La Chiesa è l’ultima parte realizzata del grande centro parrocchiale realizzato a Castel di Lama (AP) che comprende spazi per l’educazione e l’incontro, attrezzature sportive e ricreative dando luogo ad un sistema urbano di notevole effetto comunitario per l’intero abitato
Frutto di un concorso, il progetto sviluppa l’idea di un radicamento al luogo delle strutture edili-zie attraverso la disposizione volumetrica e l’utilizzo di materiali locali, relazionandosi con l’abitato con percorsi pedonali che attraversano lo spazio del sagrato che si allarga nella vasta piazza giardino.
Elemento fondamentale del progetto è il percorso pedonale pubblico che attraversa il nuovo insediamento, separando i volumi della chiesa da quelli delle attività parrocchiali e suggerendo possibili connessioni urbane con le altre aree pubbliche presenti nell’intorno.
L’immagine complessiva è volutamente ricondotta ad una chiara semplicità formale, dove ogni elemento mantiene comunque una sua riconoscibilità allo sguardo di chi percorre i luoghi.
Le superfici murarie di tutto il complesso sono intonacate, i muri laterali della chiesa sono impreziositi da listelli in travertino collocati ogni metro e venti. Il travertino, materiale di facile reperibilità nella zona, è il materiale usato anche per le pavimentazioni interne della chiesa e del sagrato oltre che della facciata alta nove metri.
Le grandi pareti esterne della chiesa che “contengono” i luoghi della liturgia svolgono un ruolo importante nella percezione dell’intero complesso, così come la grande facciata in lastre di travertino, un filtro sottile che permette di intravedere dall’esterno gli spazi interni dell’edificio.
L’interno accoglie un grande velario ellittico sospeso, luogo dell’assemblea e spazio della liturgia.
I luoghi liturgici, fonte battesimale, ambone, altare, sede, crocefisso e tabernacolo sono disposti lungo un percorso che attraversa longitudinalmente lo spazio presbiteriale per concludersi in un giardino dove è stato collocato un ulivo.
La disposizione dell’assemblea interpreta i dettami del concilio vaticano secondo, con la zona presbiteriale circondata dalle sedute dei fedeli a formare la sostanza del farsi “Chiesa”. L’altare e l’ambone sono collocati frontalmente nei due fuochi dell’ellisse per rimarcare la pari dignità della mensa e della parola.
All’interno della chiesa le opere artistiche in travertino di Giuliano Giuliani definiscono in modo spirituale i luoghi della liturgia.
Dalle case alla “domus ecclesiae”
Il complesso dell’edificio del sacro è stato studiato a partire dalle aspettative del popolo della parrocchia e dalle prerogative delle celebrazioni liturgiche. Dall’esterno verso l’interno, nei percorsi celebrativi, esso vuol essere segno di una comunità che aspira a trovarsi unita come società e come chiesa.
Richiamato dal segnale sonoro del campanile che si sporge quasi vedetta sulla strada e verso l’abitato, il fedele si trova nell’ampio e accogliente sagrato che già gli parla di preghiera e di sacramento.
Un’aula che da sola dice il farsi “circumstantes”, il raccogliersi, il diventare assemblea. La disposizione dell’aula è stata pensata in modo da “rendere l’immagine di un’assemblea riunita per la celebrazione dei santi misteri, gerarchicamente ordinata e articolata nei diversi ministeri, in modo da favorire il regolare svolgimento dei riti e l’attiva partecipazione di tutto il popolo di “Dio” (Nota pastorale CEI “La progettazione di nuove chiese”, n. 7).
Nello spazio centrale, anch’esso ellittico, sono state collocate, prospicienti l’una verso l’altra, le “due mense” dell’altare e dell’ambone, fuochi non tanto geometrici quanto rituali della celebrazione eucaristica e riferimenti di ogni altra azione sacramentale. La loro posizione è in diretta continuità con il fonte battesimale e la croce retrostante l’altare.
L’ambone accoglie con la sua forma a foglio il leggio per la proclamazione la proclamazione del vangelo. L’altare, lavorato come l’ambone da un unico blocco di travertino, si erge come pietra angolare su cui si edifica la Chiesa che celebra il sacrificio eucaristico.
Disposti oltre l’altare, la sede presidenziale e i seggi dei ministri connotano la fisicità di un presbiterio allocato e diffuso.
Giuliano Giuliani e Marco Contini
Lo studio CONTINI ARCHITETTURA svolge attività in ambito architettonico e urbanistico. Si occupa della progettazione di nuovi edifici sia pubblici che privati e del restauro e recupero di edifici storici, con particolare riguardo al rapporto con il paesaggio e con le preesistenze e agli aspetti tecnologici legati alla sostenibilità.
Giuliano Giuliani è un artista scultore, appassionato del materiale elettivo della sua città, il travertino, ha trasformato la cava paterna sul colle San Marco nel suo luogo privilegiato e laboratorio di ricerca realizzando numerose opere sul tema del “sacro”.
Studio Continiarchitettura
http://www.continiarchitettura.net
Nome Progettista di riferimento: Marco Contini
Committente: Parrocchia Santa Maria a Castel di Lama. Diocesi di Ascoli Piceno
Nome opera realizzata: Church and community centre
Localizzazione opera realizzata: Via Roma 152, località Piattoni, 1693, Castel di Lama, AP, Italia
Anno di completamento opera: 2019
Nell’ambito dell’architettura Sacra, il progetto della Nuova Chiesa di Castel di Lama è stato selezionato tra i finalisti nell’VII edizione del Premio Internazionale di Architettura Sacra “FrateSole” 2020 , ricevendo il titolo di “Progetto Ambasciatore del Premio Internazionale di Architettura Sacra” per il quadriennio 2020-2024.
Design Team:
Progetto architettonico e direzione lavori: Marco Contini
Coordinamento: Marco Contini
Collaboratori: Alessio Brugnoli, Matteo Mascia, Matteo Zacarelli
Liturgista: Don Mario Cataldi
Artista: Giuliano Giuliani
Progetto Strutture e impianti: studio Di Emidio
Progetto Landscape: Marco Contini
Crediti fotografici: Domenico Oddi, Giammarco Corvaro