“I bambini disabili nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è una rinascita affidata all’amore e all’intelligenza degli altri. Ma questa rinascita esige anche negli altri un cambiamento integrale nei confronti dell’handicap: un limite fisico o mentale che, direttamente o indirettamente, prima o poi, ci coinvolge tutti. E che in un’epoca dove si esalta la sfida fine a sé stessa come superamento del limite, impone la sfida più importante, che è la consapevolezza e l’accettazione del limite”.
Giuseppe Pontiggia
L’Universal Design for Learning (UDL) è un approccio basato sui principi dell’accessibilità architettonica e dell’accesso all’informazione attraverso linguaggi per tutti. Il termine «Universal Design» è stato introdotto nel 1985 dall’architetto Ronald L. Mace, che lo ha definito come la progettazione di prodotti e spazi utilizzabili da tutti – imprescindibili per alcuni – senza bisogno di adattamenti o ausili speciali.
L’Universal Design non comporta la realizzazione di spazi progettati specificamente per persone con disabilità; piuttosto, si concentra sulla creazione di ambienti che possano soddisfare le esigenze del maggior numero possibile di persone.
Questo approccio non si limita a stabilire standard per l’accessibilità degli spazi, ma punta a creare spazi che risultino naturalmente inclusivi in tutte le loro caratteristiche, permettendo a tutti di usufruirne. Nel 2004, la Convenzione di Stoccolma ha dichiarato che il Design inclusivo deve essere adottato come modello in tutti gli ambiti dove l’inclusione sociale è una priorità.
https://www.aiditalia.org/news/udl-la-progettazione-universale-per-lapprendimento
I bambini, i ragazzi, gli adulti che accedono agli oratori non sono “utenti” ma “persone”, e in quanto tali non usufruiscono semplicemente di un servizio ma si aprono al mondo con un atteggiamento relazionale, cercano di essere corrisposti, non solo soddisfatti.
La persona disabile (o con maggiore delicatezza semplicemente “speciale”, come del resto lo siamo tutti), deve essere in grado di accedere ovunque. Senza un facile accesso non importa quanto eccitante sia la struttura ludica, sportiva o di semplice sosta da raggiungere, non è di alcuna utilità, anzi è discriminante.
Devono essere predisposti percorsi e vie di accesso per tutti… non solo per i ragazzi su sedie a rotelle, ma anche per le madri con i passeggini, le persone con altri ausili per la mobilità, gli ipovedenti o i nonni che hanno difficoltà a camminare e sono instabili sui loro piedi.
Le pavimentazioni dovrebbero essere selezionate con attenzione perché possono essere utilizzate sia per aiutare sia per limitare l’accesso a un luogo; i percorsi non devono avere ostacoli, dal parcheggio sino al singolo arredo o attrezzatura.
Inclusività totale significa stimolare i bambini e i ragazzi e consentire loro di sviluppare le proprie abilità, quali esse siano, piene o limitate. Attrezzature ludiche e sportive in grado di avvicinare tutti, di svilupparne gli aspetti motori, sensoriali, cognitivi e di accogliere le diversità come ricchezza.
La norma di riferimento è la CEN TR 16467 (European Committee for Standardization) «Playground equipment accessible for all children». Questi sono i principi che promuove e divulga l’Associazione “Parchi per tutti”: https://www.parchipertutti.org/home/
L’UISP, “Unione Italiana Sport” per tutti, è un Ente di promozione sportiva, riconosciuto dal CONI, ed è anche una associazione di promozione sociale che nella sua mission associativa prevede l’impegno con le persone con disabilità come prioritario, in piena coerenza con i suoi valori e le finalità sociali. Alla figura 5 le infografiche sui modelli di integrazione e discriminazione e sugli schemi motori di base.
Altra branca della progettazione inclusiva sotto il profilo infografico è l’urbanistica tattica, che raccoglie una varietà di interventi sugli spazi pubblici ed ecclesiali che non richiedono importanti investimenti. Sono interventi condivisi, non invasivi, innovativi e spesso temporanei. Un modo per riavvicinare in modo concreto gli abitanti alla città.
