FACCIAMO “LUCE” SUL PROGETTO DELLA LUCE.
L’illuminazione delle chiese offre molti spunti interessanti per un progettista della luce e il risultato del suo intervento è fortemente influenzato dal suo approccio, dalle competenze, dalla metodologia, dall’esperienza, dalla sensibilità, oltre che dal suo percorso formativo.
Il progetto non è l’esito di un mero calcolo illuminotecnico: non è così e non deve esserlo. È un’attività ben più complessa.
Tutti desiderano godere di una buona illuminazione, ma culturalmente è ancora scarsa l’esigenza di un progetto firmato da un lighting designer che, come libero professionista, opera a tutela della committenza: dalle prime fasi del concept, alle successive progettazioni definitive ed esecutive, fino alla realizzazione dell’opera che deve essere eseguita in modo conforme al progetto.
Anche perché in Italia, a differenza di quanto avviene in altre nazioni europee, il progetto della luce non è prescritto da alcuna legge, benché esistano delle normative che ne regolano la redazione, di fatto raramente applicate.
Progettare la luce per una chiesa
Per poter realizzare un intervento che miri alla reale qualità ambientale, in accordo con le esigenze della liturgia e dei fruitori (officianti, fedeli, visitatori, addetti ai servizi), un lighting designer deve avere non solo competenze tecniche ma multidisciplinari.
Nelle nuove costruzioni la qualità ambientale deve essere altresì raggiunta coerentemente con le peculiarità estetiche, spaziali ed architettoniche dell’edificio. Nel caso di chiese testimonianza del nostro patrimonio storico-artistico, la qualità ambientale deve essere conseguita considerando anche la fruizione artistica del bene, nel rispetto dei criteri conservativi sia dell’edificio sia delle opere d’arte presenti al suo interno.
Il progetto della luce
Sul progetto della luce convergono focus diversi: liturgici, culturali, normativi, tecnici, conservativi e di valorizzazione artistica. Esigenze non sempre facilmente conciliabili e con le quali il progettista deve fare i conti, senza mai perdere di vista l’obiettivo primario: il confort psicofisiologico degli utenti. Ricordiamo che una buona illuminazione gioca un ruolo importante nel favorire la relazione delle persone con l’ambiente, e che nelle chiese la luce assume altresì una forte valenza simbolica e di raccoglimento spirituale.
Il progetto illuminazione
Il progetto di illuminazione è quindi un’attività articolata e l’approccio progettuale deve essere sostenuto da accurate analisi e da una rigorosa metodologia (vedere il MANUALE DI ILLUMINAZIONE)
Innanzitutto, la chiesa non è solo un’opera architettonica caratterizzata da valenze estetiche connotanti. Chiesa è chi si raduna e in qualche modo proietta e imprime se stesso nell’edificio di culto. I nostri edifici sacri -dai più antichi ai più recenti- infatti rispecchiano con le proprie caratteristiche architettoniche, spaziali e decorative, sia le modalità di vivere il luogo dell’incontro sacramentale, sia l’impronta comunicativa della liturgia in un dato periodo storico. E considerando che : “Come non esiste una liturgia immutabile, così non esiste un’architettura e un’arte per la liturgia che siano immutabili” [cit. NOTA PAST.CEI n.57-1996], in modo analogo il progetto della luce deve e dovrà adattarsi ai cambiamenti in essere.
E’ quindi indispensabile che il lighting designer che si avvicina a un tema così delicato, consideri le Note Pastorali della CEI, i relativi aggiornamenti, sia affiancato da un liturgista e colga le esigenze della comunità.
La conoscenza degli spazi celebrativi
La conoscenza degli spazi celebrativi e delle relative liturgie è quindi il primo importante passo per poi poter definire con la luce precise gerarchie di interesse visivo. La concezione degli effetti luminosi deve essere a servizio degli eventi liturgici, coerente con la solennità dell’evento, senza rivendicare il proprio protagonismo.
