a cura di Don Angelo Milone
Un’occasione importante per ripensare gli spazi celebrativi.
Con la pubblicazione sul sito della Diocesi del gruppo vincitore del concorso, il 21 dicembre 2023 e con la cerimonia di premiazione svoltasi nel palazzo del Vescovo, il 22 febbraio 2024, è giunto al traguardo il concorso di idee per la progettazione dell’adeguamento liturgico della Cattedrale di Acireale, oggetto di un bando indetto dalla Diocesi a marzo 2023.
Si è scelto di avviare il concorso per volontà del Vescovo di Acireale, Mons. Antonino Raspanti, che valutando l’inadeguatezza dei poli liturgici della Cattedrale acese (cattedra, altare e ambone) in rapporto alle indicazioni della riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, ha accolto l’iniziativa concorsuale proposta dalla Conferenza Episcopale Italiana, che ha offerto alla Diocesi l’occasione per ripensare gli spazi celebrativi della propria chiesa madre a partire da un progetto pastorale che coinvolgesse l’intera comunità diocesana.
Di conseguenza, l’ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto ha ricevuto dal Vescovo l’incarico di seguire la procedura del concorso. Come responsabile dell’ufficio, mi sono messo al lavoro per attuare la scelta e le indicazioni del Vescovo.
È stata un’esperienza impegnativa e arricchente, che mi ha dato la possibilità di collaborare con l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e con l’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI. Accogliendo le indicazioni dei direttori di questi due uffici, rispettivamente don Luca Franceschini e don Alberto Giardina, che sentitamente ringrazio, e avvalendomi della collaborazione dell’arch. Giuseppe Giccone, dell’ufficio nazionale BCE, passo dopo passo ho seguito lo sviluppo della procedura.
Tappa necessaria di lavoro e riflessione è stata la stesura del Documento Preliminare alla Progettazione (DPP), redatto con la supervisione del Vescovo e degli uffici nazionali citati e con la collaborazione di don Giovanni Mammino, storico, di don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, di don Raffaele Stagnitta, vice direttore dell’ufficio liturgico diocesano, del parroco della Cattedrale, don Mario Fresta e dell’ing. Aurora
Maria Cristaudo, che ha collaborato anche alla stesura del Bando e ne ha seguito l’iter in tutte le sue fasi nella qualità di segretaria. Altri sacerdoti e laici sono stati consultati.
Obbiettivo del DPP era quello di consegnare ai concorrenti uno strumento utile a conoscere la Cattedrale, con la sua storia, arte e cultura, per poter presentare un’idea di adeguamento conforme alle esigenze pastorali e liturgiche richieste dalla Diocesi.
Si è abituati a conservare l’esistente, spesso in modo acritico, senza accorgersi che quanto esiste è il risultato di una stratificazione di stili di epoche diverse.
Anche questa difficoltà, aggiunta alla necessita di proporre un’idea valida per l’adeguamento della Cattedrale, fa comprendere l’importanza e la delicatezza
della Commissione di valutazioni delle idee progettuali che hanno partecipato al bando, chiamata a discernere e ad indicare il progetto vincitore.
L’iter concorsuale
Avviato il bando a marzo 2023, si sono iscritti al concorso 42 gruppi di lavoro. Per 35 è stata formalizzata la partecipazione.
24 idee progettuali, pervenute in forma anonima come previsto dal bando, sono giunte alla prima fase del concorso e 8 sono passate in seconda fase. A conclusione è stato decretato vincitore l’idea del gruppo coordinato dall’arch. Alessandro Braghieri, con l’artista Luca Cavalca e con il liturgista Don Giorgio Santi ed è stata menzionata, come meritoria, l’idea del gruppo coordinato dall’arch. Laura Meloni.