Anche la street art è una forma di rappresentazione aggregativa, tecniche e forme di arte che si manifestano in luoghi pubblici, nelle tecniche più disparate: bombolette spray, adesivi artistici, arte normografica, sculture ecc… Il graffitismo è una manifestazione sociale e culturale di pittura murale diffusa in tutto il mondo, basata sull’espressione della propria creatività tramite interventi pittorici sul tessuto urbano.
Ecco un progetto inclusivo di Abad Architetti, premiato alla Biennal de Pajsage di Barcellona: https://www.comune.rimini.it/novita/larea-giochi-la-foresta-del-mare-di-rimini-selezionata-da-xii-bienal-internacional-de
Ulteriore materia molto importante è l’integrazione degli oratori nelle mappe della città dei 15 minuti, così che essi siano raggiungibili a piedi e in bicicletta in breve tempo, anche senza mezzi pubblici o automobile, vicini alle scuole o ai centri civici. Oratori e parchi pubblici divengono una rete di luoghi sicuri che danno sollievo ai cittadini impegnati nelle mille attività quotidiane, rigenerando psicologicamente e spiritualmente coloro che li frequentano, adulti e bambini.
Quando si opera all’interno di contesti urbani, centrali o periferici, è spesso necessario rigenerare, limitando o azzerando il consumo di suolo. I nuovi playground, anche all’interno degli oratori, devono essere occasione di interventi di depavimentazione e inserimento di nuova vegetazione, all’insegna della sostenibilità e azzeramento della CO2.
Nel quadro delle linee guida per la progettazione dei nuovi oratori e delle aree verdi, sarà fondamentale fornire esempi pratici e soluzioni innovative, seguendo i criteri delle NBS (Natural based solutions) come ricorda anche l’edizione 2024 del Landscape Festival: https://www.landscapefestival.it/
Questi includeranno un abaco delle specie vegetali utilizzabili in ambito urbano, tenendo conto delle condizioni specifiche del sito di impianto e delle esigenze della comunità locale. Le specie vegetali garantiranno la salubrità delle aree, il loro raffrescamento naturale attraverso l’ombreggiamento e l’emissione di vapor acqueo attraverso le foglie.
Soluzioni green per l’integrazione della vegetazione all’interno dello spazio urbano
Inoltre, dovranno essere proposte soluzioni per la de-pavimentazione e/o pavimentazione drenante, al fine di garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali urbane nel lungo termine. Occorrerà mettere in atto politiche per la conservazione delle formazioni vegetali spontanee con specie autoctone, in quanto esse arricchiscono le aree di biodiversità e aumentano i servizi ecosistemici.
In conclusione, è molto importante progettare aree ludico-sportive con funzioni compatibili con l’ambiente naturale rispettando flora e fauna, attraverso uno scambio simbiotico di valori tra l’uomo e la natura.
Con queste premesse la progettazione diviene inclusiva ed ecosistemica, design for all.
Alessandro Bianchi (Rimini, 1969), è professore di progetto e rappresentazione del paesaggio al Politecnico di Milano. Dal 2022 per il Comune di Milano è Garante del Verde, del Suolo e degli Alberi e per il Comune di Roma è membro del Comitato per la Qualità Urbana ed Edilizia come esperto delle Trasformazioni Urbane. Tra i suoi libri si ricordano: La città riconoscibile (1999), Building by Signs (2003), Il Centro Piacentiniano di Bergamo (2018), Landscape by Signs (2019). È stato curatore della mostra Palazzo Te allo Specchio, alle Fruttiere di Palazzo Te di Mantova. Ha partecipato a numerosi concorsi e gare di progettazione conseguendo premi e menzioni, tra cui il Global Future Design Awards 2023 con il progetto Carbon Capture Towers. Nel 1999 fonda a Milano lo studio Abad Architetti, impegnato in numerosi progetti di paesaggio.