a cura di Rinaldo D’Alessandro
Domenica 30 gennaio 1222 una moltitudine di popolo festante si unì all’arcivescovo Luca e all’imperatore Federico II per la solenne cerimonia di dedicazione della cattedrale di Cosenza.
La tradizione vuole che per l’occasione Federico II abbia donato alla città la celebre stauroteca. Il pregevolissimo reliquario del legno della S. Croce è in effetti opera delle officine palermitane e trova stretti collegamenti con gli oggetti del corredo imperiale quali la spada di Federico II o la cuffia dell’imperatrice Costanza.
La storia della sede cosentina è in realtà ben più antica di 800 anni. Una primitiva cattedrale doveva sorgere sulla sommità del colle Pancrazio, fu solo a seguito del devastante terremoto del 1184 che essa fu trasferita, insieme al resto della città, più a valle.
Il sito dell’attuale chiesa era già stato occupato da un battistero paleocristiano, ritrovato durante gli scavi archeologici del 2008 e visibile sotto il presbiterio, probabilmente connesso a una basilica di cui ancora non è emersa traccia.
Dal lontano XIII secolo la cattedrale ha subito innumerevoli interventi di ammodernamento e rifacimento, con aggiunta di cappelle e congregazioni. Tra esse spicca quella dedicata alla miracolosa e pregevole icona di SS. Maria del Pilerio.
Particolarmente degni di nota i lavori voluti dall’Arcivescovo A. M. Capace Galeotta che fece ricoprire l’intero edificio di stucchi barocchi di gusto napoletano.
A fine ‘800, a seguito di eventi tellurici, si decise di ricostruire la cattedrale, durante i saggi esplorativi condotti sotto le sovrastrutture barocche emerse però l’antico edificio. Si dette così inizio a importanti restauri che si concluderanno soltanto verso la metà del secolo successivo.
L’aspetto attuale della chiesa ricalca in gran parte quello medioevale, costituendo uno dei monumenti più interessanti e importanti del XIII sec. italiano. Il presbiterio, voltato e riccamente ornato, spicca grazie al contrasto con sobria eleganza delle navate, scandite da arcate sorreggenti un tetto a capriate. La mole della facciata giganteggia sulla prospicente piazza con i suoi raffinati portali archiacuti e i tre rosoni.
Tra le più importanti opere d’arte conservate nella cattedrale spicca il mausoleo della regina di Francia Isabella D’Aragona, la prima e più pura opera di artisti francesi di periodo gotico in Italia.
Nella cattedrale trovarono sepoltura anche il figlio di Federico II, Enrico,VII le cui ossa sono conservate in un sarcofago tardoantico magnificamente scolpito e il celebre filosofo Bernardino Telesio della cui tomba si sono, però, perse le tracce.
Data l’importanza storico-artistica, la stupefacente continuità storica e culturale e la sua impressionante bellezza la cattedrale è stata riconosciuta patrimonio testimone di cultura di pace dall’UNESCO.
Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione di questo articolo, la dott.ssa Antonella Salatino, storico dell’arte e il parroco e rettore della Cattedrale di Cosenza, Don Luca Perri.
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