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Il progetto di restauro per l’Oratorio di Santa Chiara a Bogliasco

A cura di Caterina Lazzari

L’Oratorio di Santa Chiara è un piccolo edificio di culto che si trova a Bogliasco, nella città metropolitana di Genova.

In una notte di gennaio del 2016 un forte vento si è incanalato in un’apertura nel tetto, esercitando pressione sulla sottostante volta affrescata, che per “effetto vela” è stata dilaniata in buona parte, crollando sugli inginocchiatoi sottostanti, fortunatamente in quel momento vuoti.

I lavori di restauro che hanno preso il via l’anno successivo hanno avuto come obiettivo primario ricostituire l’unità materiale e pittorica della volta. Tuttavia nel corso dei rilievi si è rilevata una vasta compromissione degli elementi lignei di tetto e volta, e questo ha portato alla decisione di compiere degli interventi ben più estesi di ripristino e consolidamento di tutta la copertura.

Sono dunque iniziati lavori lunghi e complessi, che oggi – aprile 2023 – sono in fase di completamento.

L’incarico è stato affidato all’architetta Silvia Cevasco, specializzata in conservazione dei beni architettonici e del paesaggio. E all’ingegnere Andrea Giannantoni per le opere strutturali. 

L’intento è stato quello di preservare il più possibile i materiali preesistenti, anche scaricandoli della funzione strutturale e mantenendoli per la loro importanza testimoniale, come è avvenuto per l’orditura primaria del tetto e per le centine lignee della volta. Anche le tecniche costruttive tradizionali che qui sono state messe in opera nelle diverse fasi storiche dell’oratorio sono state rispettate e ove possibile ripristinate.

Per l’intervento pittorico l’approccio è stato quello di puntare alla massima riconoscibilità dell’intervento moderno, evitando il falso storico: è stata infatti adottata la tecnica del rigatino, ovvero le zone rimaste lacunose sono state reintegrate con un collegamento cromatico realizzato a tratteggio verticale, in modo che da lontano si percepisca una sostanziale unità figurativa, ma a una visione ravvicinata si esplicita la differenza tra nuovo e antico. 

Il proposito del Priore Pier Luigi Gardella, e dell’ordine, è stato di mettere quanto prima in sicurezza l’edificio, per consentire all’oratorio di tornare a essere un punto di riferimento per la comunità.

Lo stato attuale dei lavori vede il completamento della copertura e la rimozione dei ponteggi interni.

L’oratorio

La fondazione di una confraternita locale devota a santa Chiara viene fatta risalire al 1403, poco dopo il passaggio dei “Bianchi di Provenza”, movimento di penitenti che predicava pace e misericordia.

L’attestazione documentale certa della presenza dell’edificio è del 1582. L’oratorio fu poi ricostruito nelle forme attuali nella prima metà del Seicento, e iniziò l’arricchimento degli arredi e delle opere d’arte durato secoli. Tra queste vi è l’unica opera di attribuzione documentata a Giovanni Battista Maragliano, figlio di Anton Maria: un crocifisso ligneo processionale del 1714.

Si susseguirono anche lavori di manutenzione e restauro, fino al 1883, con un ampio intervento che portò tra le altre cose al rifacimento di parte del tetto e all’affrescatura della volta, commissionata a Oldoino Multedo, già autore degli affreschi dell’abside.

Su questi affreschi ci furono due interventi di restauro in passato: nel secondo dopoguerra, e nel 1985.

Il soggetto era Santa Chiara che realizzava il suo celebre miracolo, ovvero salvava Assisi dai mercenari saraceni di Federico II, tenendo in mano il suo ostensorio. Dopo il disastro la gran parte dei saraceni era sbriciolata a terra, lasciando Santa Chiara sola davanti alla porta della basilica.

La volta dell’oratorio

La volta dell’oratorio è una tipica volta appesa: una tipologia costruttiva nella quale una volta intonacata non portante viene apposta sotto alla struttura in legno di copertura, permettendo così di coprirla, come una sorta di controsoffitto.

Nell’Oratorio di Santa Chiara vi era un tetto a doppia falda, con orditura in legno e copertura in ardesia. Appesa ad esso, tramite dei tiranti lignei, vi era la volta sorretta da  centine in legno ricurvo rivestite da canniccio, e sul canniccio era stato steso e pressato l’intonaco poi affrescato. Oggi sono rimaste le centine e l’orditura primaria del tetto, oltre ad alcune incavallature, scaricate della loro funzione statica. La trave di colmo, l’orditura secondaria del tetto e la copertura in ardesia sono invece stati ricostruiti.

Il crollo ha interessato una grossa porzione di canniccio e intonaco (circa 18 mq), mentre la struttura di centine è rimasta nuda a vista.

I lavori

Sono proceduti di pari passo gli interventi architettonici e quelli pittorici sulla volta e sull’abside (non coinvolta dal crollo) volti alla ricostruzione delle immagini danneggiate e al trattamento delle superfici.

Le principali fasi sono state:

  • – Raccolta, ricomposizione e catalogazione dei frammenti. Messa in sicurezza della volta con ponteggi e puntelli. 
  • – Consolidamento delle centine in legno. Le centine sono state affiancate da rinforzi di listelli in legno che ne seguono l’andamento curvo e ne svolgono la funzione statica. I rinforzi sono stati ancorati alla struttura originale tramite piastrine metalliche, e tra una centina e l’altra sono state posizionate, in aderenza alla volta, ulteriori fasce in fibra di carbonio. Tra le centine sono stati posizionati i tambocci in legno come orditura secondaria.
  • – Lungo tutto il perimetro dell’edificio, alla quota di imposta del tetto, è stato montato un traliccio in acciaio a cui ancorare le centine.
  • – Ricostruzione della copertura a falde (da maggio 2021), con la posa di una nuova trave di colmo e orditura secondaria in rovere, mantenimento degli elementi correttamente conservati. Questa struttura è stata poi collegata alle centine sottostanti con 150 tiranti in acciaio. 
  • – Montaggio dei frammenti recuperati sulla volta. Sullo squarcio sono stati collocati grandi fogli di plexiglass trasparente curvati, che hanno fatto poi da supporto per la ricomposizione dei frammenti nella giusta posizione e con la giusta curvatura. Come guida è stata utilizzata una foto a grandezza naturale dell’affresco, applicata sul plexiglass al rovescio. Questo lavoro è avvenuto dall’alto. I frammenti sono stati fissati tra di loro con tre strati di malta speciale, che è servita anche a riempire gli spazi vuoti rimasti. Sono stati applicati dei fiocchi di fibra di carbonio, connessi da una rete, poi allargati e distesi per garantire ulteriore tenuta.
  • – Rimozione dei puntelli dalla volta e inizio delle operazioni di restauro pittorico vero e proprio (dall’estate 2022). Durante il restauro pittorico della volta, grazie alla pulitura, sono emerse e reintegrate delle decorazioni nascoste da interventi precedenti. La tecnica scelta è stata quella a rigatino.
  • – Completamento del tetto a falde con tavolato in legno e piastrelle in ardesia, tipiche della Liguria (“abbadini” della Val Fontanabuona) posate a calce e che richiamano il rivestimento originario.

Le aziende coinvolte

Maelle Restauri s.r.l.: opere di restauro specialistico

F.B.B.: opere architettoniche.

Ringrazio moltissimo per le informazioni l’arch. Silvia Cevasco e il Priore Pier Luigi Gardella.

Foto archivio della Confraternita.

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