L’impresa di restauro Magistri (sito web) attiva da un decennio in forma di società, fondata dal Restauratore Eros Zanotti operativo dal 1994, riversa nel lavoro di restauro una profonda passione e filosofia che porta ad una attenta cura e rispetto dei beni a cui si approccia.
IL CASO DEL RESTAURO DI SAN FRUTTUOSO
Importante esempio del modus operandi dell’impresa Magistri è il restauro dell’abbazia di San Fruttuoso a Camogli, in provincia di Genova.
LE DIFFICOLTÀ DEL CANTIERE
La particolare posizione del monumento, raggiungibile solo via mare o a piedi dalle montagne, ha posto particolari difficoltà per il trasporto del materiale per i lavori di restauro. Infatti è stato utilizzato un enorme natante che da Genova portava il materiale nei pressi della baia dell’abbazia; dopodiché un elicottero trasportava il materiale dal natante direttamente presso l’edificio. Sono stati trasportati oltre quattrocento metri quadrati di ponteggi e materiale di vario genere. Il meteo ha giocato un ruolo fondamentale in questo poiché il mare doveva essere calmo durante le operazioni di trasporto. Il cantiere, nonostante le numerose difficoltà logistiche, è stato organizzato in modo puntuale ed efficace. Gli operatori dell’impresa Magistri hanno soggiornato per due anni all’interno delle sale dell’abbazia, entrando in stretta relazione coi pochi abitanti del luogo.
L’ATTIVITÀ DI RESTAURO
Il restauro dell’abbazia ha consistito nel consolidamento strutturale, nel restauro delle parti decorative e delle superfici pittoriche, utilizzando tecniche di conservazione adatte ad un ambiente marino.
Il progetto e la direzione lavori sono stati a cura degli architetti Nadia Sanitario e Roberto Segattini, l’assistenza alla Direzione Lavori a cura dell’ Ing. Elisa Baccega. La direzione tecnica del cantiere invece è stata affidata al restauratore Eros Zanotti titolare dell’impresa Magistri.
Il restauro si è basato su approfondite ricerche storiche al fine di poter riprendere i colori esistenti. L’ottenimento della giusto punto di colore, è stato effettuato tramite la sovrapposizione di diversi passaggi di colore definita velatura cromatica. Con questa tecnica si incrociano diverse cromie per ottenere l’effetto estetico del colore desiderato, tenendo anche in considerazione il suo modo di invecchiare in modo da ricucire al meglio la tessitura cromatica. Tutto ciò per rispettare al massimo la pelle dell’edificio poiché è l’ultimo strato con cui esso viene percepito. Il restauro infatti non deve porsi come una sovrapposizione ma deve dialogare col passato, nonostante il linguaggio utilizzato sia differente poiché vengono utilizzati spesso materiali differenti. Questo linguaggio è stato costantemente discusso e accordato con la Direzione Lavori e la Sovrintendenza. Ogni passaggio doveva essere approvato e verificato sul campo da loro, dal biocida da utilizzare alla diagnostica da effettuare.
LA DIAGNOSTICA
Alla base del progetto è stato realizzato un approfondito studio di diagnostica. Sono stati verificati lo stato di salute dei materiali e dell’intero edificio tramite la mappatura del degrado, della tessitura muraria, dei materiali e loro campionature. A seguito di queste informazioni hanno realizzato delle apposite malte da omogeneizzare e integrare ai materiali esistenti sulla base di analisi scientifiche. Anche la tipologia di applicazione incide sul risultato finale ed è stata preventivamente concordata. Il progetto iniziale risulta quindi un canovaccio che viene adattato mano a mano che il restauro procede, affrontando le problematiche che emergono.
LA FUNZIONE DEL RESTAURO
Un restauro ben eseguito e rispettoso del monumento a volte non si nota perché totalmente integrato con le parti esistenti. La situazione degli edifici non va negata ma risarcita. Essi infatti si trasformano. Si preservano le finiture per reintegrarle. L’edificio può esser visto come un vestito in cui le parti mancanti vengono ricucite con fili e cromie antiche. L’immobile restaurato viene così curato e protetto senza negare il suo passato, la sua verità, che è l’unica cosa che conta anche scendendo a piccoli compromessi.
