivazione del concorso per l’adeguamento liturgico della collegiata di San Giovanni Battista a Morbegno (SO) è da ricercare nel percorso di valorizzazione del complesso monumentale che, da tempo intrapreso, si compendia in continuità di nuove iniziative. Il programma ventennale di restauro e di studio del complesso monumentale barocco ha trovato una comunità particolarmente attenta a preservare il suo patrimonio d’arte, di fede e di cultura e ha sperimentato efficaci interazioni tra finanziatori pubblici e privati.

Un fondamentale supporto ai lavori di recupero e alla conoscenza del bene storico è stato generosamente offerto in tutti questi anni dalla Fondazione Isabel e Balz Baechi di Zurigo (CH) che, anche in questa occasione, ha promosso e sostenuto economicamente il bando. 

La collegiata di Morbegno, costruita su progetto di Gerolamo Quadrio è un’opera del tardo barocco che viene oggi riconosciuta come “ponte” fra le esperienze Romane e del nord Italia e gli sviluppi dello stile al nord delle Alpi. 

L’impianto architettonico della chiesa, complesso e innovativo, esprime peculiarità tipologiche proprie del Quadrio, quali il corpo ottagonale centrale, la dilatazione laterale con cappelle precedute da serliane, le soluzioni d’angolo ‘svuotato’ e risolte con articolazioni spaziali, la continuità tra pianta e copertura; la sua architettura, insieme all’apparato decorativo, ha un carattere fortemente unitario collocabile tra il 1680 e il 1790. 

Alla luce della campagna complessiva di interventi degli ultimi anni tesa a rendere possibile una chiara lettura delle caratteristiche esemplari del monumento nella storia dell’architettura barocca appare, ora, incongrua la presenza di arredi mobili disposti per la liturgia del Vaticano II che, seppure dignitosi, non risultano più confacenti al contesto né appieno rispondenti. 

Ben noto è che il tema dell’adeguamento liturgico delle cattedrali e delle chiese di grande valore storico pone sempre ai progettisti, ai liturgisti e agli artisti l’intricata questione di come porsi con gli strumenti e il pensiero del nostro tempo nei confronti delle opere realizzate con tanta maestria da chi ci ha preceduto.

La ricerca di un’adeguatezza di segno è un processo sempre difficile perché le presenze e i pensieri che si “aggiungono” nello svolgersi naturale del tempo e delle sensibilità non siano né sminuiti né soverchianti o, peggio, incongrui rispetto al luogo in cui si pongono. 

Pertanto, l’approccio ritenuto anche per Morbegno come il più etico ed efficace alla soluzione delle molteplici problematiche dell’adeguamento che implicano più punti di vista oltre a verifiche formali, materiche, artistiche, di relazione e di significato, è stato il coinvolgimento delle migliori risorse di pensiero disponibili con l’indizione di un concorso anonimo e aperto a gruppi interdisciplinari di progettazione. 

Il bando, che è stato pubblicato il 14 aprile 2023, ha riguardato in specifico la revisione dei poli liturgici dell’altare, dell’ambone e della sede del presidente dell’assemblea; la riunione della giuria di prima fase si è tenuta a Morbegno il 13 settembre 2023 e la graduatoria finale, con la designazione del progetto vincitore, è stata redatta dalla medesima giuria nella seduta del 21 febbraio 2024 presso il Seminario diocesano di Como 

La commissione per la valutazione è stata nominata e presieduta dal Vescovo Card. Oscar Cantoni ed era composta da 12 figure: don Andrea Straffi rappresentante dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, mons. Giuseppe Longhini arciprete della collegiata, don Simone Piani rappresentante dell’Ufficio liturgico diocesano, don Luca Franceschini rappresentante Ufficio Nazionale BCE della CEI, don Alberto Giardina rappresentante Ufficio Liturgico Nazionale CEI, arch. Carlo Capponi architetto della consulta regionale BCE, arch. Gus Wüstemann esperto di architettura esterno alla diocesi, prof. arch. Simona Benedetti esperto di storia dell’architettura esterna alla diocesi, arch. Giuseppe Giccone esperto per il tema a concorso, ing. Luca Gadola esperto della collegiata e del territorio locale, don Giuliano Zanchi esperto d’arte contemporanea.

La funzione di segreteria è stata svolta dalla sig.ra Marcella Bertoli, segretaria della parrocchia di San Giovanni Battista, e come garante dell’anonimato nell’ambito della procedura di concorso è stato designato il dott. Tiziano Testoni dell’ufficio amministrativo della diocesi di Como. 

Il progetto risultato vincitore del bando è quello del gruppo composto da: Arch. Sveva Di Martino coordinatore, Arch. Jacopo Benedetti, Arch. Marianna Corti, Arch. Claudia Verzari progettisti, Franco Magnani liturgista, Giovanni (detto Gianandrea) Gazzola artista, Don Umberto Bordoni consulente.

La giuria ha espresso questa motivazione: Il nuovo assetto liturgico si integra con l’esistente in maniera propositiva ed equilibrata. L’impianto dell’adeguamento valorizza i poli liturgici come veri e propri luoghi celebrativi. In modo particolare l’ambone avanzato verso l’assemblea, costituisce il punto di raccordo tra i Poli e l’aula. La collocazione dell’altare riqualifica il presbiterio antico mantenendone la centralità liturgica. Di particolare pregio è stata valutata la scelta dei materiali locali e della loro lavorazione, frutto di un’artigianalità contemporanea, “ispirata alle immagini delle frequenze intangibili che esprimono la profondità e complessità del creato”. 

Dalla relazione del progetto premiato

La proposta del nuovo assetto liturgico è fondata sulla dislocazione spaziale e sul potenziamento espressivo dell’azione rituale. Questo approccio non solo valorizza l’intero spazio della chiesa, ma raccorda l’antico presbiterio, luogo memoriale caro alla comunità cristiana, con i nuovi elementi, creando una continuità spaziale e simbolica. Le posizioni dei nuovi luoghi liturgici sono pensate per coinvolgere attivamente i fedeli nella celebrazione, orientare l’assemblea all’ascolto della Parola e raccoglierla attorno alla mensa dell’Eucaristia. 

La proposta progettuale risponde alle richieste del bando compenetrando due obiettivi progettuali: la consonanza materica e compositiva dell’intervento di adeguamento con l’organismo storico preesistente e la declinazione espressiva dei poli liturgici, tale da riorganizzare in un nuovo codice visivo lo spazio preesistente. 

L’assetto del nuovo presbiterio si ispira all’attuale dislocazione provvisoria dei poli liturgici, la riordina in forma permanente e la raccorda architettonicamente agli allineamenti della Collegiata. 

L’intervento artistico sottolinea ulteriormente la fusione tra tradizione e innovazione. Le facce lapidee dei poli liturgici sono artisticamente conformate sulla vibrazione luministica delle superfici della pietra di Saltrio che rievocano le intonazioni materiche riemerse grazie ai recenti interventi di restauro. 

La lavorazione della pietra di Saltrio, scolpita a rilievi, allude alle frequenze invisibili che si propagano in natura esprimendo la complessità e la profondità del creato. 


Ernesta Croce architetto e Luca Gadola ingegnere condividono vita e professione. Lo Studio Gadola, aperto nel 1947 da Ennio Gadola, si occupa di architettura, ingegneria e urbanistica con una particolare attenzione per il territorio e il restauro. Da oltre vent’anni seguono la valorizzazione del Complesso Monumentale della collegiata di San Giovanni Battista di Morbegno (SO) in tutte le iniziative occorse. 

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