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Valutazione e valorizzare del patrimonio dismesso

a cura di Arch.Edmondo Jonghi Lavarini

Valutazione e Valorizzazione degli Immobili dei Beni Culturali ed Edifici Ecclesiastici per una Conversione di valore

L’equilibrio tra storia, economia e futuro

L’Italia e l’Europa possiedono un patrimonio culturale ed ecclesiastico di inestimabile valore. Chiese, monasteri, conventi e strutture religiose spesso non più utilizzate per il culto rappresentano un’importante opportunità di valorizzazione, a condizione che il processo di conversione sia affrontato con sensibilità storica, rispetto delle radici giudaico-cristiane e una visione economica sostenibile.

La valorizzazione è il principio chiave: trasformare edifici ecclesiastici in nuove destinazioni senza snaturarne il significato simbolico e architettonico. Gli architetti e gli esperti valutatori giocano un ruolo fondamentale in questo processo, garantendo che la riqualificazione generi valore sociale, culturale ed economico, creando opportunità per investimenti sostenibili e nuove destinazioni di utilizzo.

Il ruolo dell’estimo e della valutazione immobiliare

L’estimo è la disciplina che fornisce strumenti scientifici per la valutazione di beni il cui valore non è univocamente determinato dal mercato. Nel caso degli edifici ecclesiastici e dei beni culturali, questo approccio è ancora più necessario, perché non si tratta solo di valutare il valore commerciale di un immobile, ma anche il suo valore storico, artistico e identitario.

La valutazione deve essere scientifica e trasparente, seguendo standard riconosciuti come gli IVS (International Valuation Standards), evitando approcci empirici o soggettivi. Il metodo estimativo è previsivo, poiché non si limita a definire un prezzo di mercato, ma deve anticipare gli effetti economici e culturali della trasformazione.

Secondo le Linee Guida ABI, la corretta valutazione di un immobile deve essere effettuata da un perito indipendente, utilizzando dati comparabili e indicatori economici-estimativi. Per gli edifici religiosi, questo significa prendere in considerazione non solo le metriche tradizionali del mercato immobiliare, ma anche fattori di conservazione, vincoli architettonici e valore d’uso alternativo.

“Sconsacrare ma non dissacrare”: il pensiero di Pier Paolo Pasolini: L’espressione “sconsacrare ma non dissacrare”, usata da Pier Paolo Pasolini nei suoi Scritti corsari (1975), evidenzia la differenza tra rimuovere la funzione sacra di un luogo e profanarlo. Secondo Pasolini, gli edifici religiosi non più utilizzati dovrebbero essere restituiti alla società, trovando una nuova funzione senza perdere il loro valore storico e spirituale. Questo concetto è centrale nel dibattito sulla valorizzazione degli immobili ecclesiastici. Trasformare questi spazi con intelligenza e rispetto significa preservarne la memoria, adattandoli alle esigenze contemporanee. La loro conversione in centri culturali, biblioteche, spazi artistici o strutture di accoglienza rappresenta un’opportunità per unire tradizione e innovazione, creando valore economico e sociale. Pasolini, pur non essendo religioso nel senso tradizionale, aveva un forte senso del sacro e riconosceva la profonda eredità culturale cristiana dell’Italia. Egli vedeva in Cristo un modello di purezza e dedizione agli ultimi, un simbolo che può ispirare il riutilizzo degli edifici ecclesiastici per fini sociali.La valorizzazione di questi beni, dunque, non è solo una questione economica, ma un atto di continuità culturale e sociale, che permette di trasformare il passato in una risorsa per il futuro.

Possibili destinazioni d’uso per un futuro sostenibile

Gli edifici ecclesiastici e i beni culturali dismessi rappresentano un’opportunità unica per coniugare memoria storica, valore sociale e sviluppo economico. La loro trasformazione deve rispettare l’identità originaria, evitando la perdita del patrimonio artistico e spirituale. Biblioteche, centri culturali, residenze, coworking e spazi per l’arte sono solo alcune delle destinazioni possibili, capaci di generare impatto positivo sulle comunità. Un approccio equilibrato tra conservazione e innovazione può garantire un futuro sostenibile, restituendo questi luoghi alla collettività con nuove funzioni, nel pieno rispetto della loro storia e delle esigenze del presente.