MONUMENTI VIVI
L’impresa Magistri è molto presente nell’attività dell’associazione “Monumenti vivi”che ha lo scopo di studiare e valorizzare la biodiversità urbana di diverse specie animali. L’associazione identifica e certifica quali edifici sono diventati luoghi di riparo e nidificazione per particolari animali, riconoscendolo come un monumento vivo.
Nel caso di San Fruttuoso ad esempio, presso la Torre Doria un paio di buche pontaie ospitano i nidi dei rondone pallido, uccello protetto che nidifica in quel luogo per alcuni mesi l’anno e si trova in via di estinzione. I lavori di restauro alla torre condotti dall’impresa Magistri hanno tenuto in considerazione la presenza di questi importanti volatili. Ne è stata rispettata la nidificazione creando delle apposite aperture nei teli dei ponteggi per lasciare il passaggio al volo dei rondoni.
Presso la Torre Pusterla a Milano nelle adiacenze della Basilica di Sant’Ambrogio invece durante i lavori di restauro della torre condotti dall’impresa Magistri, è stata effettuata la riduzione selettiva delle buche pontaie per selezionare il tipo di volatili che vi possono nidificare. Sono stati così esclusi ad esempio i piccioni per favorire la nidificazione di specie più rare e di piccola taglia come i rondoni.
Grazie a queste forme di attività, viene mantenuto un collegamento vivo con il monumento perpetuandone la sua memoria ed il rispetto per la sua esistenza. Quando si cancella la memoria, viene cancellato anche ciò che si vede e percepisce.
COME SI LEGA IL RESTAURO ALLA STORIA DI UNA COMUNITÀ
Il restauro di un immobile si lega profondamente con l’identità di un luogo e di una comunità. Questo aspetto è maggiormente percepito nelle piccole comunità. In questo caso i lavori di restauro danno molta soddisfazione dal punto di vista umano in quanto i cittadini sono strettamente legati a quei monumenti che ne rappresentano la loro storia e cultura. I restauratori dell’impresa Magistri si fanno conservatori del bene di cui si prendono cura. Dedicano tempo alla spiegazione e documentazione di ciò che stanno facendo in un rapporto diretto con la comunità. I restauratori sono i soli a vedere sui ponteggi durante i restauri certi dettagli. Per questo documentano ciò che vedono e fanno restituendo poi un video di cinque minuti che fa comprendere in modo leggero le operazioni eseguite.
La storia di un monumento o di un bene mobile come un particolare crocifisso, si lega intrinsecamente alla storia del luogo e delle persone che vi abitano e ne danno il senso di esistenza. Il valore di quel particolare bene dunque non è solo un valore storico od estetico, ma acquisisce valore poiché è profondamente importante per qualcuno che se ne è preso cura nel tempo.
Diversamente, nelle opere d’arte la cui importanza e preziosità è oggettiva ed eclatante come per il portale gotico della sacrestia del duomo di Milano che Magistri ha recentemente restaurato, non esiste più questo intimo, sentimentale rapporto con la comunità.
Le opere d’arte hanno lo scopo di ispirare il futuro. Le cose belle parlano da sole. E noi Italiani siamo un popolo ispirato da continua bellezza.
IL GIORNALE DEI LAVORI
Magistri, in linea con la sua filosofia, ha recentemente aperto un nuovo sito web: IL GIORNALE DEI LAVORI (sito web). Questa piattaforma vuole essere come un diario dove sono raccolte alcune delle opere di restauro più importanti. Grazie all’efficace narrativa fatta di video ed immagini, il visitatore può vivere il clima del cantiere; un’atmosfera ricca di sorprese, stupore, arte, imprevisti e grandi soddisfazioni.
Arch. Paola Bettoni