A cura di Emanuele Siciliano,
ingegnere consulente acustica per Lombardini22
L’acustica nelle chiese è un tema che combina aspetti architettonici, musicali e spirituali. Il legame tra la Chiesa e la musica è profondo e ricco di storia, è radicato nel ruolo che la musica ha avuto nella liturgia e nella spiritualità cristiana e continua a essere vitale anche nell’epoca moderna. Fede, arte e cultura si sono uniti nei secoli in un dialogo costante: dal canto gregoriano sviluppato nel Medioevo, alla polifonia sacra nata durante il Rinascimento. La musica è sempre stata vista come uno strumento per elevare l’anima verso Dio: suoni e armonie erano considerati capaci di trasmettere la bellezza divina.
La necessità di un’attenta progettazione acustica nelle chiese si rivela particolarmente cruciale, essendo luoghi con esigenze “sonore” spesso in contrasto tra loro e difficili da soddisfare simultaneamente. Da un lato l’effetto spirituale del canto e della musica è fondamentale per dare un senso di trascendenza e maestosità, favorendo la meditazione e la preghiera; dall’altro un’adeguata comprensione della celebrazione liturgica è altrettanto importate, come sottolineato anche dal Concilio Vaticano II.
Gli ambienti ampi e i materiali riflettenti delle chiese (come pietra, marmo e vetro) “amplificano” i suoni, creando un effetto che eleva l’esperienza spirituale. Questo fenomeno, noto come “riverberazione” e rappresentato dall’indice acustico “RT” (tempo di riverberazione), è dovuto ad una riflessione multipla del suono sulle superfici e sugli oggetti che produce una permanenza, più o meno lunga, del suono nell’ambiente a seconda delle dimensioni dello spazio stesso.
La riverberazione contribuisce a caratterizzare i suoni percepiti. Infatti, nei canti e nella musica liturgica un eccesso di riverbero è una condizione acustica necessaria perché aggiunge profondità e ricchezza al suono rendendolo più avvolgente e creando il giusto senso di sacralità e maestosità.
L’intelligibilità, caratterizzata dall’indice acustico “STI”, è invece un altro parametro essenziale per comprendere le parole pronunciate durante le letture, le omelie e le preghiere. Ottenere un elevato grado di intelligibilità richiede condizioni acustiche specifiche, ossia un tempo di riverberazione ridotto, necessario per limitare l’effetto delle riflessioni e favorire la chiarezza sonora. Un eccesso di riverbero, infatti, può rendere il parlato confuso, con le parole che si sovrappongono.
La progettazione acustica di una chiesa rappresenta pertanto una sfida complessa. Da un lato, la parola richiede un’elevata intelligibilità affinché i fedeli possano comprendere chiaramente le celebrazioni, ma dall’altro, il canto e la musica necessitano di un’acustica che ne esalti la profondità e la risonanza, preferendo un elevato tempo di riverberazione. Poiché non è possibile modificare le caratteristiche acustiche dell’ambiente tra una fase e l’altra della liturgia, è necessario trovare un compromesso che consenta di soddisfare entrambe le esigenze.
Una delle possibili soluzioni è l’utilizzo di un impianto elettroacustico che permetta di gestire separatamente la trasmissione del parlato e quella del canto e della musica. Questo sistema permette di ottimizzare l’intelligibilità della parola attraverso microfoni direzionali, diffusori posizionati strategicamente, e un’elaborazione del segnale capace di ridurre i riverberi indesiderati e migliorare la chiarezza del suono. Allo stesso tempo, il canto e la musica dovrebbero essere lasciati alla propagazione naturale dell’ambiente, sfruttando le caratteristiche acustiche della chiesa per amplificare e diffondere il suono in modo armonico e preservare l’atmosfera sacra e solenne degli spazi ecclesiastici.
Nell’affrontare un progetto acustico di una chiesa sarà necessario pertanto partire dalla considerazione che il parlato, il canto e la musica dovranno essere trasmessi attraverso canali distinti ma non del tutto indipendenti l’uno dall’altro.
Nel caso di nuove realizzazioni, per conseguire il risultato desiderato, si potrà seguire fin dalle prime fasi un percorso metodologico capace di agire contemporaneamente su diversi elementi: dal dimensionamento della chiesa, in particolare controllando il rapporto tra il volume e il numero di occupanti, alla scelta della tipologia, quantità e posizionamento dei materiali capaci di assorbire l’energia sonora. A questi elementi si unisce una progettazione efficace del sistema di diffusione sonora.
Quando invece si affrontano progetti di chiese già esistenti, gli elementi sui quali si potrà agire saranno limitati alla scelta e al posizionamento dei materiali fonoassorbenti, e alla progettazione dell’impianto elettroacustico.
Dal punto di vista metodologico potranno essere effettuate verifiche dei parametri acustici puntuali e della loro distribuzione nell’ambiente, così da poter valutare l’effetto della diversa posizione delle sorgenti sonore naturali (sacerdote, coro, organo) nello spazio.
Si descrive di seguito il progetto previsto per il miglioramento acustico di una chiesa, basato sulla richiesta di ridurre al minimo l’impatto visivo degli accorgimenti progettuali.

L’intervento ha previsto l’aggiunta di pannelli fonoassorbenti in prossimità del matroneo, su parte della volta, sulle navate laterali e nell’area absidale. Al fine di limitare il riconoscimento degli stessi sono stati proposti materiali con colorazioni simili alle superfici esistenti.
Al fine di poter valutare l’effettiva efficacia dei sistemi di correzione acustica si è realizzato un modello tridimensionale semplificato utile a riprodurre le volumetrie del fabbricato e di conseguenza simulare la risposta acustica in seguito all’aggiunta di elementi fonoassorbenti.



Come ulteriore ipotesi di intervento si è valutata la sostituzione dell’impianto audio esistente, ormai datato, con un sistema di diffusori a colonna da applicare agli elementi strutturali.

L’introduzione di materiali fonoassorbenti e l’installazione di un nuovo impianto di diffusione sonora ha permesso di ottenere valori adeguati di STI tali da migliorare l’intellegibilità del parlato, che allo stato di fatto risultava estremamente ridotta, mantenendo però un certo grado di riverberazione così da garantire una corretta celebrazione dei momenti liturgici corali.


Emanuele Siciliano. Laureato in Ingegneria presso l’Università di Pisa nel 1994, ha lavorato in diverse società multinazionali nell’ambito impiantistico. Dopo il Master in Acustica conseguito nel 2010 presso Afor/Politecnico di Milano, si specializza in acustica architettonica di spazi chiusi, tematica che oggi insegna in corsi di specializzazione acustica e master di acustica. Nel 2013 fonda Acoustic & Design, che si occupa di ricerca, sviluppo, consulenza e progettazione di prodotti e ambienti coniugando acustica e design. Dal 2015 collabora con Lombardini22 come consulente in tema di acustica. Oggi è il direttore di Atmos, brand di L22 dedicato alla percezione degli spazi, che utilizza la fisica degli elementi per governare acustica, aria, luce ed olfatto.