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La nuova chiesa di San Giuseppe a Colli del Tronto (AP)

Colli del Tronto, posto sul versante sinistro della valle del Tronto, sorge su un territorio di antichi insediamenti e la sua conformazione è riconducibile al modello del “villaggio su strada” cresciuto lungo l’antica Salaria. 

L’urbanizzazione non controllata ha generato, un tessuto frammentato e complesso nel quale non è riconoscibile un vero e proprio centro storico. 

L’unica testimonianza storica è data dall’attuale chiesa di San Giuseppe non utilizzabile dal 2009 a causa del terremoto de L’Aquila. 

La chiesa attuale a pianta centrale fu eretta nel 1968 e si caratterizza per la cupola a base ottagonale, elevata per circa 30 metri. I locali parrocchiali sono aggregati al corpo dell’edificio di culto costituendo nell’insieme un unico complesso religioso al quale sorge staccato un campanile di circa 35 metri. 

I criteri fondativi del progetto sono stati unificati in un disegno organico che ha previsto: 

• L’orientamento 

La posizione della chiesa, con l’ingresso ad ovest in corrispondenza della piazza, rispetta i canoni di orientamento dei luoghi di culto cristiani. 

Il volume (impianto centrale ad aula unica) infatti, si sviluppa in uno spazio rettangolare di circa 36 metri di profondità al termine del quale, nella direzione in cui sorge il sole, sono scanditi gli spazi liturgici che partendo dal sagrato, proseguono con l’atrio, l’aula liturgica e si concludono con il presbiterio. 

• Lo spazio interno come esperienza di luce e buio 

La luce naturale è la struttura portante del progetto. 

Il rapporto antitetico tra il buio delle tenebre e la luce (la salvezza), nella chiesa, viene idealmente superato permettendo allo spirito dell’uomo di innalzarsi nella direzione della luce celeste grazie a precisi espedienti architettonici. 

Ciò è stato possibile smateriliazzando la parete ad est attraverso un doppio sistema di vetri che farà da terminale allo spazio interno; la luce così, intensa ad est, diminuirà verso ovest raggiungendo la semi oscurità. 

Il risultato sarà una “luce teofanica” e trascendente, dolce e serena, una luce che dematerializza l’edificio grazie al “racconto sui vetri cattedrale”, gli sottrae la pesantezza e lo rende “diafano”. 

• L’altezza come “valore e memoria” urbana 

Le chiese grazie all’altezza dei propri campanili rappresentano da sempre, nell’immaginario storico, dei punti di riferimento spirituali e fisici all’interno del tessuto delle città. Dopo automatiche riflessioni sulla natura architettonica “storica” dell’edificio di culto e spontanei e irrinunciabili riferimenti alle memorie dell’architettura tipica delle chiese, si è deciso di ristabilire, seppur solo per la parte del campanile l’altezza di 30 metri della Chiesa esistente. 

L’idea progettuale 

La Chiesa, attraverso superfici permeabili, si apre sul “sagrato porticato” che ne costituisce il fulcro dell’intera composizione. Questo si affaccia sulla piazza pedonale riaffrontando, a scala umana, il problema della pluralità espressiva attraverso la riappropriazione della caratterizzante simbolica. 

Il campanile, integrato nel volume, costituisce una facciata sul cielo: una struttura quasi immateriale che, attraverso l’architettura, vuole cogliere la religiosità non liturgica. 

Si vanno a creare due facciate: La minore, apre lo spazio tradizionale del sagrato che regolato da dodici setti lievemente direzionati verso l’altare, diventa luogo pubblico per eccellenza; l’altra, la maggiore (il campanile) si eleva per 30 metri e risulta accessibile solo tramite lo sguardo: dodici linee che proseguono aperte sull’immenso: dimensione del mistero. Quest’ultima, conterrà la croce e le cinque campane di bronzo salvate dalla demolizione della vecchia chiesa. 

La Chiesa di San Giuseppe presenta una unica aula/navata rettangolare che termina in un’abside, incassato nel fondale costituito dalla struttura in elevazione, che nella sua curvatura tende ad abbracciare l’assemblea. La chiesa esprime anche un orientamento assiale che apre l’assemblea alle dimensioni trascendente ed escatologica dell’azione liturgica. 

La facciata, rivolta alla piazza-sagrato, induce il senso della disponibilità accogliente più che il senso della monumentalità. Il nartece è un elemento non molto alto esternamente ma prolungato per tutta la larghezza della chiesa. 