Il progetto vincitore del concorso sull’adeguamento liturgico della cattedrale di Acireale
Il progetto di adeguamento dell’area presbiteriale della Cattedrale ha l’obbiettivo di rendere gli spazi dell’Eucarestia quanto più vicini a quelli dell’assemblea dei fedeli con un intervento che, tenendo conto del delicato contesto architettonico, vi si inserisca con semplicità e armonia.
Sotto il profilo formale, la nuova collocazione dei poli è generata da una geometria semplice data dalla sovrapposizione di due ellissi, con l’asse lungo direzionato est- ovest, che forniscono il tracciato regolatore della posizione dei tre poli: altare, cattedra e ambone, e che abbracciano l’assemblea così simbolicamente riunita intorno all’Altare. Qui, la scelta di rimozione della barriera visiva data dalla balaustra (da ricollocare nell’ambito della chiesa) risulta di fondamentale importanza per dare unitarietà allo spazio dell’aula liturgica.
La rimozione della balaustra comporta la modifica della scalinata di collegamento tra l’aula ed il presbiterio: la scala attuale viene tagliata al centro, le due parti vengono mantenute e traslate lateralmente senza alcuna alterazione, e al centro s’inserisce una nuova porzione di scala, dello stesso materiale e con la stessa forma di quella esistente ma distinta da questa per le forme nette anziché plasmate dall’uso nel tempo.
L’intervento di adeguamento si è focalizzato sui tre poli celebrativi (altare, ambone, cattedra), fa
cendo emergere la loro simbologia e funzionalità liturgica, nel contesto dell’edificio, caratterizzato da due elementi: il titolo della dedicazione, che è l’Annunciazione, e la meridiana che caratterizza architettonicamente la chiesa e segna con evidenza la pavimentazione della navata prospiciente l’area interessata dall’adeguamento. L’accostamento dinamico di questi due elementi mostra come l’Incarnazione, facendo irruzione nel tempo, trasforma il “Kronos” in “Kairos” per opera dello Spirito.
L’altare è collocato in una posizione che ne salvaguardi la centralità e visibilità, nella parte alta dell’aula, rimane accessibile e in comunicazione con l’assemblea tramite la scalinata. L’ambone invece è più “incarnato” nell’aula, più a contatto con l’assemblea, permette di essere raggiunto dalla processione dell’evangeliario con i vari ministri, in un movimento che va dall’altro verso il basso come quello della divina parola. La cattedra infine trova posto nello spazio alto dell’aula, a lato dell’altare, ma più protesa verso l’assemblea. Tale collocazione “alta” evidenzia come la funzione di presiedere sia un carisma che scende da Dio, avvolta sempre dal “raggio” dello Spirito, fonte di ogni dono e ministero, che caratterizza la plastica dei tre poli.
Dalla parte opposta rispetto alla cattedra, in posizione quasi simmetrica, è prevista una sede per il presidente non vescovo. La sua collocazione ricalca il senso dato alla posizione della cattedra stessa nel ruolo di presidenza, sebbene si distingua da essa per una struttura più semplice.
I materiali con cui saranno realizzati tutti i tre poli saranno onice e marmo Perlato di Sicilia. Il Divino si incarna e l’onice, la luce, si incunea nella materia, il marmo. Un raggio di luce/spirito, la cui sorgente è oltre passa dalla croce ed entra nella materia dei poli liturgici. L’altare, l’ambone e la cattedra verranno scolpiti come unico elemento in massello ancorché di due materiali.
Il progetto è completato dall’apertura delle arcate tamponate ai lati del presbiterio con ripristino delle scale e restauro delle antiche superfici interne alle nicchie. Questa operazione recupera il collegamento con le due cappelle laterali portando un indubbio beneficio sia della spazialità del presbiterio, sia nell’uso.
