L’adeguamento liturgico della cattedrale è un atto ecclesiale e culturale e può essere una preziosa occasione di coinvolgimento dell’intera comunità diocesana nell’elaborazione di un piano pastorale condiviso
A seguito delle ultime disposizioni approvate nell’Assemblea generale della CEI (maggio 2018) e il loro regolamento applicativo è stato previsto che l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e l’Ufficio Liturgico Nazionale rendesse pubblico un “Bando Nazionale per l’adeguamento liturgico delle cattedrali”.
Il Bando, alla luce della nota pastorale L’adeguamento liturgico delle chiese secondo la riforma liturgica (1996), invita a considerare il progetto di adeguamento della cattedrale come atto ecclesiale e culturale, che offre una preziosa occasione per elaborare e attuare un progetto pastorale che coinvolga l’intera comunità diocesana.
Il Bando è stato articolato in due fasi.
Nella prima fase l’obiettivo è stato quello di individuare le diocesi che sarebbero state coinvolte nella vera e propria progettazione, e richiedeva che le candidature fossero selezionate attraverso la manifestazione da parte delle diocesi stesse (termine maggio 2019).
In una seconda fase, sono state individuate le cattedrali da adeguare e per ciascuna di esse sarà pubblicato un bando per la scelta dell’idea progettuale più valida.
La seconda fase del bando prevede l’organizzazione di un percorso formativo indirizzato ai responsabili diocesani e i loro collaboratori, architetti, artisti, storici dell’arte e liturgisti che dovranno affrontare le fasi del progetto.
A giugno 2019 si è riunito il Comitato preposto alla selezione delle diocesi che possono accedere alla seconda fase prevista nel Bando nazionale.
Sono state 14 le diocesi che hanno manifestato l’interesse ad aderire alla seconda fase prevista dal Bando. Tra queste, in base all’esame della documentazione presentata da ciascuna diocesi da parte del Comitato, sono state selezionate le 6 diocesi:
- Asti
- Cremona
- Belluno-Feltre
- Montepulciano-Chiusi-Pienza
- Sessa Aurunca
- Acerenza
In questa edizione di CHIESA OGGI presentiamo alcuni esempi di recente realizzazione su interventi di adeguamento liturgico che possano contribuire alla riflessione e alla documentazione sul tema.
L’esperienza del restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta – Pescia
Mons. Roberto Filippini, vescovo di Pescia (Pistoia) ha testimoniato l’esperienza del restauro della cattedrale di Santa Maria Assunta e dell’adeguamento liturgico del suo presbiterio in occasione dell’incontro organizzato a Roma per la presentazione della prima fase del Bando Nazionale per l’adeguamento liturgico delle cattedrali.
I lavori di restauro della cattedrale di Santa Maria Assunta, realizzati anche in vista del giubileo dei 500 anni, “sono diventati – spiega – una specie di allegoria di ciò che dovremmo fare nella nostra Chiesa locale.”
La diocesi di Pescia compie 500 anni e conta 42 parrocchie cui negli ultimi anni sono state aggiunte 6 parrocchie della montagna lucchese “in affidamento”, – afferma – sottolineando il parallelismo tra adeguamento dei luoghi di culto e rinnovamento delle prassi pastorali “perché la Chiesa sia all’altezza della sua missione”.
Ripercorrendo l’iter di restauro e adeguamento della cattedrale, mons. Filippini ricorda che la struttura “presentava a vista d’occhio crepe, scrostature sull’intonaco, un’illuminazione insoddisfacente e un arredo deprimente.
Il secondo passo è stato dare il via ad una serie di analisi e indagini con georadar e termocamera e ad una valutazione degli aspetti strutturali”. Il grande restauro “è stata un’impresa impegnativa da ogni punto di vista, ma più delicato e complesso è stato l’adeguamento liturgico del nuovo presbiterio: nuovi altare, ambone, cattedra. A questo fine è stata costituita una commissione di esperti tra cui don Severino Dianich e don Valerio Pennasso e due sovrintendenti”.
Tutto questo ha avuto bisogno di un piano finanziario e di un cronoprogramma perché “per un buon adeguamento liturgico sono necessari fantasia creativa ma anche realismo e umiltà”. La spesa per l’adeguamento liturgico, conclude,“si aggira sui 200 mila euro mentre la ristrutturazione è stata molto più impegnativa”.