Il portale sottolinea la necessità della scelta cristiana e indica il passaggio fra la vita che scorre nella città e la vita raccolta nel rapporto con Dio. 

Il nartece appare in facciata come una esfoliazione di piani, un portico colonnato a dodici elementi e undici passaggi tutti diversamente ruotati a convergere verso l’altare. 

Gli ambienti interni dell’aula assembleare sono permeabili attraverso la luminosità della facciata in vetro e i segni presentati diventano ulteriormente evidenti entrando attraverso l’atrio. Si apre infatti una sola e grande visione dello spazio ad aula, ce sotto una copertura a campata unica che si eleva verso est, come ascensione al cielo e accogliendo a pieno la lu del Cristo risorto.

Il percorso è chiaro perché il punto focale, in asse con l’ingresso, è l’altare basato su un piano rettangolare. L’aula si sviluppa su di un piano leggermente inclinato che converge verso l’altare consentendo così all’assemblea di fruire dei luoghi celebrativi senza necessità di posizioni rialzate. 

L’altare (1), ricavato da un unico blocco, orientato ai quattro punti cardinali, è di pietra naturale bianca. L’altare rappresenta inoltre la mensa dell’ultima cena e il calvario della croce sul quale Cristo ha immolato se stesso. La breccia che si apre sul fronte è il simbolo del sepolcro aperto, della luce che squarcia le tenebre, della luminosità dell’annuncio di Salvezza. 

L’ambone (2) è a sinistra dell’altare verso il lato settentrionale dell’aula. In stretta relazione con l’altare, anche l’ambone presenta come decorazione una breccia sul lato frontale. In questo modo si esplicita come l’ambone sia non semplice luogo di lettura ma “mensa della parola” oltre ad essere la “pietra alta” da cui viene annunciato il messaggio si Salvezza il giorno della Risurrezione. La posizione prospiciente verso l’assemblea lo rende luogo liturgico ben identificato della celebrazione della Parola di Dio. 

La sede (3) della presidenza liturgica, composta dalla sede e da due scanni ricavati da blocchi di marmo bianco che richiamano l’unità architettonica con l’altare e l’ambone, è collocata a destra dell’altare su una base rialzata che la rende ben visibile ed è leggermente ruotata e in comunicazione visiva con il fuoco/altare. 

Il luogo della custodia eucaristica (6) è all’interno della cappella feriale, è facilmente individuabile da chiunque entri in chiesa. Il tabernacolo in ottone è recuperato dalla chiesa preesistente, della quale ricorda i caratteri ad impianto centrale sormontati da cupola a base ottagonale. 

Il fonte battesimale (4) è collocato alla sinistra dell’ingresso principale in un luogo decoroso e riservato alla celebrazione del sacramento. La comunicazione con l’altare è messa in evidenza dallo spazio per i percorsi rituali e dal simbolismo visivo. 

Il luogo del sacramento della Penitenza (5) è disposto alla destra dell’ingresso in corrispondenza assiale con il fonte battesimale. Offre la facoltà della confessione faccia a faccia con il ministro o l’utilizzo della grata. 

La statua della Pietà proveniente dalla chiesa precedente e molto venerata dal popolo, è collocata alla destra dell’ingresso, mentre sul lato sinistro trova collocazione la statua di San Giuseppe, al quale è dedicata la Chiesa. 

La posizione del coro liturgico è indicata nella prima serie di sedute sulla sinistra dell’altare e in comunicazione diretta con l’assemblea dei fedeli. 

Il Crocifisso è recuperato dalla chiesa precedente, sospeso sopra l’altare sullo sfondo della vetrata di fondo. 

La via crucis verrà collocata sulle due pareti dell’aula, sette elementi per parte. Le formelle verticali saranno realizzate in legno a basso rilievo. 

La cappella feriale è anche luogo della custodia eucaristica e spazio per l’adorazione privata e comunitaria. Ha un ingresso indipendente dall’aula grande ma è con essa comunicante e raggiungibile da percorsi processionali. 

Il percorso realizzato dall’Artista, il Maestro ALBANO POLI; prevede che vengano ricollocate nell’ambito della nuova chiesa le opere d’arte già esistenti, mentre la concretizzazione dei successivi interventi, quali, la via crucis, la personalizzazione del portone e i pannelli dei dodici apostoli, verrà fatta mediante il successivo apporto della comunità e di benefattori

ll Maestro Albano Poli, assieme ad Enzo Eusebi, hanno disegnato arredi liturgici unici caratterizzati da uno stile coerente con l’Architettura e in armonia con il luogo sacro. 