Giovedì 22 febbraio 2024 il vescovo Antonino Raspanti e la Commissione di valutazione hanno premiato il gruppo di lavoro genovese che ha ottenuto la preferenza, coordinato dall’architetto Alessandro Braghieri:
Motivazione della Giuria “Per l’originale interpretazione in chiave simbolica del rapporto tra il tema teologico soggiacente all’intitolazione della Chiesa Cattedrale e la presenza della meridiana caratterizzante la pavimentazione dell’aula liturgica. Il progetto di adeguamento si inserisce nello storico palinsesto architettonico in maniera armonica valorizzando la continuità spaziale tra l’aula e il presbiterio con attenzione particolare agli aspetti di dettaglio che ben risolvono l’innesto tra il nuovo e l’esistente. L’impianto liturgico proposto è coerente con i dinamismi rituali e favorisce la partecipazione attiva dei fedeli. La qualità artistica della proposta mette in evidenza le specificità iconologiche delle eminenze dello spazio, interpretando in maniera plastica l’elemento della luce come fattore qualificante e determinante della materia dei poli liturgici”.
La commissione, presieduta dal Vescovo Raspanti e da lui nominata, è stata composta da un totale di 11 persone: don Mario Fresta, parroco della cattedrale, don Angelo Milone, direttore Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto, don Roberto Strano, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Fabio Raimondi, direttore regionale dell’ufficio BCE, don Luca Franceschini, direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI, don Alberto Giardina, direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI, arch. Giuseppe Giccone, collaboratore dell’ufficio nazionale BCE, arch. Caterina Parrello, architetto esperto per il tema a concorso, arch. Alberto Cusumano, architetto esterno al territorio diocesano, don Liborio Palmeri, esperto d’arte contemporanea. La funzione di segretaria è stata svolta dall’ing. Maria Aurora Cristaudo e il diacono Pietro Paolo Pennisi è stato designato come garante dell’anonimato nell’ambito della procedura di concorso.
La giuria, radunatasi il 17 e 18 luglio per la prima fase e il 14 e 15 dicembre per la seconda fase, ha lavorato seguendo i criteri indicati dal bando. Attraverso un confronto costruttivo e l’applicazione di criteri di valutazione che tenessero in conto varie dimensioni: artistica, liturgica e pastorale, ogni componente della commissione ha espresso opinioni e valutazione sui singoli progetti. In conclusione sono stati raccolti i punteggi che hanno condotto a decretare il vincitore.
Un ringraziamento va a tutti i componenti della commissione, alla segretaria, al garante dell’anonimato e al Vescovo, per la fiducia che mi ha accordato nel seguire l’iter descritto e per avere presieduto le riunioni della commissione con imparzialità, ascoltando le idee di tutti e proponendo ovviamente la propria, qualificata dalla sua specifica preparazione culturale e liturgica e dal sua incarico di Vescovo diocesano.
Adesso si passerà dall’idea progettuale al progetto esecutivo. Sarà un percorso interessante, non esente da difficoltà, che condurrà a maturazione quanto ideato dall’equipe presieduta dall’arch. Alessandro Braghieri, che ringrazio per l’impegno profuso finora e alla quale auguro buon lavoro, affinché la chiesa Cattedrale possa avere una soluzione adeguata alle sue esigenze.
Don Angelo Milone, Responsabile ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi Acireale.
(1) Il Laboratorio di Architettura e Urbanistica di A. Braghieri, attivo dal 1998, si occupa prevalentemente di restauro architettonico, adeguamento liturgico, conservazione programmata e progettazione architettonica.
Il gruppo è formato dagli architetti Maria Carratino, Alessandro Braghieri, Giulia Bisagno, Alessandra Gargano e Trayana Kovacheva, da sinistra a destra nella foto, e dall’arch. Silvia Guerinoni.
(2) Maestro Luca Cavalca attivo come scultore, la sua ricerca creativa sconfina nel mondo del design, dell’architettura e della moda toccando il teatro, l’editoria e la grafica.
(3) Arch. Valentina Ghedini, si occupa di architettura, sostenibilità e cooperazione.
(4) Don Giorgio Santi, esperto in Sacra Liturgia.