Arch. Simona Sanzo
Il progetto di una chiesa, della “casa” del Signore, è per un architetto forse l’impresa più ardua; questo “Committente speciale” non vuole che la sua casa sia soltanto “bella” ma desidera soprattutto che in essa ogni uomo possa incontrarLo e fare esperienza di Lui. Da ciò una grande responsabilità, prima dinanzi a Dio e poi alla comunità intera.
Un impegno morale che il progettista, l’arch. Gerlando Sanzo, si è assunto con l’anziano parroco Giuseppe Sicilia prima e, successivamente, con l’instancabile don Mario Sorce che ha visto realizzato il sogno del suo predecessore e con tenacia lo ha portato avanti.
Il nuovo complesso parrocchiale Sacro Cuore di Gesù alle Rocche nella Diocesi di Agrigento, sorge sull’altura denominata ”Madonna delle Rocche”, luogo alto e privilegiato, frontistante il colle dove è ubicata la Cattedrale di Agrigento, con la quale si trova in un continuo dialogo visivo: metaforicamente potremmo dire un legame indissolubile tra il cuore del Figlio e il cuore della Madre.
Questo legame, questo rapporto visivo con la Cattedrale è stato fondamentale per l’organizzazione formale e funzionale di ogni spazio interno ed esterno del complesso parrocchiale, favorito tra l’altro dalla collocazione di ampie aperture che permettono non solo una continuità tra spazio interno ed esterno ma favoriscono questo dialogo continuo con la chiesa madre.
La progettazione di questo edificio di culto si è posta con fare dialettico affinché il progetto architettonico-liturgico fosse ideato insieme a quello artistico e iconografico come un “unicum”, in linea con le indicazioni e gli orientamenti previsti dalla CEI e nel rispetto dei suggerimenti impartiti dall’ufficio Beni Culturali della Curia Arcivescovile di Agrigento.
Tutto questo ha richiesto il coinvolgimento e la collaborazione di diverse figure quali il liturgista, gli artisti per la realizzazione delle eminenze liturgiche e gli ingegneri specialisti degli impianti tecnologici e delle strutture, stante la particolare configurazione morfologica del terreno (inclinazione del terreno del 27%) e la particolare conformazione volumetrica dei corpi di fabbrica.
La chiesa Sacro Cuore di Gesù viene fuori da un progetto contemporaneo che con le soluzioni formali adottate risponde alla triade vitruviana della firmitas, venustas e utilitas, cioè alla dimensione tecnologica, formale e funzionale di un’architettura.
La progettazione degli spazi si è tradotta in forme simboliche che esprimono con chiarezza il significato spirituale della funzione svolta al loro interno e, attraverso le dimensioni, le forme, la dilatazione e la contrazione degli spazi creano di fatto un coinvolgimento del fedele nella partecipazione alle azioni liturgiche che in essa si svolgono.
Il tema teologico-liturgico-architettonico-artistico.
L’articolazione architettonica della chiesa Sacro Cuore di Gesù alle Rocche, che può accogliere al suo interno oltre 500 fedeli, nasce dalla lettura e dalla meditazione sul capitolo 1, versetto 8 dell’Apocalisse di Giovanni: ”io sono l’alfa e l’omega, dice il signore Dio, colui che è, che era e che viene, l’onnipotente”.
Così il progetto è stato elaborato su questi due elementi, l’Alfa e l’Omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, che portano nella loro essenza formale, un valore simbolico ed espressivo di elevato significato: Dio principio e fine di ogni cosa.
Nel progetto, l’ALFA (principio di tutto), rappresentata dalla Cappella feriale, e L’OMEGA (fine di tutto), delineata dall’Aula liturgica, sono perfettamente fuse in un gioco armonico di volumi che si leggono sia internamente che esternamente e segnano in modo inconfutabile ”il luogo” come dimora di Dio tra gli uomini, spazio santo, punto di riferimento di una chiesa che si stringe attorno a Cristo, origine e fine di ogni cosa.
La conformazione spaziale dell’aula liturgica, che richiama la forma dell’omega, si sviluppa secondo un andamento ellittico; il presbiterio ha come fondo la parete curva che, come una grande abside, abbraccia i fedeli stringendoli attorno all’altare, vero fulcro della celebrazione, favorendo così lo svolgimento dei riti e la partecipazione attiva dei fedeli.