Le opere sono così fuochi liturgici che guideranno l’attenzione e lo sguardo del fedele, sia durante la liturgia che nei momenti di preghiera personale, costante suggerimento per la contemplazione dei misteri della fede. 

I caratteri costruttivi 

“L’architettura deve essere di materiali solidi, duraturi e sobri” questo è quanto affermato in una nota del settore Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) a proposito della costruzione di una nuova chiesa. Utilizzare materiali solo “sinceri” (cemento, rame e legno) lavorati da comuni artigiani è stato quindi l’elemento fondante. 

L’organismo architettonico nasce così dalla volontà di realizzare un’opera che accolga i fedeli all’interno di una “casa” dove la tecnologia dei materiali possano aiutare la comunità a riconoscere il “genius loci” anche in termini di sistemi costruttivi. 

La realizzazione dell’edificio è stata possibile attraverso un’organizzazione spaziale che ha previsto una struttura a grigliato di travi (passo 2 metri), utilizzati sia per la copertura che per il campanile, poggianti su setti in cemento armato di dimensione variabile. 

Tutto il cemento in elevazione sarà lasciato a faccia vista senza ulteriori rivestimenti sia interni che esterni. Gli elementi saranno collegati, con adeguato strato di impermeabilizzazione per umidità di risalita, su di una fondazione continua a platea. 

La grande copertura / panneggio in rame, ordita longitudinalmente attraverso centine, esalterà le linee ascensionali della luce divenendo eterea proprio in prossimità del campanile. 

La pavimentazione della chiesa sarà in lastre di pietra serena grigia e terminerà sotto il portico. 

L’uso prevalente dei due materiali: il rame e il cemento, conferisce un carattere unitario all’intero complesso istaurando un rapporto cromatico con l’attuale intorno urbano. 

Dato che l’asse longitudinale Est-Ovest della chiesa corrisponde esattamente alla direzione del vento prevalente nel sito, una ventilazione naturale incrociata (cross ventilation) sarà alla base del rinnovo di aria igienica e del raffrescamento passivo. Tuttavia, vista la significativa profondità dell’ambiente, per poter attivare una cross ventilation dal portone d’ingresso della chiesa fino all’altare sarà necessario combinarla con un camino di ventilazione posto nella parte opposta rispetto all’ingresso, ovvero dietro l’altare. La vetrata interna che separa il camino dall’aula è ben isolata in modo da non compromettere il gradiente termico tra questi due ambienti. 

Il punto d’ingresso dell’aria è posto sul lato della piazza pedonale, lontano dalla strada carrabile, in modo da implementare la qualità dell’aria e da ridurre il livello di rumore veicolati nella chiesa. 

Al fine di non compromettere lo svolgimento delle attività liturgiche, né la sicurezza, né tanto meno l’efficacia della ventilazione naturale, il raffrescamento passivo non sarà affidato direttamente al portone d’ingresso ma ad una serie di aperture automatizzate poste sullo stesso fronte. In questo modo, qualora le condizioni climatiche esterne ne pregiudichino l’efficacia, la ventilazione naturale potrà essere sostituita o combinata (ventilazione ibrida) ad una ventilazione meccanica. 

La ventilazione naturale diurna può anche essere combinata con una notturna qualora siano presenti elementi ad elevata massa termica. La chiesa, infatti, invece che essere formata da componenti edilizi leggeri (tipo pavimento galleggiante) è costituita da pavimento e parete perimetrale Sud in cemento armato, caratterizzato da elevata capacità e conduttività termiche e da elevata densità. 

La parete esposta a Sud, in particolare, essendo maggiormente irraggiata dal sole, è in grado di incamerare una considerevole quantità di calore durante le giornate estive, per poi rilasciarlo solo durante la notte grazie alla sua inerzia termica. In questo modo, non solo la temperatura interna viene stabilizzata generando una minor domanda sugli impianti di climatizzazione meccanica, ma lo scambio termico tra il componente edilizio e l’aria dell’ambiente interno viene ritardato nelle ore notturne, quando è possibile “lavare” sia l’ambiente sia la stessa massa della parete tramite ventilazione notturna

Nel caso in cui le condizioni climatiche esterne dovessero essere estreme, sia come temperature massime che minime, prima di ricorrere ai sistemi meccanici di climatizzazione, sarà possibile sfruttare un sistema sotterraneo rispetto al pavimento della chiesa che funzioni da pre-raffrescamento o pre-riscaldamento dell’aria che andrà introdotta in ambiente. 

