a cura di Ester Scoditti
Le Scuderie del Quirinale presentano ARTE LIBERATA 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra, una nuova grande esposizione, dal 16 dicembre 2022 al 10 aprile 2023, a Roma, curata da Luigi Gallo e Raffaella Morselli ed organizzata dalle stesse Scuderie in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche, l’ICCD – Istituto Centrale per il catalogo e la Documentazione.
La mostra é un elogio dei tanti cittadini, uomini e donne, in gran parte “servitori” dello Stato, che hanno salvato le nostre opere d’Arte dai bombardamenti e dalle razzie di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale.
Approfitto dell’incontro con gli architetti, i professori Luigi Gallo e Raffaella Morselli, e chiedo se dedicare la mostra a tutti questi “salvatori dell’Arte”, non ponga quest’ultima in secondo piano.
La Morselli, sostenuta anche dal collega Gallo, chiarisce che, attraverso la mostra, si é voluto riproporre una storia della Storia dell’Arte.
Gallo a questo proposito aggiunge che in questa storia di “eroi” le opere salvate occupano un posto centrale, esse sono non solo la testimonianza della luminosa tradizione dell’Arte Italiana ma anche dell’eroismo di una generazione coraggiosa di Italiani che hanno rischiato anche la vita per la sua difesa.
La mostra, prosegue Gallo, ha un carattere prettamente narrativo e si snoda attraverso tre filoni principali tenuti insieme da un filo rosso che ricuce con linguaggio coerente tanto materiale eterogeneo.
Nella realizzazione dell’opera ha giocato un ruolo determinante la collaborazione fra le varie figure coinvolte, i curatori sopradetti, e il gruppo di progettisti delle Scuderie, l’architetto Francesca Ercole, responsabile, e gli architetti Gianluca Bilotta ed Alessia Provinciali.
Approfitto dell’incontro con gli architetti per capire quale sia stato il criterio che si sono posti nell’organizzazione dell’opera.
Abbiamo concepito l’allestimento come una narrazione, ricca di testimonianze e materiali eterogenei – opere, immagini, documenti, filmati e testi – cercando di evocare la drammaticità degli eventi antecedenti il conflitto, la frenesia e la concitazione degli eventi successivi e infine le indagini volte alle restituzioni dopo la conclusione della guerra.
Le sale sono state trattate come un grande contenitore indefinito: pareti grigie che si confondono con i pavimenti, immagini in bianco e nero, pannelli in legno naturale, allo scopo di indurre nel visitatore la sensazione che le opere, unico elemento di colore, aleggino nello spazio e nel tempo, restituendo un clima di incertezza e smarrimento.
Lo spazio regolare e rettilineo delle Scuderie é stato suddiviso mediante grandi teli fotografici, in bianco e nero, allo scopo di scandire i diversi ambiti del racconto. A questa scansione degli spazi fa da contrappunto la modularità delle pareti in legno, come un’esigenza di ordine nel caos e di unificazione del materiale presente in mostra.
Per chiarire meglio il perchè delle funzioni di questa modularità è stato precisato che:
La realizzazione in legno di pioppo dei sistemi espositivi modulari a parete e a pavimento, ispirati ai pallet usati per imballaggi e trasporti, richiama l’elemento della serialità, presente nelle immagini storiche che documentano le manovre per la protezione dei monumenti e delle opere intrasportabili; sacchi di sabbia accatastati, casse in legno impilate etc.
Perchè l’uso del pioppo?
Il multistrato di pioppo naturale, che evoca gli imballaggi e il trasporto delle opere nei depositi, costituisce un fondo luminoso che evidenzia le opere, ma suggerisce anche l’idea di una sistemazione provvisoria, di un deposito di fortuna.
Un ruolo apprezzabile deve essere riconosciuto al progettista delle luci, Francesco Murano, intervenuto nei lavori in un secondo tempo, che ha assecondato il progetto varato dai curatori e dagli architetti adeguandovi il suo lavoro.
Arch. Francesco Murano, si è laureato con una tesi in Composizione Architettonica, ha quindi conseguito il diploma di Master in disegno industriale presso la Domus Academy di Milano ed il titolo di Dottore di ricerca in Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano, con una tesi dal titolo “Le figure della Luce”.
Si è dedicato ad attività didattiche, scientifiche, di ricerca e di progettazione per industrie italiane e straniere e per enti ed istituti di cultura nazionali ed internazionali dedicandosi in particolare al lighting design e alla progettazione di apparecchi di illuminazione.
Ricercatore della Scuola del Design e docente del corso di Master in Lighting Design del Politecnico di Milano, è membro del Laboratorio Luce e coordina il modulo didattico dedicato all’illuminazione delle opere d’arte.