Immagine tratta dall’edizione 2023 delle Giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico – “Oltre lo scivolo” si è conclusa, ma i temi affrontati restano più che mai attuali. L’iniziativa ha acceso i riflettori su accessibilità, partecipazione e valorizzazione inclusiva, offrendo a tutti la possibilità di scoprire musei, archivi, biblioteche e chiese in un’ottica di apertura e condivisione. Il dibattito su come rendere il patrimonio ecclesiastico più accessibile e parte integrante della comunità continua, ponendo nuove sfide e opportunità per il futuro. Approfondisci sul sito bce.chiesacattolica.it

Centri culturali e biblioteche

Molti edifici ecclesiastici, grazie alla loro struttura spaziosa e alla loro posizione centrale nei borghi e nelle città, possono diventare biblioteche, spazi museali o centri di ricerca. Questo permette di conservare la funzione educativa e culturale di questi spazi, trasformandoli in luoghi di aggregazione e innovazione sociale.

Spazi per la musica e le arti

Chiese valorizzate sono già state trasformate con successo in sale da concerto, teatri e gallerie d’arte, offrendo un contesto straordinario per eventi culturali. Un esempio emblematico è la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, oggi un auditorium di prestigio.

Residenze e ospitalità di alto livello

Molti ex monasteri sono diventati boutique hotel, residenze di lusso o strutture ricettive per turismo culturale e religioso. In questo caso, la trasformazione deve avvenire con criteri di sostenibilità e rispetto del patrimonio architettonico, evitando snaturamenti o interventi invasivi.

Spazi di coworking e innovazione

In un’epoca in cui il lavoro flessibile è sempre più diffuso, gli spazi ecclesiastici possono essere trasformati in centri di coworking, hub per startup e laboratori di innovazione sociale, mantenendo il concetto di comunità e condivisione che storicamente ha caratterizzato questi luoghi.

Edilizia sociale e cohousing

Un’altra direzione strategica è quella della conversione in residenze sociali o soluzioni di cohousing, rispondendo alla crescente domanda di abitazioni accessibili e sostenibili, con una forte impronta di solidarietà e inclusione sociale.

Dal passato al futuro: un equilibrio tra tradizione e innovazione

Il processo di conversione degli edifici ecclesiastici deve bilanciare radici culturali e innovazione economica. La trasformazione deve rispettare i valori storici e identitari, ma anche garantire la sostenibilità economica del progetto.

Perché è importante un approccio scientifico alla valutazione?

• Per determinare il valore effettivo dell’immobile, evitando speculazioni.

• Per garantire che la conversione sia economicamente sostenibile e socialmente utile.

• Per rispettare i criteri internazionali di trasparenza e qualità nella valutazione.

Gli architetti, gli esperti estimatori e gli investitori possono fare la differenza, progettando un futuro in cui gli edifici religiosi non più utilizzati non diventino ruderi abbandonati, ma risorse vive per la comunità.

Conclusioni

Un edificio ecclesiastico non deve mai diventare qualcosa contro i nostri valori. Le radici giudaico-cristiane dell’Italia e dell’Europa sono parte integrante della nostra identità culturale, e qualsiasi trasformazione di questi immobili deve rispettarne il significato storico e spirituale.

Gli esperti del settore – valutatori, architetti e urbanisti – hanno il compito di coniugare tradizione e modernità, creando nuove opportunità di utilizzo che siano sostenibili dal punto di vista economico, sociale e culturale.

Non si tratta solo di preservare il passato, ma di dare a questi luoghi una nuova vita nel rispetto delle comunità e degli investimenti.

Il futuro della valorizzazione immobiliare in ambito ecclesiastico non è una perdita di valori, ma una nuova forma di continuità storica e culturale, proiettata verso il domani.

Edmondo Jonghi Lavarini è un architetto esperto nella valorizzazione dei beni culturali, nelle tecniche costruttive, nei materiali di restauro e nel rapporto tra costruito e natura. Specializzato in crowdfunding e nuove tecnologie applicate ai modi di vivere di oggi, osserva il passato, interpreta il presente e progetta con visione orientata al futuro.

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