In occasione di alcuni lavori di restauro della Basilica di Santa Anastasia a Verona, sono state rilevate due cavità sottostanti la pavimentazione. I primi segnali sono stati gli avvallamenti e le lesioni sulla superficie del pavimento. Uretek è intervenuta in tempi rapidi, in modo conservativo e non invasivo, ripristinando il livello della pavimentazione tramite l’iniezione di resine a espansione controllata.
La Basilica di Santa Anastasia, costruita nel 1290, è da molti definita come “il più rilevante monumento religioso in stile gotico di Verona”. La Basilica si trova nel centro storico veronese ed è la Chiesa più grande della città.
Una delle molte meraviglie che costituiscono lo straordinario patrimonio artistico presente all’interno della chiesa, sviluppata su tre navate, è il grande rosone pavimentale posto dinanzi all’Altare Maggiore.
Durante le fasi terminali del restauro del complesso basilicale sono state rilevate due cavità sottostanti due zone distinte della pavimentazione in elementi lapidei policromi e sagomati. L’altezza delle cavità era variabile da 5,0 a 20,0 cm. Nella zona interessata dai vuoti di più ampia dimensione è stato rilevato anche un leggero avvallamento e una serie discontinua di lesioni in corrispondenza della linea di maggiore cedimento.
Con tutta probabilità i vuoti si erano formati in seguito all’assestamento del sottofondo costituito da materiali riportati, presumibilmente protrattosi per un lungo periodo.
durante l’intervento Uretek
Per risolvere il problema in tempi molto rapidi e con metodi poco invasivi si è deciso di intervenire con il metodo basato su iniezioni di resine espandenti per ripristinare lo stato di coazione tra il sottofondo e la pavimentazione.
Sono state utilizzate resine poliuretaniche in grado di polimerizzare in tempi rapidi al fine di contenere l’effetto di espansione nei volumi di terreno previsti dal progetto, evitando perciò fenomeni indesiderati di rifluimento, di dispersione e di interferenza con opere esistenti.
L’intervento Uretek è stato preparato e predisposto in tempi molto celeri ed eseguito attraverso aperture decimetriche realizzate rimuovendo singoli elementi lapidei sagomati costituenti la pavimentazione.
Nelle aperture sono state inserite le cannule di iniezione, distribuite con una maglia tale da garantire il raggiungimento dell’intero sviluppo delle cavità, ed è stata iniettata la resina procedendo con una sequenza prestabilita fino al riempimento totale delle due cavità, con il contemporaneo controllo del sollevamento previsto per l’intervento, limitato a pochi millimetri.
Durante l’intervento Uretek ha monitorato i movimenti verticali della pavimentazione attraverso una strumentazione laser con precisione di ± 0,5 mm.
I ricevitori, disposti su supporti e appoggiati sulla pavimentazione, hanno intercettato il segnale dell’emettitore laser montato su treppiede e collocato a debita distanza dalla zona d’intervento.
Il sollevamento verticale della pavimentazione ha dimostrato l’efficacia del trattamento poiché può avvenire solamente dopo che l’espansione generata dal rigonfiamento della resina iniettata ha saturato completamente la cavità.
Uretek sarà presente all’evento “Chiesa in Cantiere” del 29 maggio a Milano.