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Storie di chiese, patrimoni di comunità

Andrea Longhi, professore associato di Storia dell’Architettura al Politecnico di Torino

Storie di chiese

Ogni chiesa, ogni complesso parrocchiale, ogni struttura per la vita religiosa è l’esito di un investimento non solo economico, ma anche affettivo, spirituale e culturale, che mobilita interessi, saperi tecnici e pastorali, memorie personali e collettive.

L’insieme di questi flussi di competenze, denari e sentimenti va a costituire un enorme patrimonio materiale e immateriale, affidato al discernimento e alle cure delle comunità che lo abitano.

La cura del dettaglio: croce per la dedicazione dei Santi Nazaro e Celso a Prospiano, Gorla Minore (Enrico Castiglioni, 1965)

Patrimoni di comunità

Lo studio di alcune decine di complessi parrocchiali – proposti prima nel sito internet “Una chiesa al mese”, poi rimeditati e interpretati nel volume Storie di chiese. Storie di comunità – mi ha portato a osservare i modi in cui le comunità si sono “appropriate” di spazi ed edifici ecclesiali nel corso degli anni e nel fluire delle generazioni. “Finita” la realizzazione di una chiesa, congedato il progettista, questa viene lasciata in mano ai fedeli che la frequentano e la trasformano, con il mutare di liturgie, devozioni, sensibilità sociali e pastorali.

Si tratta di patrimoni immensi dal punto di vista della memoria, dell’immaginario collettivo, dell’autorappresentazione, ma anche di patrimoni immobiliari costosi da mantenere, e di processi trasformativi complessi.

La cura delle strutture: il montaggio delle carpenterie della chiesa della Trasfigurazione ad Alba (Archicura, 2009)

Mobilitazione e coinvolgimento

La mobilitazione per preservare, ma al tempo stesso per trasformare e rivitalizzare continuamente, tale patrimonio non può essere lasciata all’improvvisazione: le mozioni degli affetti devono poter essere incanalate verso progettualità territoriali ampie, in grado di negoziare per ogni luogo ecclesiale un destino, un ruolo, un insieme di significati capaci di animare la vita delle comunità religiose e civili.

Il coinvolgimento di più soggetti comunitari pare necessario: nel corso della storia erano famiglie, associazioni, compagnie, gruppi professionali o di interesse che costruivano e manutenevano luoghi di culto e di aggregazione. Oggi – grazie anche alle potenzialità informative e comunicative della rete e degli incontri personali – devono essere formate e valorizzate responsabilità e competenze che possano farsi carico consapevolmente del patrimonio delle comunità cristiane.

Il volume “Storie di chiese. Storie di comunità” di Andrea Longhi

Andrea Longhi, Storie di chiese. Storie di comunità. Progetti, cantieri, architetture, Gangemi Editore International, Roma 2017. 320 pp. ISBN 978-88-492-3439-8

Il volume indaga la storia dell’architettura dei complessi parrocchiali tra gli anni del concilio Vaticano II e l’inizio del nuovo Millennio, muovendo dall’analisi di trenta casi italiani, interpretati come testimoni della storia della Chiesa e come elementi caratterizzanti il paesaggio del secondo Novecento. L’agire architettonico delle comunità cristiane viene raccontato come storia di responsabilità, personali e collettive, e come sequenza di continue modificazioni: le parrocchie sono cantieri mai conclusi, in cui si manifestano passioni mai sopite e aspirazioni mai pienamente raggiunte.

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