All’interno dell’aula liturgica, ai lati dell’ampio ingresso, è ubicato, a sinistra, un raccolto spazio penitenziale; a destra dell’ingresso, invece, il Battistero che, ben visibile dall’assemblea, accoglie oltre al fonte battesimale, la vasca per il battesimo per immersione.
Un altro elemento di forza del progetto è la copertura dell’aula liturgica, che, seguendo la pendenza della collina retrostante, è contrassegnata internamente dal taglio netto di una grande croce “luminosa” che, dall’alto, abbraccia tutta l’aula liturgica nel suo insieme, e, proseguendo, discende sul lato nord attraverso una semplice e lineare vetrata raffigurante le fiamme dello Spirito Santo, che fa da sfondo al Cristo sulla croce che converge sull’altare, ove viene celebrato il mistero della morte e resurrezione.
Quattro grandi vetrate compongono la grande croce di copertura che simbolicamente costituiscono una finestra verso l’eternità; di giorno diffondono luce naturale all’interno della chiesa, mentre la sera, con l’illuminazione artificiale, risplendono di luce emergendo nel contesto urbano come presenza della chiesa nel territorio.
Al centro della copertura, una vetrata ovale raffigura l’immagine stilizzata del ”Cuore Sacro di Gesù”, a cui è dedicata la chiesa.
L’architetto che ha anche ideato e progettato le opere di arredo liturgico in marmo, ha scelto come materiale predominante per gli spazi liturgici e per le eminenze artistiche, quali l’altare, l’ambone, la sede, il fonte battesimale e la Custodia eucaristica, la pietra bianca e rossa di Piana degli Albanesi; per comprendere come la scelta di ogni materiale e particolare sia stata curata nei minimi dettagli è opportuno riferire che lo stesso progettista insieme al parroco e al titolare della ditta che ha eseguito tutte le lavorazioni in marmo, si sono recati nell’unica cava esistente a Piana degli Albanesi per scegliere i blocchi da utilizzare per tutte le opere da eseguire.
Le pareti perimetrali risultano sia all’estradosso che all’intradosso rivestite in pietra naturale bianca e rossa di Piana degli Albanesi, tagliata a listelli “scapezzati” (grezzi e sbozzati), la cui posa in opera ha richiesto un lungo e delicato lavoro; tali listelli sono stati posti in opera verticalmente e sfalsati per conferire all’insieme uno slancio verticale e permettere una maggiore convergenza dell’occhio del fedele verso l’alto.
La presenza di ogni singolo listello di pietra richiama simbolicamente ogni fedele, singolarmente e come parte di una comunità che si stringe intorno a Gesù pietra viva, ad essere esso stesso pietra viva per la costruzione di un edificio spirituale.
Per creare diversi giochi cromatici ed effetti chiaroscurali, le pietre utilizzate sono state impiegate in diversi formati: a volte grezze, come nelle pareti perimetrali, altre volte levigate, come nella pavimentazione dell’Aula liturgica e della Cappella feriale, per dare lucentezza alle superfici.
L’uso della pietra bianca e rossa sulle pareti e sui pavimenti, i molteplici effetti di luce provenienti dalle aperture della grande croce sul tetto di copertura, nonché quelli generati dalle due vetrate artistiche poste a nord e ad est dell’aula liturgica, la forma ellittica dell’aula, le opere artistiche con la loro presenza sobria nelle forme ma eloquente nei significati espressi, armonicamente fusi, generano un’atmosfera soprannaturale che induce al raccoglimento e alla preghiera favorendo un dialogo incessante con l’Eterno.
L’architetto Gerlando Sanzo ha svolto una intensa attività professionale nel campo del restauro architettonico, portando a termine lavori di grande interesse storico, artistico, archeologico; tra i più rappresentativi: il recupero della Chiesa Madre di Villafranca Sicula (AG) e il restauro conservativo della chiesa di Santa Maria dei Greci ad Agrigento sul tempio di Giove Polieo ad Agrigento.
Vedi anche: Nuovo complesso Parrocchiale Sacro Cuore di Gesù alle Rocche