Un convegno internazionale per la catalogazione, gestione e progetti innovativi per il patrimonio culturale delle comunità di vita consacrata
Nel 2018, in occasione del convegno internazionale “Dio non abita più qui?”, papa Francesco scriveva nel suo messaggio di saluto: “I beni culturali ecclesiastici sono testimoni della fede della comunità che li ha prodotti nei secoli e per questo sono a loro modo strumenti di evangelizzazione che si affiancano agli strumenti ordinari dell’annuncio, della predicazione e della catechesi”.
A due anni da quelle parole è indetto il presente convegno, una iniziativa congiunta del Pontificio Consiglio della Cultura e della Congregazione per gli Istituti i Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, con la collaborazione dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto – Conferenza Episcopale Italiana, del Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa – Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa – Pontificia Università Gregoriana, UISG – Unione Internazionale delle Superiori Generali, USG – Unione Superiori Generali, SAM – Segretariato Assistenza Monache, Dipartimento di Architettura – Università di Bologna.
L’occasione pone al centro l’importanza di una conoscenza sistematica e scientifica dei depositi culturali delle comunità di vita consacrata, mediante un lavoro di catalogazione poderoso ma necessario per riconoscere i patrimoni culturali e quindi, da un lato, salvarli da dispersione e furti, dall’altro riaffermarne la consapevolezza e l’importanza all’interno delle stesse comunità religiose.
Così i beni culturali potrebbero diventare un nuovo strumento per una pastorale innovativa, attraente e attrattiva, grazie ad oggetti che offrono narrazioni ed enunciano l’identità della Chiesa e del carisma particolare di ciascun ordine e istituto.
I beni culturali nel possesso delle comunità di vita consacrata sono così occasioni per un migliore ancoramento al territorio e per l’avvio o l’approfondimento di collaborazioni con le istituzioni, con le associazioni, con le scuole: antidoti all’isolamento delle comunità stesse.
Il convegno romano (data posticipata in maggio 2022) sarà un catalizzatore delle sperimentazioni e delle esperienze che sono, a scala globale, già in essere, per permetterne uno scambio e un’amplificazione, e un primo censimento delle migliori pratiche.
Il convegno si presenta come un appuntamento internazionale che assume ad oggetto tutti i segmenti in cui oggi si riconosce articolato il patrimonio culturale: i beni immobiliari e mobiliari, i beni artistici e testimoniali, gli archivi e le biblioteche e quanto si definisce oggi “patrimonio immateriale”.
Questo convegno sarà anche occasione per una riflessione critica e comparativa entro la Chiesa, per fondare la possibilità di un dialogo chiaro con le istituzioni e gli istituti civili che si occupano di tutela e valorizzazione dei beni culturali negli specifici contesti nazionali e internazionali.
Per la Chiesa valorizzare il proprio patrimonio culturale significa riportarlo agli scopi che gli sono propri e per i quali esso è stato prodotto, ossia, in ultima analisi, l’annuncio del Vangelo e il servizio al maggior bene dell’umanità.
I beni culturali della Chiesa non ambiscono ad una sterile musealizzazione, ma a riconquistare i circuiti della vita delle comunità cristiane e civili, divenendo punto di incontro di un popolo vasto, rispetto al quale essi sono spesso elementi di affezione e di riferimento identitario.
Approfondimento al tema su: http://www.cultura.va/content/cultura/it/eventi/m ajor/carismaecreativita.html