Nel caso diedifici storici,è possibile inoltre offrire con la luce una chiave di lettura della storia della chiesa e dei suoi antichi cerimoniali, ma questo aspetto deve essere un corollario alla concezione dell’illuminazione utile alla liturgia contemporanea, quando la Chiesa si raduna nello spazio sacro.
Ogni chiesa ha le proprie peculiarità e dal punto di vista del progetto va trattata come tale. Il progetto della luce deve essere un’attività “sartoriale su misura” che va pianificata dettagliatamente in tutte le sue fasi, anche nei tempi e nei costi. Più il progetto è preciso e meno sorprese si avranno anche in fase di installazione.
Analoga attenzione va applicata anche nella scelta delle soluzioni tecnologiche. Dal punto di vista operativo, in quest’ultimo decennio la redazione del progetto della luce si è arricchita di nuovicontenuti, si pensi ad esempio al controllo dei parametri necessari per definire scelta di un LED dal punto di vista cromatico, o all’attenta valutazione dei componenti di un apparecchio per selezionare soluzioni affidabili nel tempo e ad alto rendimento, o ancora alla scelta più idonea di un sistema di gestione e la conseguente redazione e configurazione degli scenari luminosi.
Le tecnologie
Queste tecnologie, per quanto di semplice utilizzo da parte dell’utente finale, sono comunque soluzioni complesse che richiedono competenze specialistiche e progettazioni sempre più accurate.
L’illuminazione con la sua facile libertà di utilizzo, spesso rischia di essere percepita come un aspetto ludico, oppure come qualcosa che poi in fase d’uso può essere “aggiustata” anche senza i presupposti di un progetto, ma in realtà non è così.
La figura professionale
Rinunciare alla consulenza di una figura professionale dedicata al progetto della luce, significa compromettere l’obiettivo della qualità ambientale, nonché rischiare di investire risorse economiche su sistemi sovradimensionati rispetto alle reali necessità di utilizzo o ancora, rischiare di acquistare prodotti con scarse prestazioni e affidabilità.
Scheda Progettista: Paola Urbano, Lighting Designer,
Dopo la laurea in architettura conseguita con il massimo dei voti discutendo una tesi sull’illuminazione delle opere d’arte nei musei, nel 1988 intraprende il dottorato di ricerca presso Reparto di Fotometria dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica di Torino, approfondendo gli studi conservativi, il comportamento ottico ed i processi percettivi delle opere d’arte in ambito museale iniziati con la tesi.
Successivamente, intraprende la sua attività di progettista della luce. I primi lavori più significativi sono legati ad ambienti storici e artistici, caratterizzati spesso da problemi di conservazione. Tra questi ricordiamo, l’illuminazione dei disegni di Leonardo Da Vinci e Rembrandt esposti nella mostra temporanea “Da Leonardo a Rembrandt” tenutasi nel 1990 a Torino – Palazzo Reale, a cui hanno fatto seguito altri progetti legati al patrimonio artistico-culturale e religioso.
Alla progettazione si affiancano attività didattiche: inizialmente nel 90’- come Cultore della materia alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, per poi proseguire come docente di Lighting Design in corsi triennali universitari e master presso diverse sedi come: l’Istituto Europeo di Design (dal 1993 al 2016), la Bilgi University di Istanbul (dal 2003 al 2013), oltre che come referente scientifico e docente presso alcuni Ordini Professionali.
Dal 1995 inizia a scrivere per le riviste del settore. Dal 2013 ad oggi è nel comitato scientifico di redazione Luce & Design” edita da Tecniche Nuove.
È co-autore del “Manuale di Illuminazione” edito da Tecniche Nuove nel 2005, dove ha curato il Capitolo sull’illuminazione dei “Luoghi di Culto”.
Nel 1998 è tra i membri fondatori di APIL – Associazione Professionisti dell’Illuminazione- nel cui Consiglio Direttivo è stata presente dal 1998 al 2008 e dal 2014 al 2020.
Attualmente continua ad operare presso il proprio studio UrbanoLighting con sede a Torino – www.urbanolighting.com