Il pretrattamento dell’aria avviene attraverso un vero e proprio labirinto sotterraneo (thermal labyrinth), fatto di setti in cemento armato che generano un moto turbolento per il flusso d’aria, aumentando così lo scambio di calore. In tal modo, prima di entrare nell’aula vera e propria della chiesa, l’aria esterna scambierà calore con un ambiente sotterraneo a temperatura pressoché costante durante l’anno, pre-raffrescandosi o pre-riscaldandosi.

Questo sistema richiede che il pavimento della chiesa sia isolante rispetto al labirinto termico in modo da funzionare come accumulo termico. Il sistema può anche essere bypassato nei casi in cui l’aria esterna si trovi già ad una temperatura ottimale per essere introdotta all’interno dell’edificio.


L’architettura di Enzo Eusebi (1960) è caratterizzata da una ricerca formale, che tende a rendere ogni progetto una presenza significativa nello spazio urbano o nell’industrial design. La duplice formazione di ingegnere e architetto gli ha consentito di mantenersi sempre all’altezza delle più avanzate soluzioni estetiche proposte dalla cultura contemporanea. 

I riconoscimenti ricevuti ne hanno consolidato l’immagine internazionale; tra le realizzazioni piu note ricordiamo le Torri di Kunlun a Beijing, l’Istituto Alberghiero di San Benedetto del Tronto (Premio INARCH nel 2008), il Padiglione ad EXPO 2015 per World Association of Agronomists (Prize Contest Toward a Sustainable) e l’industria SALPI a Preci (Honorable Mention Zumtobel Group Award 2017, Dezeen Awards 2020, The International Property Awards 2021, Architizer A+Awards 2021, German Design Awards 2024). 

Nel 2011 è stato Direttore Artistico nella mostra “Unicità d’Italia” sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica (150° anniversario dell’Unità d’Italia). 

Partecipa attivamente alle offerte accademiche ed istituzionali in Atenei internazionali dove ha tenuto diverse lectures su tutte China International Technology Transfer Convention (2004), Beijing Tsinghua University (2015) APHDA (Asia-Pacific Hotel Design Association), Design Week San Pietroburgo (2014), Design Week Tianjin (2015), Politecnico di Milano (2016), Design Week Beijing (2017), Design Shanghai Workshop (2018), Xi’an Jiaotong – Liverpool University (2018), MIPIM di Cannes 2018, iGuzzini | An Afternoon of Light Entertainment 2020. 

I suoi lavori sono stati esposti alla XIII e XVI Mostra Internazionale di Architettura di Venezia nel 2012 e nel 2018. 

Nel 2006 con la cucina “Not for Food” disegnata per la Berloni Group riceve il premio Elle Decor Asia nella sezione Best Kitchen. 

Nel 2019 con QUID disegnato per la iGuzzini ha vinto il German Design Award nella categoria Lighting.


Realizzazione della Chiesa e ministero pastorale San Giuseppe 

Committente: Parrocchia San Giuseppe 

Ubicazione: Italia, Marche, Colli del Tronto (AP) Piazza del Popolo 8 

Costo intervento finanziato: totale 2.579.350 euro 

I. Chiesa 1.476.695 euro 

II. Ministero Pastorale 831.964 euro 

III. Casa Canonica 270.690 euro 

Liturgista: Don Mario Cataldi, Presbitero Diocesi Ascoli Piceno 

Studio architettura ENZOEUSEBI+PARTNERS 

Progetto creativo: Arch.Ing. Enzo Eusebi 

Progettazione preliminare: EnzoEusebi+Partners 

Progettazione esecutiva architettonica: Enzo Eusebi+Partners 

Progettazione esecutiva strutture: Ing. Ottavio Paolini 

Progettazione esecutiva impiantistica: Ing. Luigi Balloni 

Coordinamento Sicurezza Cantieri: Ing. Filippo Morganti 

Direzione Lavori: Enzo Eusebi+Partners 

Crediti fotografici: Pietro Savorelli 

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